Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade
era un gioco!
....il vento infuria
l'onda si arriccia e in alto
si frantuma
spruzza salsedine...
Al tempo delle fughe dalla
scuola
complice Orazio e il traduttore in tasca
il vento festoso ci salutava a spruzzi
compagno di gioco.
-...corriamo...
ci insegue...-
un cavallone con la cresta
bianca
infuriato saltava la scogliera...
ci inondava fino nei calzini.
Lei rideva
Io ridevo.
Era un gioco!
Mi
iIlude un profumo nell'aria...
era il tempo del pittosforo fiorito.
Quanti ricordi, Edda mia! Nel tuo scrigno si conservano le esperienze di ognuno. A Napoli si diceva 'fare filone' e quei giorni rubati ai libri avevano la magia dell'adolescenza. Anch'io andavo sempre al mare! A dicembre entravamo nell'acqua per sfida... Non saprei mai raccontare in versi una delle tante esperienze folli e meravigliose di quei tempi. Tu possiedi il meraviglioso dono di viaggiare su tanti registri, di saper essere semplice e immediata, come l'onda del mare e di donare a ogni lirica una profonda allegoria. Nel caso di "... era un gioco!" la chiusa genera una morsa al cuore e il rigoglioso arbusto sempreverde sostituisce i tigli per simbolizzare quel territorio della memoria. Grazie, mia cara Amica antica, ti stringo a me!
RispondiEliminaMia cara Maria Rizzi,
RispondiEliminaleggo l'affetto della tua generosa amicizia in questo commento alla mia breve lirica. E' davvero l'eco di un ricordo che inconsapevolmente ci unisce ed accomuna. Ti ringrazio e ricambio il sentimento.
Con affetto, Edda