Maria Grazia Ferraris,
collaboratrice di Lèucade
Edda Conte- Fantasia della ragione
Una copertina tutta azzurra- un cielo
che ci offre l’intuizione dell’infinito- una nuvola bianca sfilacciata che
lascia spazio a più ipotesi interpretative- perfettamente adatta
alla scrittura di Edda Conte, che si muove verso il fantastico, la suggestione,
la realtà, l’onirico, e il titolo - Fantasia della ragione- bellissimo e
antitetico nella sua scelta apparentemente paradossale, che in verità chiarisce
ed amplia il mondo fantastico- letterario dell’Autrice e lo riconduce nel
contempo, armonicamente, ancorandolo, alla realtà. Storie straordinarie le
fantasie di Edda che entrano in modo indelebile nel nostro immaginario, e
appartengono certo tutte al mondo della favola, dell’immaginario ,del sogno, ma
forse anche a una realtà meno ovvia di cui abbiamo perso il codice
interpretativo, sulla quale è bene tornare a riflettere.
Alcuni
racconti, come Rondinino e la gazza,
Lucio e il gioco delle parole, la Storia di Narrante, sono
altamente metaforici.
In
Narrante si incrociano Narrante,
Fantasia, Natura e la ricerca della Madre. L’itinerario di crescita spirituale
e di vita conduce Narrante, povero, sincero, ma dotato di grande cuore, alla
ricerca della Madre; giunge così fortunatamente al canto, alla Poesia, che è di
per sé appagante, gratificante, forse autosufficiente e ….che forse non
abbisogna di altre maternità… La
spinta, il sale che permette di crescere è la comunicazione, l’assumere il
punto di vista altrui, col quale ci misuriamo, il saper raccontare mille storie, che sono sempre la traduzione
di una sola, che si ripropone in infinite maschere ed itinerari di ricerca, la
propria: sa modificarsi continuamente ed
assumere nuovi significati nel tempo."La fantasia è la madre del
sorriso".
Altri
racconti sono inquietanti, come La risata del vento, La favola del
Maimai, L’ultima pagina, L’isola,
una “favola” colta, poetica, che ci presenta
una voce intrisa di attese nella loro sintesi, potenti. ,… e poi la
Natura, il Vento, il Libeccio che sconvolge ogni certezza di tempo e di spazio:
un simbolo, una metafora che mette in discussione la vita, ogni vita... La
risata del vento, che sembrava, lontana nel tempo e non più spaventare la
gente, è invece viva, inquietante. Rieccola…“Un'ordinanza del sindaco
raccomanda di non uscire di casa. Si
mettono le paratie alle porte, si fanno provviste di viveri....i pochi passanti
si muovono con una sciarpa sulla bocca e paraorecchie sgargianti.Il vecchio
Gastone guarda osserva ascolta. ....Ma non sente nessuna risata.”
Direi
che E. sa toccare tutte le corde della
sua ispirazione tematica –fantastica e filosofica-( realtà e fantasia, senno e follia, sogno e miraggio), in modo esemplare: trasformati in racconti
coinvolgenti e meditativi dove la fantasia e la realtà si tengono per mano.
Colpisce
nella narrazione di Edda Conte la sua straordinaria capacità ( ed è una
costante dei suoi racconti fantastici) di utilizzare la Metafora, il
Simbolo e soprattutto la Prosopopea come
figura retorica-guida privilegiata dei suoi racconti che ci conducono a un
luogo privilegiato, amato dalla scrittrice, un luogo fantastico, l’isola, forse
immaginaria, forse reale, tutta interiore,
dove Edda Conte può liberare ed ascoltare voci ed immagini che nascono
dentro di lei, spinte in superficie dalla
sua sensibile vibratile fantasia immaginativa.
