Rita Fulvia Fazio
METAMORFOSI E SUBLIMAZIONI
Guido Miano Editore, 2019
Recensione di Maria Rizzi
La
prima prova editoriale di Rita Fulvia Fazio “Metamorfosi e sublimazioni”
edita da Guido Miano – Milano 2019, è introdotta con la consueta capacità
esegetica da Enzo
Concardi, che mette in luce quanto sia importante per entrare nel
vivo della poetica dell’Autrice, cara a tutti coloro che frequentano, come la
sottoscritta, il blog “Alla volta di Leucade” con assiduità, comprendere la sua
dinamica tra significato-significante, concetto che riporta all’assunto di
Roman Jakobson, filologo, linguista e critico letterario russo, secondo il
quale in poesia ‘l’equazione serve a costruire la successione’. Occorre
ricostruire il senso del messaggio, che per volontà della Poetessa è
altalenante, teso a evidenziare le ambivalenze presenti nelle storie con
coraggio e senza ipocrisie. Un lirismo quello della Fazio, che supera il limite e
sceglie spesso l’ineffabile non per volontà di risultare ermetico, ma per
coraggio, per la volontà di assecondare le esigenze dell’io, di lasciar
combaciare la poesia con la vita. Molti individui proiettano all’esterno solo
ciò che desiderano che gli altri vedano, consapevoli che anche se esponessero
gli stati d’animo che celano dietro le maschere quasi tutti rifiuterebbero di
vederle.
La
percezione degli altri è quasi sempre distorta dai pregiudizi, dalle paure,
forse perché, inevitabilmente, nel guardare il prossimo ci si specchia in se
stessi. L’Autrice osa, non teme le interpretazioni, consapevole che le
emozioni, il sangue, la carne sono fogli dello stesso libro e che scegliere di
scriverlo ha senso solo evitando i veli di Maya. La Silloge ha un titolo
apparentemente complesso, in realtà le metamorfosi sono i fisiologici mutamenti
che una persona affronta nel corso dell’esistenza e le sublimazioni sono le
necessità di elevare moralmente i propri comportamenti. Nulla di trascendente.
I passaggi di stato che affrontiamo in tanti e che la Fazio rende condivisibili,
in quanto non sembra nata per guardar passare le stagioni, ma per evitare che
il tempo terreno si trasformi in fumo. Le liriche ci consentono di ascoltare la
sua anima che suona cava come quando accostiamo all’orecchio una conchiglia.
L’aspetto criptico di alcune poesie nulla toglie al suo concedersi, in quanto
esprime gli elementi ambigui dei sentimenti, l’alternanza tra il bene e il
male, che è origine e senso del percorso umano.
“La paura è il dolore che
provi
poiché non sai nasconderti la verità.
E quando rimani solo,
faccia a faccia col dolore,
nessuna pietà alberga nel tuo cuore,
né verso te né verso gli altri:
percorre la strada della disperazione
con l’aria sfatta
di un pianto tremante”.
(versi
tratti da “Accordi”)
Inizia
in discesa la Raccolta,
verso gli alvei scuri della paura, ma la lirica appena citata, la prima, vive
nella seconda parte la sua sublimazione, evidenziando la capacità della
Poetessa di cambiare registro con immediatezza, di giostrarsi tra rime, ritmi,
guidata da un timbro imponente, che crea variazioni inesauste all’interno della
stessa lirica. Il titolo della Silloge è riassunto già in “Accordi”, un
misterioso, inebriante susseguirsi di luci e ombre fino al “sublime accordo / della felicità”. Splendida l’elevazione
dell’eros che la Fazio
realizza nella poesia “Amplesso” tra “la
luce / al firmamento / nell’amplesso col silenzio”. Nel segno del repentino
cambiamento si spegne ogni luce, diviene fitta la notte dell’anima, così fitta
da sembrare impenetrabile.
“Anche oggi
è una giornata morta:
il cuore è spento.
Una prigione senza confini
confina la mia anima.
Cristalli di lacrime,
nei disincantati sorrisi,
soffrono una nenia
senza paradiso”.
(La
lirica “Assenza di stelle”)
Superbo
il potere dell’anafora, figura cara alla Nostra, che nel ripetere rafforza e
trasforma l’assenza di confini in grande confine … potere della Poesia… Come il
cielo primaverile muta all’improvviso la prospettiva della Poetessa, che recita
nella dedica del testo: “Ebbi il tuo
sguardo / e trovai l’amore” e all’amore ricorre per costruire un quadro di
pace e di spiritualità salvifico. Non chiede alla fede assistenza, in virtù del
fatto che la scienza sorprende con la dimostrazione delle verità mistiche,
l’ultima in ordine di tempo l’immortalità dell’anima.
