Nella trafitta delle antinomie, di
Domenico Pisana- Helicon edizioni
Nota di lettura di Claudia Piccinno, collaboratrice di Lèucade
Domenico Pisana
Nella trafitta delle antinomie, di Domenico Pisana- Helicon edizioni
Nota di lettura di Claudia Piccinno
Claudia Piccinno, collaboratrice di Lèucade |
Il termine antinomie indica nella filosofia esistenzialista e in particolare nel
pensiero di Martin Heidegger, la condizione
di impersonalità in cui viene a trovarsi l’uomo, disperso nel mondo tra le cose
e gli altri, e dalla quale può emergere, conquistando la propria autenticità,
attraverso l’angoscia. (1). Il termine trafitta indica una ferita da
arma da punta, un'afflizione in senso figurato.
Il dolore che il Nostro porta sulle
spalle è dovuto alla preoccupazione, allo sconcerto per la perdita di senso e
di verità che hanno subito le parole e di conseguenza il genere umano.
Giungerà la notte/in cui non parleremo
più. E anche allora/il pianto canterà la sua nenia,
i falchi e le colombe parleranno lingue
diverse,/e su questi versi scenderà l’oblio/come l’acqua che cancella i disegni
sulla sabbia.
Questo libro raccoglie componimenti dal
forte impegno politico, che si badi bene, non è per il poeta militanza in un
partito, piuttosto che in un altro, è semplicemente lotta per la verità, etica
della parola, ecologia di un sentire che si rapporta col pensiero e con
l'azione.
Uomini e donne del Paese/ nuotano nel
mare della menzogna,
e la verità è un recinto dove
ognuno/sguazza come pavone saccente,
un’utopia cercata nel sogno./Poi noi
ingannati, voi ingannatori consegnerete
i comandi della nuova legge,/ dal Paese
s’alza l’urlo/che rinchiude in se stessi: con dolore….
Voi lassù,/tra banchi divenuti tombe
con ossa di morti./Su, toglietevi la maschera!
Come non riconoscere in questi versi lo
smarrimento degli italiani nella scorsa primavera?
Ma la maschera non è certamente solo il
dispositivo di protezione che ora dobbiamo indossare, è metafora ricorrente nei
versi di Pisana.
Si legga ad esempio : Il silenzio delle
maschere scava tombe lungo le vie, verità e carità/si fronteggiano a distanza,
giustizia e pace/ patiscono sotto le lingue delle cupole/allo sbando.
E ancora :Umano io, disumano tu,
solidali tutti, centomila,/nessuno: le parole si gonfiano, ci stancano,/ci
avvelenano, ingrossano i torrenti della finzione./la malizia di maschere sul
palco a recitare la parte:/un rude masaniello le aveva costrette nella
notte/a stare di fronte per scrivere il tutto e il nulla.
Domenico Pisana, teologo, docente, ora
in pensione, è molto preoccupato per le sorti dell'Italia: Una volta
popolo,/ poi popolino, ora populismo, si attende qualcuno/che faccia piazza
pulita; forse il tempo/ vedrà populocrati suonare la cetra fra i banchi/dei
Palazzi e dipingere il quadro del paese. La penisola è un languido greto nella
notte /che dorme, il teatro e la simulazione ci stancano.
In altri componimenti riprende la tematica
verità-finzione su scala prettamente nazionale, leggiamo infatti bandiera
tricolore divenuta cenere di verità tradite, oppure erompe dai lembi
dell’anima il grido su menzogne/ di
parole affluenti alle alte guglie/ dei palazzi. Ma
Egli sa bene che questo non è un problema solo italiano, bensì di tutta
l'umanità perchè Siamo tutti Lazzaro nell’oscurità della tomba/ in attesa
che Qualcuno venga/e ci dica: vieni fuori!
La luce della verità è la
mano salvifica che fa alzare Lazzaro, l'oscurità è la menzogna.
Se fossi angelo/ succhierei il veleno
di lingue menzognere scrive il poeta. Lo tormenta la
mistificazione delle parole: figure e figuranti che da mattino a sera/
stuprano le sue(mie) orecchie e
scopo della poesia oggipuò essere purificare la parola, fare luce sulla
verità e non cedere alla retorica dei
palazzi.
