LA LANCIA
Nell’agitato dormiveglia.
Sento l’incerta presenza
come se fossi nudo al gelo
e masochista ti reclamo
per farmi bene oppure male,
ti sento troppo eppur ti amo
anche lontana, vita sola.
Ecco che si dissolve il buio
Mi cresce crudo il tuo dolore,
come suicidio d’usignolo
lancia al costato eppure:
AMORE.
MEDITAZIONE
Dischiuse le porte del silenzio
neve immacolata seguo l'orma
latrato m’è la verità del mondo.
Voglio ascoltare oggi la tua voce
in questo tempo dono non accetto
perciò io salgo sui tuoi monti alti
da dove inizia a rotolare il tuono.
Fino allo spasimo tenderò
l'udito
reso ormai sordo da tanti clamori
inflitti dai dottori dalla legge
dei tuoi fedeli oggi Farisei.
Ti attenderò al limine dell’alba
acqua che sola può restituirmi
quella fiducia strappatami a brani.
E fra i silenzi ,Tu fammi
ascoltare
monito il grido che fu di Giovanni
e sarà bello ancora il mio sentiero.
Liriche che sanno di ascesa, di preghiera. Il tuo dire in verticalità è fedeltà al tempo che ci è dato in dote. Chiudi le tre liriche, Mario, con un anelito di speranza e dai un tocco in levare, rendi i Poeti vicini all'ineffabile e a Dio. Tre omaggi diversi, originali, in fila quasi a operare un sentiero degno delle tematiche che affronti. Salite ripide per comprendere il valore delle discese e delle ascese mistiche... Sei un Poeta molto profondo, ti ammiro e ti stringo.
RispondiEliminaOnorato del vostro (Pardini-Rizzi) giudizio ,sulla qualità del mio scritto,riprendo a pensare da umile poeta gioioso per il dono della parola. Affettuosi ringraziamenti,Mario.
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