Loredana D’Alfonso su “Dagli scaffali della biblioteca” di Nazario Pardini
Loredana D'Alfonso, collaboratrice di Lèucade |
“Dagli scaffali della biblioteca” di Nazario Pardini, edita dalla Guido Miano Editore, è una grande avventura, un vero e proprio
viaggio nelle emozioni.
L’Opera si divide in tre parti,
“Ricordi che pungono”, “Dagli scaffali della biblioteca” e si conclude con “Dieci poesie d’amore”.
La prima parte “punge” e “commuove”,
parla di ricordi familiari immersi in una immensa nostalgia. “La sorpresa di
Natale” desta un’eco in ognuno di noi : “O
tutti voi miei cari/ dove siete finiti?”.
Questo verso risuona , è come un sasso
gettato in un lago dove ci specchiamo, cercando ancora di vedere quei volti che
ci sono cari.
In queste pagine ci sono immagini
splendide come: “…Un padre stanco/ che
spendeva la sua ultima fatica/ ad attendere il figlio al magistrale/ e stare
con lui/ a gustare un panino/ come se fosse la sorpresa di Natale”. Toccano il cuore le liriche dedicate dal
Poeta ai suoi familiari, alla sua casa, e nei “ricordi che pungono”, il Nostro giustamente
afferma: “ Che cosa posso fare, o che
dire/ Posso soltanto piangere in disparte/ per non avere detto o avere fatto/
quello che poi è stato un grande sacco/ di ricordi che pungono/ e inutilmente
scassano il pensiero”.
E sono tante le foto nell’album del
passato, che ricordano “…Come il tempo
fugga/ e come se ne vada presto questa vita./ Tanti i volti che si sono spersi/
lasciandoci più soli nei ricordi”.
Nella seconda parte si entra in una
vera e propria, originale magia.
Il Poeta immagina che gli Autori dei
libri della sua biblioteca escano dagli scaffali per dialogare con lui. Un
Manzoni con voce “diamantina” recita “L’addio ai monti”, Leopardi con voce roca
e un po’ malandata declama “A Silvia”, Catullo, struggente nella sua
malinconia, dedica versi alla sua Lesbia.
Prendono vita Baudelaire, Platone, Dante,
volteggiano intorno al Nostro D’Annunzio, Saba, Cardarelli, Ungaretti, Pavese,
Giorgio Caproni, Sibilla Aleramo con la sua anima lieve e le dolci parole
dedicate a Dino Campana.
Un vero e proprio incantesimo, in cui
gli Autori parlano, vivono, si indispettiscono, si negano.
La raccolta si chiude con “Dieci poesie
d’amore”.
Gli Autori sono rientrati nei loro
scaffali e in questa parte finale
dell’Opera troviamo parole preziose e vive, splendidi versi dedicati all’Amore.
“Mi
è passato d’accanto il tuo sorriso/ appoggiato alla spalla di un torrente/ che
lieve scorreva verso il mare”.
Quanta freschezza in questi versi!
E in “Corri Delia” “Ti ricordi con quanta timidezza/ ci
guardavamo negli occhi. Era il tempo/ delle mele. Il tempo delle fughe”.
Il ricordo di Delia è sempre presente
anche più avanti negli anni: “…Ho
provato/ ora che sono esperto della vita/ a darle un bacio, a farle una
carezza/ Ma mi è sfuggito di mano e fra le braccia/ mi son trovato il vuoto…”.
La giovinezza fugge e “…Scade l’ora, mia carissima Delia”. “Non diciamo “ricordi” “Raccontiamo/ le cose
come stanno/ i luoghi, le canzoni, i panorami/ la nostra infaticabile
allegria”.
Il Poeta non “ricorda” semplicemente,
ma “rivive”.
Si dice che i ricordi siano vita
“salvata” ed è proprio così.
“…Ed
io rinnovo/ quell’aria fresca che ci vide audaci”. La sentiamo, quell’aria fresca, li
vediamo, quegli occhi brillanti che fanno da specchio gli uni agli altri.
E ancora, in “Se non esistesse”, il Poeta innalza un vero canto alla vita, a tutto ciò che di bello e buono è al mondo, alla vette eccelse della musica di Schubert o di Chopin, a questa “unica, irripetibile stagione”, alla primavera e ancora, e sempre, all’Amore, forza e origine di tutto il Creato.
Loredana D’Alfonso
Struggente il tuo omaggio, Loredana, a uno dei libri più cari alla mia memoria recente e a quelle di tanti amici di Leucade. Hai volato sul testo a tre sezioni di Nazario, unendo il tuo dolce, elegante lirismo al suo. Si evince sin dalle prime righe che il libro ti ha coinvolta, emozionata e spinta a scrivere sull'onda del pathos. Il cuore è la guida migliore in queste occasioni. Elimina i tecnicismi e lascia l'essenza. Tu sei Maestra di sostanza, Amica d'anima, come l'eterno fanciullo che hai avuto la gioia di leggere. Insieme avete condotto un viaggio che mi ha travolta nel flusso delle vostre anime. Vi ringrazio entrambi e vi stringo forte forte!
RispondiEliminaGrazie a Maria per il tuo commento che ha saputo leggere, come sempre, in profondità, tra le righe...l' Opera del nostro Condottiero mi ha letteralmente rapita!
RispondiEliminaRingrazio e abbraccio entrambi, felice di essere qui, sugli scogli di Leucade, dove incontrarsi è sempre un immenso piacere!
Loredana D'Alfonso