Pagine

lunedì 16 marzo 2020

NAZARIO PARDINI LEGGE: "NELLA TUA GIUSTIZIA MIO DIO" DI CLAUDIO COMINI, GUIDO MIANO EDITORE



Claudio Comini. Nella Tua giustizia mio Dio.
Guido Miano Editore. Milano. 2020
  
Un viaggio verso la spiritualità, verso le vette del Cielo per scansare
il vortice dei venti, la poetica di Claudio Comini

Silloge compatta, articolata, proteiforme, che, divisa in due sezioni (Nuove poesie e Altre poesie), si sviluppa su uno spartito ancorato alla fede, all’amore, ad un credo verso la gloria dei Cieli. Non per questo il poeta vorrebbe dagli uomini una vicinanza più stretta al messaggio divino.

“Il vortice dei venti/ mio immenso Signore,/ porta battaglie e guerre/ contro le avversità che la vita/ mi pone d’innanzi,/ nel cui contesto si crei la pace/ che dia respiro alla mia e alle anime/ di tutti i viventi” (Giustizia). Partire da questa poesia incipitaria significa andare fin da subito nei meandri più reconditi, negli intenti parenetici di un poeta che dà tutto se stesso al Supremo in un empito di forza trascinante. Amore, pace, serenità; invocazione a ché tutte le anime possano godere del respiro del Signore; della sua mano benefica portatrice di quiete a tutti i viventi. Giustizia. Questo chiede l’autore in un mondo che sembra indirizzato verso battaglie e guerre; verso le avversità che la vita ci pone d’innanzi. Nella Tua giustizia mio Dio, il titolo della silloge di Claudio Comini, che, con limpidezza formale, reifica propositi e sentimenti con immediatezza, senza smarrirsi nella palude dello psicologismo, nelle parafrastiche complicazioni o negli astrusi epigonismi, affidandosi ad un dire di effetto contrattivo ed estensivo; accompagnando gli input di un animo tutto vòlto a confessare i suoi patemi spirituali. Il verso è denso di risonanze escatologiche, di collegamenti empatici, di sollecitazioni emotive; tutto è indirizzato ad un Ente Superiore per il bene del mondo e la quietudine del Creato. I componimenti si succedono con una scansione regolare, senza reticenze, o dubbi di sorta, nel loro messaggio forte e diretto: “Brillano sul lago/ le luci/ di mille e più stelle/ dove l’eco della voce degli angeli/ corre tra le spumeggianti onde/ che bagnano le spiagge/ dei molti paesi affacciati/ sul maggiore” (Brilla la tua luce); “Oltre confine/ l’eco della voce corre/ al diffondersi dell’ignoto/ che vaga alla ricerca di quell’Assoluto/ di cui la gente non sente il bisogno,/ per affrontare una parola/ di un conforto giusto e celeste/ che solo Lui può donare” (L’eco della voce); “La Tua luce penetra/ negli abissi più profondi/ l’oscurità del lago,/ portando in superficie/ i peccati/ più lontani che nel tempo si siano/ dimenticati” (Nell’ora che verrà). Il dettato lirico si sviluppa alternando misure più ampie a meno, rispettando le motivazioni di un sentire disposto anche a ricorrere alla natura per dare più visività agli epigrammatici risvolti emozionali. Tanto che non è raro incontrare una singola parola ad occupare lo spazio di un solo verso, considerando il valore sintagmatico e significante dei topos impiegati: “Nella Tua parola/ la luce/ illuminava il mondo/ anche nelle oscurità/ più profonde della terra,/ dove il Tuo messaggio d’amore/ corre a conquistare/ coscienze ancora incredule” (Nella Tua parola. Da Sentieri, 2003), mentre lo spartito fluisce sul lago che reifica tutto l’amore per gli endemici luoghi in cui l’autore è immerso empaticamente: “Sul lago spira una dolce brezza/ accompagnata dal melodioso suono dell’arpa,/ mentre la gente passeggia allegramente/ sulle incontaminate e brillanti rive/ di una gioiosa estiva Calde/ tra il fiorito profumo della magnolia” (Sempre la Tua mano). Il tutto fa parte della immensità della creazione, e ogni singolo elemento panico contribuisce a rendere splendente e brillante l’atto creativo: lago, brezza, melodia, rive, magnolia, configurazioni naturali a concretizzare gli stati d’animo di un poeta, che, trasportato da un alito divino, fa della sua ontologica intimità il leitmotiv nel contenuto dell’opera. Tutto è gentile, ispirato, emotivamente avvincente; tutto è armonico, fluente, organico per l’unicità tematica, per la scorrevolezza ispirativa. Quello che domina su tutto è l’amore, la vicinanza, la disponibilità per gli altri, per il mondo intero, per uomini che sembrano non sempre aperti verso la voce divina, anche se “E’ un coro immenso di angeli/ oggi sul lago/ tra una moltitudine di vele/ che fa festa alla Tua venuta/ tra noi sull’isola palpitante della gioia” (La luce delle stelle). Ogni cosa sembra farsi luce, sembra che gioisca di una venuta, e l’isola stessa si intride di felicità. Ogni lirica è un palpito creativo, un élan verso il Cielo, un gioioso connubio con le radici: da: “La festa paesana/ nella brillante e lucente/ città d’Ascona,/ dove s’odono ancora i rintocchi/ delle campane a festa,/ dare inizio a canti celestiali/ e pieni di quei movimenti/ che coinvolgono la gente/ anche di passaggio” (Tutto ritorna), dove le campane a festa danno inizio ai canti celestiali; a “Signore nel nostro piccolo/ nella Tua viva luce/ tra noi,/ la mano malvagia/ del maligno,/ tenta di far del male/ alla gente a Te Devota” (Tutto nel mondo), dove il poeta si rattrista al pensiero di una mano malvagia che tenta di far del male, allontanandosi dalla verità; da: “Anche intorno al lago il Tuo celestiale/ e brillante universo,/ la mano del maligno porta la gente/ lontano dai tuoi sacri luoghi,/ dove ancora regna la pace/ che rianima i cuori” (Non tutto brilla come tu vorresti), dove il lago si fa epicentro di fede e di speranza; specchio di luce e di un brillante universo; a “Lentamente/ è scesa la nebbia./ L’umidità/ ha rinchiuso la rosa/ dentro la sua dolce corolla./ Si sono spenti i sorrisi/ dietro una velata tristezza;/ germoglierà il fiore,/ rispunterà nuovamente l’allegria,/ nei campi ora spogli” (Elegia d’autunno), con cui il poeta chiude l’opera affidandosi ad un canto di rara suggestione lirica che amalgama nel suo empito emotivo la tristezza di una stagione con la solida fede in una rinascita oracolare: “rispunterà nuovamente l’allegria, nei campi ora spogli”

Nazario Pardini


Claudio Comini. Nella Tua giustizia mio Dio
Pref. di Mons. Giuseppe Vegezzi
Guido Miano Editore, 2020
mianoposta@gmail.com


Nessun commento:

Posta un commento