La seconda parte del libro
è costituita da tredici brevi monologhi.Questa è la parte più originale del
volume, più nuova, dove l’autrice penetra introspettivamente nel suo mondo
umano quotidiano e filosofico affrontando tematiche che affiorano con
leggerezza anche nei racconti, ma che qui vengono guardate direttamente in
faccia, affrontate senza interferenze o veli poetici, come il tema del tempo,
che appare non sospeso, ma contraddetto
e vanificato, il vuoto, il grande vuoto che pare un abisso senza fondo, incolmabile, l’unico protagonista della vita
che pare non avere senso…, ma il suo sguardo penetra oltre la scorza delle
apparenze, del quotidiano, lo spirito incontra forse la patria che sempre
attende il suo ritorno, e poi altri temi impegnativi come la vecchiaia e la
solitudine, il silenzio protagonista, con le sue tante facce ipocrite, solo
apparentemente calmo, riposante, amico, solidale e pacificante!, la comunicazione che
inevitabilmente si interrompe, il ripiegamento solipsistico, l’ossessione della
velocità, del nuovo,… i ricordi, il presente incomprensibile, la distanza tra
generazioni, la riflessione sulle dubbiose scelte credute decisive
della nostra vita, ritenute valori, essenziali per il nostro essere nel mondo:
questioni dell’essere e l’esistere, i perché della nostra venuta e sul rapporto
con il mondo che ci circonda. E con la FEDE.
Uno stile alla Saramago, un pensiero complesso
che invita a riflettere.
Vale
la pena di seguire i ritmi e le emozioni, i dubbi di Edda, che ci accompagna nella selva della vita, e della comunicazione negata, “
Il bello della cultura sta proprio qui, nella parola che un altro ha pensato,
ha scritto… magari secoli fa” che pur intuisce le stanchezze, le delusioni le
angosce, il deserto, il buio dell’animo
annichilito e nella distruzione operata
dall’uomo infelice che non ha più memoria ..e poi sa anche operare la
ricostruzione, la fiducia e l’entusiasmo della ritrovata comunicazione nel
pensiero e nella consapevolezza di essere orgogliosamente Uomini.”
“Si
perdono negli spazi infiniti le parole, e negli immensi silenzi,
nella nullità delle cose, nella
consapevolezza della solitudine.”
Poesia
e ricerca.
La conclusione che non conclude: questo forse il senso della vita.
L’Autrice coltiva un antropomorfismo che mantiene tutta la
forza evocativa di un mondo indefinito, vago, sospeso, che sconfina nel poema
onirico e surreale.
Tutto assume nuovo significato. Lievità e malinconia, solitudine
dominano, come di consueto avviene per l’Autrice.
Ma
ancora una volta la conclusione riporta alla realtà in fondo rassicurante del
vissuto.
M.
Grazia Ferraris, nov.2020
Maria Grazia carissima,l'Opera di Edda ti ha concesso di regalarci una versione ancora più raffinata - se mai fosse possibile -,lieve e dolce di te. L'esegesi di questi Racconti onirico - filosofici - faìvolistici ti ha ispirato come studiosa e come donna tesa al senso del meraviglioso. La pagina è musica e poesia. Descrivi la copertina, scivoli sulle caratteristiche stilistiche, ti soffermi sui racconti e concludi in modo sublime, asserendo che la nostra Edda "coltiva un antropomorfismo che mantiene tutta la forza evocativa di un mondo indefinito, vago, sospeso, che sconfina nel poema onirico e surreale". Mi hai arricchita, come sempre, Maria Grazia mia, e incantata. Sono entrata nel cerchio fantastico della tua arte, che è al servizio delle Opere altrui e ti ho ammirata. Vorrei saper scrivere come te... Un abbraccio circolare al tuo talento, a quello di Edda e alla forza epica del Nume Tutelare.
RispondiEliminacomplimenti a entrambe
RispondiEliminaGrazie per tutte queste belle pagine che la insostituibile amica Ferraris ha dedicato al mio "scrivere e immaginare"; grazie alla sempre presente Maria Rizzi per l'attenzione affettuosa e le espressioni di giusta ammirazione nei confronti di Maria Grazia Ferraris per la recensione del
RispondiEliminamio libro. Infine grazie a quanti sull'onda di queste invitanti pagine vorranno leggere "Fantasia della Ragione".( può essere richiesto a "Guido Editore Milano" )
un abbraccio alle amiche.
Edda Conte
errata corrige: Guido Miano Editore- Ufficio Stampa
RispondiEliminaVia E. Filiberto,12 Milano
tel:023451806
Edda Pellegrini Conte.