“Creatura di preghiera
l’interazione concettuale
garantisce la tua serenità,
entra nella fisica quantistica
della stabilità apparente
ricerca l’unità dell’atomo.
Sii tu
Creatura di preghiera”.
(versi
tratti da “Creatura di preghiera”)
Enzo
Concardi sottolinea l’importanza per la Fazio del carpe diem, io aggiungo che il tempo
sospeso che attraversiamo ci insegna che ‘ogni giorno è il giorno’, e
soprattutto che l’altra metà da trovare nella vita non è solo l’amore, ma
l’altra metà di noi stessi, la parte sconosciuta con la quale è indispensabile
trovarsi e riconoscersi. Solo allora si potrà condividere con l’altro
l’esistenza. Prima è indispensabile averne una… di esistenza! La poetessa
recita: “Tempo che sa / che non c’è
ritorno / per tornare ad essere / innamorati della vita / e non apprezza
l’ultimo congedo / finché hai grazia di vivere” – tratti da “Finché hai grazia” I ricordi esistono
nella loro fissità. Sono fotografie. Memorie che riscaldano l’anima, ma secondo
la Poetessa non
alimentano il presente e non garantiscono il futuro. Vi è una lirica concepita
in stile diverso, quasi tipografico, che trasmette rovente purezza d’intenti e
trasporto assoluto. Una lirica nella quale l’Autrice crea immagini tramite il
pensiero e attraverso le immagini descrive un “Futuro bimbo”, ovvero il nostro
Nazario Pardini, l’uomo che cattura le nuvole e si lava le mani nelle onde del
mare, il Poeta al quale non appartiene ‘schema
predefinito / né pregiudizio’. La
Nostra ha avuto la gioia di incontralo quando erano fanciulli
e ‘l’anima colse / scintillio / dal cuore
e / dal puro spirito / e trattenne il / futuro “bimbo”. L’anima, che vive
al di là del tangibile, seppe subito che si trovava di fronte a un eterno
fanciullo, lo trattenne per nutrirsi della libertà e della luce di quella
creatura, per distillarne la linfa e provare a mettere in atto la sua stessa
fuga vitalissima, corporea e spirituale, verso il nucleo segreto
dell’esistenza. Il ritratto di Nazario si staglia tra i mutevoli stati d’animo
della Fazio come punto di riferimento, come faro nella tempesta delle emozioni
in corsa. Solo la musica e l’amore possono accostarsi alla stabilità del Poeta
caro a noi tutti, quali simboli di danza lenta, di tentativi di ascoltare la
vita con calma, respirando piano e rammentando che in ogni attimo si srotola un
frammento d’eterno.
“Amore, Amore mio
hai occhi di vento,
taglio di lama affilata
che va dritta al cuore!
Accarezzi, lieve e puntuale,
la mia anima
rullante
di tamburi in festa.
Sollevi tempeste di sole,
veli di baci sopiti,
farfalle di carezze a te
negli assolati meriggi
arroventati
che fanno d’inverni estati,
d’autunni primavere” - versi
tratti da “Occhi di vento”
L’amore
è tempesta, uragano, scombussola ed è bussola per orientarsi, è eterno nord
dell’esistenza. Superbo modo dell’Autrice di vivere il sentimento tanto
inflazionato. Lo rende spirito del creato, movimento tellurico che scuote i
sensi e restituisce loro fiducia e speranza. La sublimazione avviene tramite
l’amore, cattedrale tonante della Poesia, e tramite la Fede, movimento di ascesi,
che coinvolge i miracoli della natura. La Nostra canta il vento, le stelle, gli alberi e
crea intrecci magnifici: “Così a voi io
canto: / sequoie tra le stelle, / alberi che invocate la luce / e il vento non
disdegnate” – da “Sublimazione” Le
creature della natura acquistano vita propria in un antropomorfismo che concorre
a una più elevata coscienza della personalità umana. L’animismo, ovvero la
parte spirituale dell’uomo, contrapposta al corpo, si scontra, inevitabilmente
con “l’equilibrio precario / di questo
tempo / nell’urlo cosmico / che, di pazzia, fa la normalità” – da “Utopia” e l’altalena che muove lo
spirito della Poetessa, torna incessante a palesarsi, a rendere la Silloge un ‘estravagario’,
per dirla con Pablo Neruda, di dolori, paure, abissi, risalite, speranze e
soprattutto di amore, in tutte le sue sfaccettature. L’album di sentimenti
della Fazio è originale, perché non asseconda i luoghi comuni, non ha una
sequenza temporale o emozionale, si adegua ai cambiamenti, sbatte contro
l’invisibile per afferrare lembi di cielo.
