Nazario Pardini
NEL FRATTEMPO VIVIAMO
Recensione di Ester Monachino
Nel
disegno vasto e mobilissimo della vita, senza delimitazione alcuna, articolata
dalla molteplice unitarietà dell’arte, dalla ritualità visionaria della Poesia,
va incastonata la scrittura in versi di Nazario Pardini che
leggiamo nel volume “Nel frattempo viviamo”,
sensibilmente prefato da Enzo Concardi ed edito da Guido Miano, Milano
2020.
I
testi, senza alcuna titolazione, che ad un occhio sprovveduto possono apparire
autonomi, inglobano all’interno del corpus poetico una complessa risonanza
simbolica su un basalto di stratificazioni omogenei che hanno come pattern la
connaturata geometria architettonica della natura tutta, l’inequivocabile
dimensione temporale dall’andatura fluida e senza contrizioni, l’atteggiamento
degli svoli metaforici nonché una partitura musicale che permea il tessuto
linguistico e animico e che orecchie sensibili e attente auscultano nel cuore
della natura e nel petto umano come il leitmotiv pizzicato su un’arpa celtica.
“Metti
le ali!/ vai!” (pag. 41): il mito di Icaro risulta un processo di scandaglio e
di lievito che dalle fondamenta del Sé, dal lato abissale umano, il poeta
Pardini porta in superficie. “…senza perdere un colpo d’ala/…/ maestro
dell’arte di Icaro”, un’ala non fine a se stessa ma “avventura” evolutiva, di
crescenza, fuoco e forza vitale del “seme fremente” (pag. 33).
Bellezza
indicibile dei versi di pag. 46: “Piloto le mie immagini/ col filo di aquilone./
In attesa di un loro approdo/ compongo versi ondivaghi/ con il vento che li
gonfia”. Architettura d’aria, magma spirituale, aquiloni che danno corpo
materiale ad impalpabili angeli di parola, pilotati come un filo d’Arianna
verso luci interiori ad accendere l’Esserci vivibile e dignitoso.
L’atteggiamento
intuitivo che sa cogliere il canto, la danza stagionale della natura senza
demarcazioni e attriti, la legge geometrica universa,
sacra nell’intrinseca essenza, è il volto poetico di Pardini, cuore unificante
di scrittura, simbologia d’alta libertà, “voce che unisce”, anima vera,
fortemente erotica: tutto questo nei versi delle pagg. 16-18. Qui, la
dimensione temporale travalica la segmentazione del nascere-morire per assurgere
ad un eterno divenire. Gli occhi e la psiche umana spesso non vedono tanta meraviglia
ma lo sguardo del poeta sa cogliere tutta l’armonia del creato, sa vederla e
rilevare quel deus absconditus che “si nasconde/ e si confonde/ in mezzo alle
minuzie” (pag. 21).
Poesia
che sa andare oltre, nell’illimite, nell’altrove: “Dovrò spostarmi ancora in
là/ con la fantasia!” (pag. 52); poesia che sconosce qualsivoglia recinto, la
condizione di “Esule in terra” (pag. 54), che respira soltanto atmosfere d’alti
strati, cosmici, sulle code dei venti inattingibili.
Non
importa se il tempo passa, se usa maschere e sotterfugi per occultare il passo
tremendamente terreno (vedi pag. 27); non importa se la solitudine, la
vecchiaia, la tristezza s’impossessano dei giorni (vedi pag. 31); non importa:
sempre si respira la vita anche se le trafitture e le macerazioni quotidiane ne
incrinano le ore; sono, comunque, forze vitali e resurrettive.
Il
volume contiene oltre alle suindicate composizioni raccolte nella sezione “Nel frattempo
viviamo”, anche una sezione titolata “Dal serio al faceto. Dal sacro al
profano” dove versi giocosi e ironici si fanno voce per un rimando ad una
vocazione etica sotterranea, un rivelatore di sollecitazioni benefiche come
radici nutrienti per fogliame leggero, senza pesantezze, che tutto dice con il
sorriso sulle labbra e l’apparenza dello scherzo e della gioiosità.
Certamente,
fra tutte le composizioni, rilevanti sono i versi di “Gioachimismo”: potremmo
rassomigliarla ad un tempietto, dimora ancestrale e atemporale dove umano e
divino germogliano identiche essenze per sostanziale positività, dove le
illusioni “le anime fatue” (pag. 95) non sono, dove sull’altare del vivere si posa
una umanità sotto il segno della non contraddizione, nell’assenza d’ogni
apparenza, viva e vivente nel bene. Poesia
degna di questo nome il volume di Nazario Pardini.
Ester Monachino
Nazario Pardini
NEL FRATTEMPO VIVIAMO
Prefazione di Enzo
Concardi, 2020
Guido Miano Editore,
mianoposta@gmail.com
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