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martedì 8 dicembre 2020

M. LUISA DANIALE TOFFANIN: "IL SORRISO DEL MARE" DI NAZARIO PARDINI


Maria Luisa Daniele Toffanin: Il sorriso del mare, di Nazario Pardini


 Maria Rizzi, con quell’eleganza che da sempre è sua cifra stilistica, presenta la nuova plaquette di Nazario Pardini Il sorriso del mare, Edizioni Blu di Prussia, 2020: dieci liriche d’amore di cui ci rende subito partecipi. Sin dalla copertina, infatti, illuminata da un tramonto meraviglioso partorito dall’immenso utero del mare, entra nel mondo poetico dell’autore e ne diviene sua Voce, vivendo così intensamente l’esperienza umana e poetica come fosse parte di sé. Con le corde psicologiche vibranti all’offerta di ogni verso, lei si immedesima nell’opera di Nazario a tal punto da trasmettere, in diretta a chi legge, la carica emotiva motrice di queste liriche: il sogno d’amore infinito che abita la vita, consacrato dal mare. Così, con leggiadre note, ci fa incontrare Delia... creatura viva, reale ma lieve, luminosa quale personaggio uscito dalle pagine eterne dei poeti o dalla tela della pittura, anzi rinata dal mare come mito, sogno d’amore. Allora il mare, che genera la vita, qui rigenera il mito della donna intesa come bellezza dell’amore che non muore mai, sublimato dall’infinito sciabordare musicante dell’onda. Avvertiamo quindi la pienezza di questi vissuti, liricamente rievocati da minimi particolari e riproposti a noi come visioni/immagini oltre l’umano. Vissuti che racchiudono la vita intera nella scoperta, nascita dell’amore e nel suo spegnersi, nello sfiorire della bellezza, nel coraggio dei sogni che rimangono come luce in noi. Qui l’intuizione poetica diviene messaggio universale: sono, questi attimi, quelli appartenenti all’adolescenza e alla giovinezza, fissati in brevi incontri, in sguardi reciproci furtivi, in mani che si sfiorano, in situazioni magiche che rimangono in noi per sempre, come reliquie dell’eternità. Sono quei sogni solo nostri, che non dobbiamo sfuggire - dice Maria - ma rispettare, come nelle liriche di Pardini, quali incantesimi buoni a noi concessi. È un passato, allora, che tutti possediamo dentro, negli angoli più segreti, ma che ha in sé il miracolo infinito della stessa vita, sostanza delle poesie di Nazario, consacrato dalla benefica energia del mare-culla, spazio-tempo amato dall’autore. Facendo rivivere le donne di Nazario, Maria ci permette di assaporare tutto il nostro mondo interiore, tessuto di attimi magici, espressione di eterni desideri, sogni di cui abbiamo bisogno anche per vivere le delusioni. Tanto è riuscita nel suo intento che noi crediamo ormai di avere incontrato queste donne, reali, sogni d’amore e condividiamo nuovamente il messaggio di Il sorriso del mare Una rilettura, in dialogo con la recensione di Maria Rizzi, della nuova plaquette di Nazario Pardini, dieci poesie di tema amoroso pubblicate dallle Edizioni Blu di Prussia Nazario di rispettare il coraggio dei sogni, qui rievocati e sublimati dal sorriso del mare. Grazie all’attenta lettura della Rizzi e alla sua prestigiosa scrittura siamo entrati nel mondo di Pardini che con la sua grande umanità ha qui rivisitato la vita quale dono di infinte esperienze e sogni da tenere accesi sempre. Pur avvertendo la caducità della bellezza e la presenza del dolore disperante ci trasmette la sua verità: il sorriso del mare, riflesso negli occhi delle donne e nelle vicende umane, dà un senso d’eterno alla nostra immanenza. Ma ora, che ho tra le mani la copertina, guardando quel tramonto posso osare oltre: può rappresentare infatti la fine di un amore (La sera una preghiera ad occidente / dove il sole si perde alla marina. / Tutto è rosso. Il mare un luccicchio. / Il piano si piega inginocchiandosi / dinanzi alla fine di una storia..., da Amapola) la cui luce si riverbera in noi e non muore mai. Come la luce del sole che si fa stella, firmamento, alba, giorno nuovo, storia del cosmo e della vita senza mai spegnersi, così il ricordo luminoso di un amore sarà per sempre esperienza, pagina esistenziale, attimi, sentimenti irripetibili. Quell’immagine