Maria Rizzi
Ringrazio Nazario per aver pubblicato quest'altro mio lavoro e mi scuso con la Poetessa per aver scritto fisiologi e non fisiologici. Un brutto refuso. Ho gustato ogni lirica come ciliegia matura e sono uscita dall'avventura molto arricchita. Abbraccio forte lei e il nostro Nazario, 'futuro bimbo'...
RispondiEliminaGrazie a te carissima Maria per avermi reso partecipe di questo studio accurato, ricco di spunti di riflessione. Leggere i tuoi scritti è infinitamente istrittivo e coinvolgente. Complimenti all'Autrice che, attraverso la tua analisi, brilla di luce propria.
RispondiEliminaMarisa Cossu
Marisa adorata, quoque tu? Io sono un'apprendista, tu una Maestra. Il volume è originale, coraggioso, stimolante e ho osato insieme a Rita, il dono è stato il suo, te lo assicuro. Sei sempre di un'affetto avvolgente. Grazie infinite, creatura cara al mio cuore.
Eliminacomplimenti Maria per questa recensione che invita alla lettura, e complimenti all'autrice
RispondiEliminaNon conosco l'autore /autrice di queste parole, ma ringrazio sentitamente...
EliminaRICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaAvevo a cuore di fare pervenire il mio testo poetico "Metamorfosi e sublimazioni" alla cara Maria Rizzi dove, peraltro, è presente nella sezione "Antologia essenziale della critica" con riferimento alla lirica "Luce divina". L'editore Miano, che ringrazio, me l'ha permesso.
E lei, Maria, mi ha commosso fino alle lacrime col suo pregevole e fantastico omaggio, questa sua esemplare Lettura. La sua dottrina e le parole, fresche e chiare, brillano sul mare, rifulgono al sole invernale e concedono una carezza dolce alla presa di coscienza realista e universale che paleso richiamando alla mente la splendida lirica "Ed è subito sera" di Salvatore Quasimodo.
Emerge un'armonia d'intenti nella percezione autoptica della pregevole esegesi approdata al porto di Lèucade. Ella accoglie, con affetto e con merito, e il prefatore Enzo Concardi e il professor Nazario Pardini, consapevole dell'indubbio valore letterario e umano che rivestono.
Accoglie me, in modo esplicito e luminoso, e sintetizzo con le mie parole: Io sono la mia poesia. Scrive:
"Un lirismo quello della Fazio, che supera il limite e sceglie spesso l’ineffabile non per volontà di risultare ermetico, ma per coraggio, per la volontà di assecondare le esigenze dell’io, di lasciar combaciare la poesia con la vita."... "L’Autrice osa, non teme le interpretazioni, consapevole che le emozioni, il sangue, la carne sono fogli dello stesso libro e che scegliere di scriverlo ha senso solo evitando i veli di Maya."
E, che dire,
sono emozionata. Emozione si aggiunge ad emozione: mi fa felice che abbia citato la dedica del testo, e colgo l'occasione per trasferirla a voi, per ragioni di completezza, per esteso:
_Ebbi il tuo sguardo e trovai l'Amore. Ebbi l'Amore e trovai il tuo sguardo._ E ringrazio con la gioia nel cuore, anche per aver citato la poesia "Occhi di vento" anch'essa dedicata al mio Amore.
Della superba recensione, Maria, ti sono infinitamente grata e ti abbraccio. Sono contenta che tu abbia gustato le mie poesie come ciliegie mature, e il viaggio ti abbia arricchito.
Un grazie infinite al professore Nazario Pardini, sempre, per l'accoglienza. Cordialmente,
Rita Fulvia Fazio
Rita cara, qui hai proprio esagerato, mettendomi in soggezione. Come ti ho già scritto via e-mail
Eliminala tua Silloge è un cammeo e potevi desiderare critici ben più illustri di me. Sono commossa
dalle tue parole e posso solo confermare che mi è piaciuta davvero tanto, mi ha trascinato
nella tua dimensione dell'esistenza, che è simile a quella di tanti altri, ma che riesci a esporre
con fierezza, senz'ombra di ipocrisia. La cifra stilistica è molto meno ermetica di quanto sembri,
forse perché l'ho sentita profondamente. Hai avuto prefatori superlativi, per cui non credo di meritare i tuoi complimenti. Sono io a ringraziare te, mi hai concesso una fuga nel cuore di alto spessore. Tra amiche è bello abbracciarsi. Io, in attesa di conoscerti, e di uscire dal tempo negato, ti stringo idealmente.
