Pagine

domenica 9 agosto 2020

GIOVANNI PASCOLI: "DIECI AGOSTO"


DIECI AGOSTO
X agosto, le "lacrime" di San Lorenzo nella più bella poesia di ...

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!


2 commenti:

  1. Nella lirica di Giovanni Pascoli "Dieci agosto", l'Autore ripercorre la notte di San Lorenzo del 1867, data in cui suo padre venne assassinato senza una vera e propria spiegazione. E si comprende la sua interpretazione della famosa 'pioggia di stelle', che avvenne in quell'occasione: non evoca desideri ed emozioni, ma simbolizza il pianto della volta celeste. In quell'occasione, infatti, i versi del Poeta - fanciullo narrano due ritorni strazianti: la rondine, che venne uccisa e "cadde tra spini", mentre
    "aveva nel becco un insetto:
    la cena dei suoi rondinini";
    e l'uomo - suo padre - che tornava al nido, che fu assassinato e disse:
    "Perdono;
    e restò negli aperti occhi un grido
    portava due bambole in dono…"
    L'analogia tra la rondine e l'uomo e l'insistenza sul concetto di 'nido' mettono in rilievo l'importanza che Pascoli attribuiva a madre - Natura e il senso profondo che attribuiva alla casa, alla famiglia, che in seguito a quel lutto iniziò a disgregarsi. Le creature poetiche che circondavano il nido personale gli erano care quanto gli affetti. I simbolismi e le figure retoriche caratterizzano questa meravigliosa poesia: le stelle cadenti non sono un fenomeno astronomico, ma il pianto del cielo e il nido è la casa per eccellenza. La cifra stilistica presenta sei quartine di decasillabi e novenari alternati. Il decasillabo, piuttosto raro, era un verso amato dal Poeta, lo indossava con armonia assoluta. La chiusa è di un'attualità incredibile. I secoli, talvolta, trascorrono invano. Le storie tendono a ripetersi, anche se con modalità diverse e i Poeti, ovvero 'le voci' del diversi tempi, danno la dimensione di quanto 'l'atomo opaco del Male' sia sempre in agguato
    Oggi siamo figli di un'esplosione di dolore e la pioggia del "Dieci agosto" sarà pianto o speranza? Ringrazio infinitamente Nazario per questo post e lo stringo al cuore. Lui resta una stella fissa, forse si chiama Sirio e non lo sa...

    RispondiElimina
  2. Mi scuso con Nazario e con voi tutti per le ripetizioni e i salti verbali presenti nel commento. Scrivo troppo di getto. Dovrò rileggere...

    RispondiElimina