Anna
Vincitorio. Anna Vincitorio,
collaboratrice di Lèucade
Lettura
di "FANTASIA DELLA RAGIONE
di Edda Pellegrini Conte
Ho conosciuto Edda Conte o, per lo meno, un aspetto della
sua personalità complessa, attraverso "Miraggi dell'Isola".
La sua scrittura e i suoi contenuti hanno la peculiarità di
essere riconoscibili. Mi sono dedicata alla lettura della "Fantasia della
Ragione": un complesso di racconti e monologhi.
Il suo incipit, ci anticipa di poter rallegrare il nostro
spirito attraverso la narrazione. Storie in generale, permeate di fantasia.
Fantasia che aiuta e può indulgere al sorriso.
il testo si apre con la storia di Narrante. Siamo ancora in
un'atmosfera onirica cara alla scrittrice: campagne, boschi, prati e l'incontro
della bella Signora del Sogno: Fantasia. Figura che si identifica con la
Natura, madre di Narrante e anche di noi tutti; presente nel creato. Realtà o
sogno? Tutto scompare ma tutto può rivivere se si sa raccontare. E' il compito
della Nostra. Si susseguono racconti brevi. Semplici e vicini all'anima di chi
li assapora. Uccelli vivaci, con la loro tenera innocenza: rondinino, colombi,
la cicala, cinciallegre, passeri e cardellini. Anche bambini. I racconti, nel
loro scorrere, diventano più complessi perché essendo l'alter ego della
scrittrice, manifestano i loro interrogativi. La tematica del tempo non
abbandona lo scorrere del testo. I personaggi rincorrono il tempo. Il tempo è
una sfida. Lo inseguono senza raggiungerlo. Ma il tempo è parte integrante della
vita. Riaffiora l'isola che non c'è, cara ad Edda Conte perché è il rifugio
della poesia e quindi del poeta. Si può, sia nel sogno che da desti, vagare con
lo spirito e creare atmosfere colme di armonia.
Affiora nuovamente il vento, altra componente del sentire.
E' imprendibile. In esso ci si immerge con le ali del silenzio. Può
distruggerci come rallegrarci. Rimane però immutato il suo fascino. Nelle
ultime pagine dei racconti una storia conclusiva della prima parte del testo.
Il personaggio si chiama Uno. Tipico di Edda dare nomi che sono entità astratte
fornite di sentimenti. Uno cerca risposte. E' uno spirito libero; vive nel
disagio, ma non è questo importante. C'è ansia di fede e difficoltà
nell'individuarla. Dio c'è, ma dove trovarlo e, nel trovarlo attraverso il
viaggio, raggiungere la felicità.
Una felicità che non risiede nei beni fisici ma nel cuore
dell'uomo. Uno è consapevole della sua pochezza: è particella di un infinito
che "vaga in balia del mistero dell'esistenza". Ricercare il Libro
dove è scritto il viaggio dell'uomo e raggiungere la felicità. Dove è il libro?
Uno ha percorso quasi tutta la sua vita. Nella precaria esistenza degli artisti
del circo vede sorridere. E' questo, forse, il luogo dove vivere giornate
serene. ma ritorna la domanda: dov'è il libro? E' la notte di Natale: risuonano
i canti di Gloria. Il libro è credere nella nascita di Cristo. Puoi scorrerlo;
è aperto all'ultima pagina.....E' bianca. Nel bianco, il Nulla e il Tutto. Ma,
sta a noi, riempirlo. Possiamo scorgerne l'inizio, ma non la fine.
Seguono i Monologhi. Un cogitare profondo sulla vita e il
suo declino simile all'autunno. Sempre il vento che disperde frammenti di
ricordi. Gli errori commessi: accadimenti belli con i loro colori e anche
quelli tristi. L'autrice cerca una via di fuga. Chi le sta accanto è logorato
dal tempo. E', ma come se non fosse. Parole che non bastano più. La ricerca di
Dio; suoni che pervengono dal silenzio.
Presente la parola divina anche se Dio non parla ma, dal
suo silenzio, ci giungono risposte. L'aiuto può venire dalla lettura e la
lettura si concretizza nel tempo. La poesia ci aiuta perchè ci induce a pensare
e a ricevere risposte nelle pause e nel silenzio. Lunghe le giornate che
scorrono in abissi vuoti. Con noi la natura, e i suoi colori. Come riempire il
vuoto? Col pensiero e, nel pensiero, ricordare. Cosa? Chi? Tutto o anche
niente. Ma basta ripensare a un pomeriggio d'amore. Così, anche un libro di
poesie che stringiamo al seno. Ricercare la bellezza nella parola e poi
attingere al sogno; ogni attimo, lunghissimo o breve, scorre nel Tempo. L'uomo
non può separarsene, ma esiste ed è importante essere consapevoli di esistere e
di poter scegliere. Scegliere dà consapevolezza di sé e possibilità di creare
qualcosa che resti. L'uomo vive, ricerca, crea. Raggiunge uno status di quiete
all'interno del suo essere. Nulla è certo; molto è solo vagheggiato. Compagna
sempre a lui presente: la solitudine. Essere soli non vuol dire assenza di
cose, eventi, persone: è una sensazione interiore simile a una veste che non
può essere a noi congeniale ma che siamo costretti a indossare.
Firenze 22 novembre 2020
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