Filo conduttore di questo libro è la paura per ciò che è sfuggito al nostro
controllo e che potrebbe farci perdere l'autonomia: Dove andiamo? Non so, ma
certo l’attesa mi tormenta/in strazi di città visti e consumati/ dietro una
siepe di paura o sotto un cielo/ diviso tra una pioggia e il sole./E silenzio e
sdegno d’un popolo diviso mi fa eco...
Anche
le città sono sgomente
di paura/ allargano le mani, e ingrossa di dubbi/l’onda le identità
tramandate da secoli
La pandemia ci ha costretto a un
isolamento che ha tirato fuori altre angosce di chi si interroga per vocazione
sui destini del mondo, così Egli scrive: È scatola di sassi questo tempo
dell’angelo nero, spelonca di corpi senz’anima,/amplessi di cronaca e di sesso,
albe senza luce, Egli sa bene che siamo re e regine/ in vasi d’argilla
consegnati all’eterna solitudine
ma per fortuna il Poeta ha fede e la
fede lo sostiene e neutralizza la paura, aprendo le porte alla speranza, così
lui cerca il salvagente/ perché la sua barca non sia di carta/e non
vada alla rovina!
E a me non resta che credere nella speranza/ mentre m’inoltro tra le fibre di chi/ ha vinto perdendo e perso vincendo
(1) https://www.treccani.it/vocabolario/anonimia/
DOMENICO PISANA, nato a Modica nel 1958, è fondatore e
Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, circolo che opera da un decennio
nella sua città per la valorizzazione culturale, poetica e letteraria del
territorio ibleo.
Dopo la laurea
in Teologia, ha conseguito a Roma il Dottorato in Teologia Morale presso l’
Accademia Alfonsiana dell’Università Lateranense, nonché il Master di II
livello in Dirigenza scolastica. E’ giornalista dal 1985 e Direttore del
quotidiano on line www.radiortm.it.
Ha pubblicato:
9 volumi di poesie, 6 libri di critica letteraria, tra i quali spicca il saggio
su Quasimodo Quel Nobel venuto dal Sud – Salvatore Quasimodo tra gloria ed
oblio del 2006, 11 testi di carattere teologico ed etico, tra i quali spicca il
volume, edito dalla San Paolo, Sulla tua parola getterò le reti (1999),
tradotto integralmente in polacco e spagnolo, 3 volumi di carattere
storico-politico.
La poesia di
Domenico Pisana è stata oggetto di interesse a livello internazionale. Si sono
occupati di lui “Il Giornale Italiano de Espana”; il Giornale on line
“L’ItaloEuropeo Independent” di Londra lo ha intervistato come “personaggio del
mese”, e la Rivista letteraria francese “La Voce” ha pubblicato una intervista
a cura della giornalista Daniela Cecchini . Sue poesie, articoli e prefazioni
di opere di autori italiani sono stati tradotti in inglese, greco, francese ,
macedone e arabo.
Nel 2006
l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Modica lo hanno insignito della Medaglia
d’oro del “Premio alla Modicanità”. Candidato a diversi Premi culturali, nel
2015 gli è stato assegnato il Premio “Capitale Iblea della cultura” per
l’impegno profuso nella promozione della cultura e dell’espressione poetica
proprie degli Iblei”; nel novembre del 2016 gli è stato assegnato il “Premio
Sicilia Federico II” alla cultura mentre nel gennaio 2017 ha ricevuto il
“Premio Europeo FARFA” per la cultura e il territorio 2017, assegnatogli
dall’Associazione Internazionale dei Critici Letterari.
Complimenti di cuore alla scrittrice e poetessa Claudia Piccinno per questa splendida disanima sul libro del Prof. Pisana che ci porta ad analizzare le nostre paure più intime con la speranza di superarle in un futuro che si prevede incerto e comunque difficile. Lo smarrimento dell'Uomo moderno era già in atto da molto tempo, ma gli ultimi eventi, la pandemia, ne hanno accentuato la fragilità, l'impotenza e l'immensa voglia di riscatto che proviene dalla voglia di risorgere per far bene, per migliorare. Grandi riflessioni quelle del Prof. Pisana che Caludia Piccinno ha saputo sottolineare in questa bellissima recensione. Grazie mille per quanto fate per la cultura e per noi, arricchendo il nostro animo e il nostro sapere.
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