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venerdì 5 marzo 2021

MARIO DE ROSA: " INEDITI"

LA LANCIA

 Passano le ore notturne

Nell’agitato dormiveglia.

Sento l’incerta presenza

come se fossi nudo al gelo

e masochista ti reclamo

per farmi bene oppure male,

ti sento troppo eppur ti amo

anche lontana, vita sola.

 

Ecco che si dissolve il buio

Mi cresce crudo il tuo dolore,

come suicidio d’usignolo

lancia al costato eppure: AMORE.


 

MEDITAZIONE


Dischiuse le porte del silenzio
neve immacolata seguo l'orma
 latrato m’è la verità del mondo.


 IN TEMPO PROPIZIO

 

Voglio ascoltare oggi la tua voce

in questo tempo dono non accetto

perciò io salgo sui tuoi monti alti

da dove inizia a rotolare il tuono.

Fino allo spasimo tenderò

l'udito

reso ormai sordo da tanti clamori

inflitti dai dottori dalla legge

dei tuoi fedeli oggi Farisei.

 

Ti attenderò al limine dell’alba

acqua che sola può restituirmi

quella fiducia strappatami a brani.

E fra i silenzi ,Tu fammi ascoltare

monito il grido che fu di Giovanni

e sarà bello ancora il mio sentiero.

 

 

2 commenti:

  1. Liriche che sanno di ascesa, di preghiera. Il tuo dire in verticalità è fedeltà al tempo che ci è dato in dote. Chiudi le tre liriche, Mario, con un anelito di speranza e dai un tocco in levare, rendi i Poeti vicini all'ineffabile e a Dio. Tre omaggi diversi, originali, in fila quasi a operare un sentiero degno delle tematiche che affronti. Salite ripide per comprendere il valore delle discese e delle ascese mistiche... Sei un Poeta molto profondo, ti ammiro e ti stringo.

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  2. Onorato del vostro (Pardini-Rizzi) giudizio ,sulla qualità del mio scritto,riprendo a pensare da umile poeta gioioso per il dono della parola. Affettuosi ringraziamenti,Mario.

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