MONADI
A sbarre alzate un treno in
corsa
ci ha attraversato.
No, non eravamo preparati.
Non pensavamo potesse
accadere.
Adesso che le nostre braccia
sono volate via.
Non ci possiamo abbracciare.
E le mani,
queste povere, rugose mani
deufradate dalla funzione
della carezza,
gemono.
Non abbiamo più gambe per
raggiungerci.
Ogni nostro frammento
non ci appartiene.
E siamo così lontane.
La nostra distanza
è l'oceano che non si può
navigare.
E' il fossato del castello,
privo di ponte levatoio.
E' il deserto infinito senza
un filo di vita.
Isole irraggiungibili.
Ci incontriamo attraverso
schermi freddi
senza riconoscerci.
I nostri nomi comuni si
confondono nell'aridità delle dune.
E noi:
Tu figlia/ io madre,
ci smarriamo in questo gelido
paesaggio.
Intervallo senza fine.
Monadi
tra vita e morte
sospese.
GIORNI TACITURNI
Da giorni, questo liquido
silenzio
imbratta le pareti della stanza
il suono della tua voce, su remote rive, naufraga.
Il tuo volto si scioglie in mille rivoli.
imbratta le pareti della stanza
il suono della tua voce, su remote rive, naufraga.
Il tuo volto si scioglie in mille rivoli.
L'assenza è il vortice che trasporta
nella fossa della solitudine.
Sul comodino stile marina, la foto
dall'argentea cornice è falso appiglio.
nella fossa della solitudine.
Sul comodino stile marina, la foto
dall'argentea cornice è falso appiglio.
Il corpo vacilla.
Catturato dalla stretta morsa del panico
si sente soffocare.
Catturato dalla stretta morsa del panico
si sente soffocare.
La bora irrompe nel mio
giardino
stermina gli odorosi fiori.
E dei canti spegne l'armonia.
Orfana dei prodigiosi uccelli
La grande quercia, sussulta.
stermina gli odorosi fiori.
E dei canti spegne l'armonia.
Orfana dei prodigiosi uccelli
La grande quercia, sussulta.
Volto privo
di bocca,
naso affilato e colore lugubre.
Hanno questi giorni.
Silenziosamente narrano
di un vuoto incolmabile.
naso affilato e colore lugubre.
Hanno questi giorni.
Silenziosamente narrano
di un vuoto incolmabile.
Serenella Menichetti
Particolarmente interessante "Monadi" per le varie espressioni icastiche, molto efficaci e personalissime, che ci portano a nuove considerazioni sulla tragedia umana e collettiva non ancora superata.
RispondiEliminaMi soffermo sulla chiusa di questa composizione che, oltre a indicare una chiave di lettura immediata, arricchisce di pathos tutto il dettato poetico.
"I Giorni Taciturni" aggiungono particolari forti all'effetto drammatico della prima poesia; ne risulta un quadro completo del vivere snaturato di questi ultimi mesi vissuti e sofferti. Complimenti a Serenella per la sua poesia realistica.
Edda Conte.
Serenella cara, ho letto due giorni fa le tue liriche, ma ho avvertito una tale molteplicità di sensazioni che non sono riuscita a scrivere subito qualcosa. Tu sei nella Storia. E lo dico con amarezza, in quanto troppi ne sono usciti o forse hanno preferito non entrarci. Sembra assurdo, ma vivendo si prende atto che la tragedia ha assunto contorni diversi e che attualmente si va avanti con una strana 'normalità', con l'esigenza di dimenticare... Mi ritrovo spesso a chiedermi quanto sia indispensabile per l'uomo trovare degli escamotages o rilassarsi dopo le grandi paure. Di fatto le tue poesie sono attuali e come sottolinea Edda ispirano altri spunti di riflessione. In "Monadi" è sconvolgente quanto riesci a mettere in rilievo la distanza, l'assenza terribile dello 'spazio di un abbraccio' anche con i familiari, con gli amici più cari.
RispondiElimina"Non ci possiamo abbracciare.
E le mani,
queste povere, rugose mani
deufradate dalla funzione della carezza,
gemono."
L'empatia è il sale dell'esistenza, non si può essere divisi da un oceano mentre si incontrano i figli e sapere che si andrà avanti così, perchè è giusto che si evitino nuovi focolai.
Anche i versi di "Giorni taciturni" rispecchiano l'oppressione dei vuoti d'aria che caratterizzano questo tempo, il senso di impotenza, di solitudine. Il mondo è schiacciato dal peso di un numero impressionante di morti e il dolore cosmico deve darci il senso e il peso di uno strazio che va avanti. Nella tua lirica la natura non è esente dalla sofferenza, si stringe agli uomini, madre - calda e benigna, per gridare la propria partecipazione. Ovviamente in natura tutto va avanti, il creato prescinde da noi uomini, ma tu vuoi che ogni essere vivente sia partecipe. Lo vuoi per rendere visibile il vortice. Ti sono grata di questi versi che ammoniscono, che lacerano e restituiscono rabbia, sdegno e senso. Io sono accanto al tuo cuore.
Quel che si avverte e ci esonda dentro è un senso di vuoto e di impotenza eppure la forza di un vortice che ci prende nell'intimo. Ecco, senza virgole accade che le poesie facciano parte della propria e dell'altrui vita e vivano tessendo momenti. Bravissima, Serenella.
RispondiEliminaRingrazio di cuore le tre eccelse poetesse: Edda Conte, Maria Rizzi e Patrizia Stefanelli, per aver dedicato ai miei testi, la loro attenzione. Un ringraziamento enorme a Nazario Pardini per la sua sempre squisita accoglienza. Serenella Menichetti
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