>RICEVO E PUBBLICO
EliminaMaria, carissima,
il mio percorso sull'isola di Lèucade, preziosa realtà culturale che da individuale si fa collettiva, era stato da te condiviso con sensibilità, intelligenza e cuore. Averti vicina anche in questo frangente, era un desiderio insopprimibile, sapendo ti avrebbe toccata nel profondo. E la tua lettura è stata condotta con capacità indiscusse, senza leziosità, in verità. Grande! E, rinnovo i complimenti!
Ammiro i critici di indubbio spessore che si sono occupati di me, cui va il dono caldo delle mie parole.
Un abbraccio pieno del calore intenso di questa giornata al mare con l'augurio che al tempo sospeso si accosti sempre il sentimento poetico, nell'attesa della realistica condivisione della stretta avvolgente.
Marisa Cossu, l'unica persona, frequentatrice dell'Isola, che ebbi l'occasione di conoscere al ritiro di un suo premio per la partecipazione al concorso del circolo Parasio di Imperia nel 2017. Nessuna presentazione, solo un piacevole pour parler lungo il breve tratto di strada che ci riportava, me a casa, e lei all'albergo. Un frangente colloquiale che volava verso il suo spessore culturale, unito alla gioia per il premio ritirato. A Lei
vanno sentiti ringraziamenti per le sue preziose parole.
Credo di immaginare a chi appartenga il commento senza firma e ringrazio dal più profondo del cuore.
ancora mille mille grazie Nazario una stretta...
Fulvia
Grazie Maria per questa sublime nota che scatena emozioni profonde.
RispondiEliminaHai il dono,cara Maria l'ho già affermato altre volte, di leggere l'anima umana con grande senso della pietas, passione e levità.
Congratulazioni naturalmente anche all'Autrice e al nostro Condottiero che ci fa abitare su questa Isola incantata!
Loredana D'Alfonso
Grazie infinite, amica d'anima, stringerci reciprocamente anche sull'Isola, dà senso a quell'abbraccio fisico che manca da troppo tempo. Magari avessi il potere di leggere le anime! Ti voglio un bene immenso!
EliminaRICEVO E PUBBLICO
EliminaNel suo lavoro mio papà svolgeva rapidamente i calcoli a mente. Così io. Un esempio fra i tanti: nell'ora di matematica svolgevo la verifica alla lavagna, per esempio, delle espressioni matematiche seguendo la priorità e l'ordine di successione correttamente. Lo stupore del prof. era evidente e soddisfacente in quanto, normalmente, giungevo direttamente al risultato senza svolgere i sotto-insiemi. Al di là dell'acquisizione delle competenze linguistiche e dell'educazione cognitiva dell'accordo tra significato e significante, “dei fondamentali della conoscenza critica”. Insisto su una sottesa motivazione scritturale intimistica, a favore di quella concettuale. I profondi legami mnemonici prevedibili e scontati, restano sottesi. La sequenza altalenante delle immagini tra l'io narrante e l'immaginario dialogante implicito, favorisce l'autenticità del dettato. Anche nel lettore. In una sorta di polarità capovolta nella reciprocità dialogante tra scrittore e lettore, egli procede a risolvere la pervasiva alea del dubbio, la precarietà di senso percepita, ma non reale. Svela l'ordito complessivo del componimento, autentico e sentito. Stimolante è il valore empatico degli stati d'animo, del respiro, del palpito. Favorisce, è agile alla condivisione della qualità della vita dinamica, non solipsistica. Un piccolo rilievo alla capacità introspettiva e profondità del sentire. Un'attenzione all'immediatezza della comprensione, intelligibile mia e dell'interlocutore, su alcuni passaggi sottesi ma tangibili, del dettato. Grande e splendida è stata la sua empatia, Nazario, nel riconoscerla.
Fulvia Rita Fazio
Ringrazio sentitamente la signora Loredana D'Alfonso. E il professore Nazario, per la grande disponibilità che conforta tutti noi e illumina l'Isola incantata. Rita Fulvia Fazio
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