Loredana D’Alfonso su “Ver sacrum” di Franco Campegiani
Loredana D'Alfonso,
collaboratrice di Lèucade
“Ver sacrum” di Franco Campegiani è una
silloge poetica del 2012 edita da Tracce Editori, impreziosita dalla prefazione
di Ninnj Di Stefano Busà e dalle riflessioni finali di Aldo Onorati.
La Sacra Primavera del Poeta si fonde
con il suo credo filosofico, (Campegiani è stato insignito della laurea in
filosofia honoris causa), dando luogo
ad un insieme di liriche di grande intensità e profondità.
Il male di vivere è espresso in modo
chiaro, sicuro, ma non manca la speranza né una metafora di salvezza finale.
Le angosce e i dubbi dell’uomo
contemporaneo pervadono i versi di molte poesie come “Il male d’oggi”: “Il male d’oggi è chiuso in un recinto/ di
plastificate muraglie/ ghetto refrattario in una cupola/ agli spiragli di luce/
e solo tenebre/ case nere lungo i viali asfaltati/ senza più finestre/ un
dolore inconsapevole/ una notte senza sbocchi/ che rifiuta l’impasto con le
aurore”.
Non manca l’accostamento al mondo contadino
tanto caro al Nostro: “Mai mi dicesti/
che c’è un male che fa bene/ ma lo capivo dai tuoi gesti/ padre contadino/ dall’urlo
muto/ delle viti che potavi/” e una chiusa piena di speranza “Quanti gridi di dolore nelle notti/
esplodevano all’alba in battiti d’ali”.
In “Ver Sacrum” esplode la Primavera
come Dea e come caldo respiro di felicità “Oggi
si torna a capo/ rinasce primavera tra le crepe/ di queste tombe/ che l’inverno
ha demolito/ ora si torna a capo/ alle vive origini del mondo”.
L’anima del Poeta vibra, celebrando la possibilità
di una stagione nuova e sacra, in cui l’umanità possa tornare alle origini “nell’altro volto di Giano/ radioso e senza
forme, senza tempo/ fermo agli inizi perenni/ e fuso col fuoco del tempo/nel
suo tempo immortale”.
Nell’eterno convivere dei contrari,
Campegiani in “Questo mondo” parla accoratamente ad un bimbo “Questo mondo non è come speravi/ ti vieteranno
pian piano/ di giocare perfino/ perché il gioco diranno/ crea irresponsabili/ individui
asociali”. Ma dal Poeta arriva una carezza piena di calore e fiducia,
inaspettata e leggera: “Fa’ scorta bimbo,
della tua fede/ del gioco costruttivo/ e cresci nel mistero da cui vieni/
nell’azzurro di quel mondo/ che hai goduto finora a piene mani”.
Non mancano riuscite escursioni nell’amore
romantico e sensuale in “Buongiorno” “Buongiorno,
glicine in fiore/ mi manchi/ mia dea serena e limpida/ fonte guizzante di
energia…” “Mi manchi/ mia carne
scissa da me/ nascosta chissà dove”.
Alte vette di sentimento e di bellezza
anche in “Amarti è perderti”: “Amo il tuo
sorriso giovane/ e l’aria sbarazzina/ la frivola criniera/su quel tuo sguardo
vivo”.
Splendido il passaggio “E resto qui, chiuso nel giro/ delle mie
ossa/ non so tendermi/ verso il tuo essere infinito”, che sottolinea
l’umana finitezza che il Poeta sente nei confronti dell’oggetto del suo amore.
Condividiamo dentro di noi lo
scoramento del naufrago Campegiani in “Nessuno”: “Quando sarò nessuno/ io senza identità/ povero diavolo e cristo in
croce/ ultimo degli ultimi/ destato da un sogno vanaglorioso”, ma si può
tornare a capo, dice il Nostro, poiché tutto è in continuo mutamento nella
lirica “L’alfa e l’omega”: “L’una nell’altra si confondono / l’alfa e
l’omega/ tutto è immutabile/ e tutto è in mutazione/ giunge l’essere al tempo/
e torna all’assoluto il relativo”.
E’, questa di Campegiani, una poesia
che esalta, un’esplosione vulcanica, un viaggio ad occhi bene aperti nelle
contraddizioni dell’uomo, nella lotta eterna tra il bene e il male, tra Caino e
Abele che coesistono nello stesso essere umano.
Alla fine della silloge, un omaggio
alla Madre Terra da cui tutto origina e alla quale tutto tornerà.
“Non
avere pietà/ di questo tuo traditore/ morirò straziato/ con tutti i miei
simili/ a loro appartengo ed è loro/ questo sangue di figlio degenere/ questo
falso lamento contadino/ luminosa dea/ non avere pietà/ tu che azzurra in
eterno vivrai”.
E’ l’atto di dolore di un uomo in
ginocchio davanti alla Dea Terra, una lirica che emoziona, di grande impatto e anche di estrema attualità.