si dilata ora, in me, in una visione primordiale del tramonto vissuto al Porticciolo in Sardegna, atteso da tutti inginocchiati religiosamente ad aspettare il momento in cui il sole entrava nel mare e, con lui, diveniva un universo unico di luce che non voleva spegnersi: accendeva l’acqua, il cielo, la rena, noi nella sacralità dell’ora. Così è sacra quella fase della vita, dell’infinito innamoramento che si accende a uno sguardo, ad un sorriso, ad un ammiccamento, ad un tono modulato della voce, ad un moto del corpo, ad una veste un po’ sbracciata: ti cattura, ti abita per sempre. Il simbolo musicale di questo stato d’amore adolescenziale e giovanile, ritratto nelle sue note variegate, gentili rievocate qui con pudore, è Amapola, soave nome che si scioglie in bocca direbbe Sbarbaro, e si dilata nello spazio-tempo grazie all’ampiezza delle vocali e all’armonioso gioco delle consonanti. Si dilata in un suono struggente che ha accompagnato le nostre ore in un anelito d’infinito all’Amore, alla Bellezza che io, pur donna, avverto come cifra interiore della Donna. Si apre in un richiamo amoroso alla natura, partecipe femminile quasi all’umano momento e coinvolge anche angeliche sfere: Come è bella la natura questa sera, / come triste l’armonia del creato, / tutto si scioglie in un pianto corale: / il verde si ricama di una fine / leggera e musicale; l’acqua rispecchia / un sole che a metà chiama alla fonte, / gli angeli rannicchiati fra le fronde / danno fiato alle trombe... il tutto è avvolto dalla melodia della canzone LIBRI palomar 31 che si dilata fino all’orizzonte e include anche la donna di cui rimangono nel poeta gli occhi che ammirano incantati / un tramonto che suona una canzone. Nazario si muove nei suoi versi in volo leggero, rapito da un afflato d’amore, stupito dalla purezza dei gesti, da quei giochi fugaci, in corsa sulla rena lungo il mare, dai sorrisi, dagli sguardi accesi in incontri casti ma che racchiudono in sé la pienezza dell’amore, rievocando così non solo i suoi palpiti ma il sentire di un’epoca altra, un tempo quasi vergine, in cui le emozioni si identificano nella musica di Amapola, nella musica del mare che consacra tali sentimenti. L’amore quindi è vita e attraversa tutto il creato, ma è anche dolore che ti dà però forza, coraggio, che ti accompagna come l’amore del padre che diviene luce per guidare il poeta, e noi con lui, verso l’oltre: accendi la tua luce, / mi farà da cometa sulla strada... Grazie, Nazario, uomo e poeta unico, per averci fatto riscoprire emozioni in noi sopite, sentimenti rivissuti ad un angolo di piazza, sulla stessa panca col libro di latino là posato, in conseguenza di un bagliore, un profumo, un guizzo d’aria fresca, una musica, i riflessi del mare che sono stati il tessuto della nostra giovane vita, senza i quali non avremmo assaporato la musica dei cuori ai battiti della primavera. Grazie per il tuo amore per l’amore che percorre l’universo dei cieli, della terra, delle acque e che a noi si manifesta in quegli istanti indicibili di un’altra età del cuore. Merita gratitudine Maria Rizzi, che mi ha introdotto con passione nel mondo poetico di questa plaquette, Il sorriso del mare, di cui con piacere ho trovato conferma nella mia personale lettura del libro, stretto tra le mani del cuore. Riporto questi ultimi versi, per dire l’atto di devozione alla donna-bellezza del creato: se la primavera non profumasse / di donna, e il tutto avesse la voce / dell’inverno, del triste e nuvoloso / inverno, non esisteresti tu / con la tua aria estiva, luminosa, / a dare ragione al creatore / che ti ha voluto in questa / irripetibile, unica, stagione.

 

1 commento:

  1. Ritrovo l'immeritato riferimento alla sottoscritta della cara Maria Luisa, che con la sua recensione tocca vette altissime di lirismo. Il Poeta che scrive del Poeta è magia che nessun altro può uguagliare. Ho già letto questa pagina, ma scorrerla ancora e ancora fa tanto bene al cuore. Abbraccio forte la mia amica e il nostro Nume Tutelare, che rende possibili questi incontri e queste fughe dal reale....

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