SPICCHIOLI D'ARNO (Sperimentale primo)
Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
Coccinelle di scampoli
scagliette scarpine slacciate
errebondi sterpigli brucicchi
briciolino focherelli serpigli
sbadigli su asmette d'Arno
si sgrani inerte stagnicchio
nè spondi spettrali, nè pantegani
voraci
clamarsi ragnetti di tele ricami
su fragili ponteggi ondeggi
tra cocci stupiti e spicciole campane
tratturi frantumino falsi segnari
gnomi d'assenze allettino
zanzarine di sangue
che urlo di Ponte mimarsi
umori, dolori, amori, clamori...
spifferin'aria senz'aura
nottate ferali sfibrino ferali folletti
d'incanti
ulularsi tenebro malìaco riechi
sentierini fallaci vicoletti mordaci
fessurina ombretta danzetta.
E' l'ora d'allora?
Marco
dei Ferrari
Marco caro, non so se consapevolmente o solo in nome dell'amore acquisito verso la città che ti ha accolto e dato nuove radici, canti il fiume che più di ogni altro è stato cantato da poeti e scrittori.Il tuo diviene un tributo a Dante Alighieri, che più volte nella Divina Commedia, trovò i versi giusti per parlarne: “Li ruscelletti che d’i verdi colli del Casentino discendon giuso in Arno, facendo i lor canali freddi e molli"... E la tua lirica insegna con lo stile ermetico e a me ormai tanto caro, che Pisa sarebbe priva di fascino senza il suo Arno che accarezza Ponte di Mezzo e le mura antiche della Cittadella. Credo che se alludi a 'umori, dolori, amori, clamori...'sia perchè mai fiume sia stato amato e odiato allo stesso tempo come questo toscanissimo corso d’acqua: per la vita che reca con sé e per la distruzione che ha causato nel corso dei secoli. Queste odi levate in cifra stilistica originale, fantasiosa, sovrabbondante, che evocano Poeti dal linguaggio serrato, scandito da ritmi che sembrano palpiti, si addice quanto mai alla tua poesia dedicata all'Arno. Complimenti Marco e perdona eventuali sviste interpretative. Vado a fil di cuore e tu lo sai! Ti stringo forte!
RispondiEliminaLo stile onomatopeico di Marco dei Ferrari ci regala una nuova perla della sua oramai chilometrica collana. E' una scrittura che mima la realtà, facendo uso molto spesso di neologismi spiazzanti, in uno sperimentalismo spericolato che certifica e documenta l'identificazione Io/Mondo, il tutt'uno dell'uomo con le cose. E' il presupposto comune di tutte le avanguardie che nel secolo passato hanno scardinato il millenario, superbo e tronfio antropocentrismo fondato sulla distinzione del soggetto dall'oggetto, dell'uomo dalle cose. Il caleidoscopio ipnotico di questa poesia, dove si fondono colori, odori, suoni e sensazioni tattili, porta tuttavia con sé, unitamente ad una felicità selvaggia, alcunché di dolente e tragico per quella dispersione dell'uomo e per quella sua uscita di scena. La domanda finale ("E' l'ora d'allora") è in tal senso emblematica, con un'allusione a quella serena civiltà dei borghi ("sentieri falllaci vicoletti mordaci") miseramente caduta in oblio, in cui il rapporto dell'uomo con il mondo era fondato su principi di sana e serena relazione.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Un riconoscente riferimento alle note critiche di Franco e Maria che interpretano, con grande capacità essenziale, il progetto di ricerca proposto dall'Arno per Pisa.
RispondiEliminaLa mia ricerca trova infatti nelle loro asserzioni consonanze significative che amplificano la proposta e ne supportano espressività e finalità.
Grazie, amici cari
Apprezzo molto i seri e interessanti commenti di Maria Rizzi e di Franco Campegiani riguardo a "Spicchioli d'Arno-" Sperimentazione primo , del nostro comune amico Marco dei Ferrari, originalissimo poeta. Con loro mi scuso- e con eventuali altri lettori- se qui di seguito mi lascio andare, questa volta , a considerazioni di...celia.
RispondiEliminaA proposito di sperimentazione:
Perché nasce una sperimentazione?
1) per necessità di cambiamento?
2) per un input di curiosità intellettuale?
3)per caso, cioè in seguito a un vagabondaggio della mente?
4) oppure per gioco?
Ovviamente qui non si parla di sperimentazione scientifica;
e dunque come si risponde a una sperimentazione del tipo di "Spicchioli d'Arno?
a) ci scervelliamo tra le righe alla ricerca di qualche segnale grammaticale o sintattico per captare uno stralcio di periodo che ci illumini.
b) indaghiamo tra una parola e l'altra per indovinare una spia ,magari storica, che ci guidi verso il sentiero della partenza; a questo punto procediamo in tono serio.
c) tentiamo una qualsiasi interpretazione fingendo di avere compreso tutto il dettato.
d) ci arrabbiamo con l'Autore che mette a dura prova la nostra pazienza
e) passiamo ad altro, subito dopo la lettura dell'incipit.......
Personalmente , ( ricordo a chi legge che sono legata al Poeta da pluriennale amicizia),
ricorro ad un altro metodo per rispondere alla sua composizione:
f) azzardo una nuova sperimentazione a imitazione della sua.
Eccola:
Spicchiolo di sera
brami come fera
e subito rintani
il pensiero del domani
su foglio che è giocoso
mimi da spocchioso
memoria a Palazzeschi
con burattini e teschi
nottate ferali
mille orge seriali
belle bamboline
zizzolano zanzarine
capocce stupite
cervella svampite
su sentierini fallaci
fessurine mordaci
........
Chiedo venia , e alla maniera di Maria vi stringo tutti , amici miei.
Con la cenere sul capo abbraccio l'esimio Capitano .
Edda.
Grazie gentile "esimio Capitano" che (nonostante tutto) ti sei prestato a questo giochino da matricole.
RispondiEliminaun abbraccio
Edda