Loredana D’Alfonso su “Per dove non sono stato mai” di Francesco Paolo Tanzj
Loredana D'Alfonso, collaboratrice di Lèucade |
Francesco Paolo Tanzj, scrittore,
professore e operatore culturale, romano di nascita e formazione, si presenta
nella veste di Poeta in questa silloge dal titolo “Per dove non sono stato
mai”, edita dalla Stango Editore, introdotta da una pregevole prefazione di
Plinio Perilli.
L’opera fa immergere il lettore in un
mare ritmato da onde diseguali, alternativamente tranquille e tempestose.
Versi originali e ribelli, un vivace
miscuglio di temi romantici ed un mai tramontato mito della giovinezza.
La silloge si apre con una citazione di
Jack Kerouac, poeta e scrittore statunitense, autore del celeberrimo romanzo
“On the road” e padre della “Beat generation”.
“…E
poi , che importanza ha il fascino della
cultura e dell’arte, tanto non servono a niente senza calore umano. Tutto lo
scintillio di arazzi, paesi, gente: non vale un centesimo senza il calore. I
poeti di genio sono soltanto decorazioni su un muro se non possiedono la
gentilezza, la Caritas”.
Consideriamo queste parole come una
bussola che ci orienta nella poesia di Tanzj: versi in assoluta libertà,
limpidi, visionari, frammenti e slanci di pensiero.
Si entra in luoghi come “La soffitta
dei sogni” dove “Nicoletta ti invitava a
salire le scale per portarti lassù - sorridendo – alleggeriti in quel (suo)
mondo soffuso “che al tempo nega l’esser reale”, che gioca a rincorrersi tra
l’amore e le scale”.
Si tocca la malinconia giovanile di
“Malabevuta”, “…ci sono poi quelle bevute
che (alla fine) t’esce l’anima dal verso sbagliato quando parli e straparli e
insegui purezze che non hai visto mai e lasci andare i tuoi sensi ai confini
più balordi tra lune traverse e messaggi d’amore”.
E poi si viaggia, per luoghi “per dove
non sono stato mai”, o forse sì, e comunque, si torna a visitarli con immagini
nitidissime.
Dal caldo vento di Filicudi, fino alla
Grande mela. Dove New York si sente, nei “grandi
passi per tenere il ritmo del mixing people sulla Fifth Avenue”, perché Manhattan è così, le strade sono
arterie dove il sangue scorre veloce, dove non è possibile rallentare il passo.
Il Poeta ci mostra i taxi gialli, le fontane, i grandi spazi di Central Park ed
i locali di jazz che si trovano ovunque.
Si passa per Bali, con i suoi “aguzzi puntali tra nuvole e cielo di mille
templi addormentati”, si sosta a Berlino, una città grigio-fumo come il
colore predominante del capolavoro del
regista Wim Wenders, “Il cielo sopra
Berlino”.
Si respira il fascino dell’America
latina e di Macchu Picchu, si accendono i colori delle tele di Paul Gauguin e
Vincent Van Gogh e dei bistrot di una Parigi “bella e maledetta”.
La raccolta poetica si chiude con una
lirica che è una splendida, corale preghiera, il mare ridiventa tranquillo e
l’Autore con “Perdono” raggiunge un’elevatissima vetta espressiva.
E’ in questa poesia che si avvertono
davvero la “gentilezza e la Caritas” di cui parlava Kerouac e dalle quali un
vero Poeta non può prescindere.
Questi versi, che sembrano partire
dall’intera umanità, non sono stati scritti di recente, eppure evocano
perfettamente l’atmosfera dei nostri giorni, difficili e sospesi.
“…Sarà
forse il pianto dei bambini, o il
desiderio di chiedere perdono, ad annunciare il mondo nuovo, a svolgere il
sudario del Cristo estremo che ci tocca ancora da salvare”
“Sarà
la morte o l’istinto d’amore a ricordarci che siamo veramente tutti uguali e
che i distinguo non servono un granché di fronte al magico nulla di una cosmica
illusione”
“Sarà che stiamo (tutti) appesi al domani e che i rimpianti - poi - ci fanno ammalare, che i giorni andati sono un film senza capo né coda, che vorrei braccia larghe per circondare tutta la vita senza io né tu e non dimenticare gli attimi istanti di questo dolce amaro gioco e senza fine……”.
Un magnifico dipinto questa recensione della mia Lory dell'Opera del carissimo amico Poeta, Scrittore e infaticabile animatore culturale Francesco Paolo Tanzj. L'esegesi è visionaria, stordente e magica proprio come il climax che il Nostro riesce a creare negli incredibili eventi ideati spesso proprio da lui. Il testo "Per dove non sono stato mai" mi riporta a una serata unica che tenemmo in una libreria di Roma, che sembrava nata dalla fantasia di Kerouac. Fu l'occasione nella quale conoscemmo Francesco. Questi decise di recitare le proprie liriche girando per la sala a braccetto con Loredana, che tra gli altri, possiede il dono di essere un'ottima interprete di poesie ed estratti di narrativa e di saggistica. Sembrava di assistere a una danza. Ricordo i versi, affrescati in modo lieve e dolcissimo dalla nostra amica, e rileggendoli sono tornata indietro nel tempo, ho attraversato la bolla di vita negata per assaporare l'incanto,l'arricchimento, la gioia di quella e di tantissime altre presentazioni... e chiamarle così mi sembra terribilmente riduttivo. La ringrazio ancora per questo exursus di nuove letture partecipate tra i testi vissuti negli anni e, con lei, ringrazio Francesco, sempre vicino, anche nei fatti, ai nostri cuori. Li abbraccio forte forte ed estendo la stretta al grande Nazario che consente questa vacanza collettiva sull'Isola.
RispondiEliminaCarissima Maria.....
RispondiEliminami hai portato indietro nel tempo, in quella libreria grandissima che aveva un fascino tutto particolare...l'incontro con Francesco fu magico...una "passeggiata poetica" dove io mi ritrovai a declamare versi con lui, assolutamente a mio agio!
Grazie per aver evocato quella serata!
Un forte abbraccio a Francesco e a Nazario che ci permette di respirare aria nuova in questa sua Isola.
Loredana D'Alfonso
Come fare a non ringraziare la mia amica di passeggiate Loredana per le cose bellissime che ha scritto su di me, col cuore e con l'anima, e l'immensa Maria che ha commentato a modo suo, ricordando momenti belli e fortemente empatici dei nostri incontri? E al grande Nazario: grazie di esistere!
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