Un mare infinito pieno di interrogativi, ricco di spunti di riflessione, notti senza luna e moti disperanza per un silloge, questa di Franco Campegiani, che è un meraviglioso canto alla vita.
Loredana D’Alfonso
La nostra straordinaria Lory si cimenta con un altro testo - simbolo di questi anni di galoppate artistiche. Franco, in quanto ineludibile punto di riferimento per tutti, è stato anche presentato dai migliori e la Silloge in questione ha girato l'Italia dal nord al sud con enorme successo. Un'opera, come evidenzia Lory, di spessore lirico e filosofico, che pone il fuoco sulla teoria dei contrari, già presente nel saggio di Franco "La teoria autocentrica" del 2000, ma anche su argomenti diversi, come il cantico alle origini contadine - lirica sublime! -, e su molte poesie d'amore, che da quando conosco l'Autore ritengo speciali. Una disamina che è poesia in se stessa, un'ode al nostro Amico, che mi sembra di vedere ... presentato dall'inseparabile Sandro Angelucci, in una delle librerie che ci mancano tanto! Ringrazio Loredana per questa carrellata che smuove l'anima, ringrazio Franco e, ovviamente, m'inchino al magnifico condottiero. Li abbraccio forte forte tutti!
RispondiEliminaMaria carissima, te l'ho già detto pubblicamente in altra circostanza: tu hai l'indubbia capacità di farmi venire... l'ansia da prestazione. Renditi conto che, dopo quanto tu dici di me, si creano delle aspettative che io non sono assolutamente in grado di soddisfare. So che sei assolutamente sincera e mi sei molto cara. Tu metti a fuoco benissimo, non da oggi, le pulsioni più intime della mia poetica e della mia visione del mondo, legate all'armonia dei contrari. La mia stessa poesia d'amore viene da lì, considerato che l'amore è, e non può non essere, armonia di contrari. Ti ringrazio per l'accenno che fai al fraterno amico Sandro Angelucci, del quale - come lui sa - ammiro molto di più i tratti che da me si distinguono che non quelli, e sono tanti, che me lo rendono affine. Ti sono davvero grato, ma consentimi di dissentire su un punto, ed è laddove tu mi descrivi come "ineludibile punto di riferimento per tutti". Una gaffe imperdonabile, visto che riesco si e no, con molta fatica, ad esserlo per me stesso. Un abbraccio affettuoso.
EliminaFranco
Carissima Loredana, ti confesso che sto in apnea. Questo tuo dono inaspettato mi lascia senza fiato. Pensavo che "Ver sacrum" fosse un'opera morta e sepolta, invece tu la fai rivivere con tanta freschezza e con tanta nuova energia. Ed entri con levità e grazia incredibili nella tellurica realtà dei miei versi ispirati dall'impervia armonia dei contrari. Ne cogli "l'esplosione vulcanica, un viaggio ad occhi bene aperti nelle contraddizioni dell'uomo, nella lotta eterna tra il bene ed il male, tra Caino e Abele che coesistono nello stesso essere umano". Ne sottolinei la valenza essenziale in quel tirar fuori il positivo dal negativo, fondato sulla fratellanza dei due opposti principi morali. Uno stato di crisi perenne che, come tu splendidamente osservi, sostanzia la mia stessa poesia d'amore e costituisce "un meraviglioso canto alla vita". Mi sento compreso nel profondo e ti sono immensamente grato per l'incoraggiamento che mi esprimi.
RispondiEliminaFranco
Ho letto con molto interesse ed attenzione questa esegesi di Loredana D'alfonso sulla poesia o meglio poetica di Franco Campeggiani o ancora sul pensiero filosofico dell'autore espresso in versi: il "sincretismo degli opposti", il loro quotidiano coesistere nella vita dell'uomo e nella natura stessa. Nonostante ciò la D'Alfonso riesce ad attuare un escursur accattivante e puntiglioso, specie nei passaggi poetici più palesi della poetica dell'autore porgendocela con un dettato fluido e con quel taglio scritturale gentile e suadente dettato dalla sensibilità e intuizione femminile. Ora che ho letto qualcosa in più della poesia di F. C. non posso che ammettere che l'autrice ha fatto un lavoro laborioso ed esaustivo. Complimenti all'autrice e all'autore per i suoi versi incisivi. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaCarissimo Pasqualino, non sta a me risponderti, visto che l'esegesi è di Loredana. Non intendo scavalcarla, né rubarle il ruolo, che a lei solo compete, di redattrice della brillante analisi che tu giustamente hai elogiato. Tuttavia è doveroso che pure io ti ringrazi per le attenzioni che, di riflesso, anche a me hai dedicato, sottolineando l'"incisività" dei miei versi legati al "sincretismo degli opposti... nella vita dell'uomo e nella natura stessa".
EliminaFranco Campegiani