La mucca che s’incipria
Pietro Rainero, collaboratore di Lèucade |
Carolina
diede una sbirciatina allo specchio e formulò un pensiero: “ Specchio, specchio
delle mie brame, qual è la mucca più piacente del reame? ”.
Subito
dopo rise della sua fantasia, allungò lo zampa verso il ripiano, passò
velocemente con gli occhi in rassegna cipria, lucidalabbra, orecchini, smalto e
belletto per poi afferrare il rossetto e strofinarselo con vigore sulle carnose
labbra. Indi scelse con cura dal
cofanetto delle gioie l’anello da mettersi al naso, contemplò la maglia mezze
maniche pezzata bianco e marrone, annuì verso la gonna blu appena indossata ed
infine, con evidente soddisfazione, uscì avvolta nel montone.
La
nostra cara amica, che in gioventù (ormai viaggiava sulla decina) era stata
sempre da tutti molto ammirata per la bellezza e l’eleganza, aveva appuntamento
al Bovinbar con la cugina Artemisia, con la scusa di bere un latte caldo semi
scremato, ma in realtà per spettegolare un po’.
Giunsero
entrambe con una mezz’oretta scarsa di ritardo sull’orario pattuito, dopo aver
attraversato da capi opposti la città lasciandosi dietro una lunga scia
profumata.
Il
locale, da poco rifatto, era bellissimo, con al centro una grande mangiatoia
semicircolare ricca di fieno variamente stagionato ed alle pareti quadri
raffiguranti scene di sanguinose corride spagnole.
Si
sedettero al tavolo più lontano dalla mangiatoia, sotto gli sguardi di quattro
o cinque buoi che ruminavano latte e fieno, fecero l’ordinazione ed
incominciarono il loro molto utile e mai noioso passatempo preferito.
“ Hai
visto Guendalina, che bel vestito nuovo che ha? ”.
“ E’
bello, ma un po’ troppo simile a quello che lo scorso inverno sfoggiava
Delfina, io non l’avrei indossato! ”.
“ Già,
tra l’altro, pensavo proprio stamani, certo stona con quelle calze viola che
lei adora mettere ”.
“ Sì,
dovrà comprarne due paia nuove, chissà quale colore sceglierà ” e giù una
risatina.
Le due
amiche passarono poi a commentare, sempre trovando qualche difetto da
criticare, il tailleur di Clementina, il braccialetto di Clarabella, gli
scarponcini della Asdrubala e persino il cappellino di Cherubina e la borsetta
della Egidia.
Mentre
tutti questi negativi commenti si libravano nell’aria dall’ultimo tavolo, un
gruppo di giovani vitelli seduti alla mangiatoia commentava vivacemente i
risultati delle ultime sfide del campionato nordamericano di hockey su prato,
ed in particolare il grande match tra i Tori di Toronto e i Bufali di Buffalo,
nello Stato di New York.
“ Ha
segnato un gol spettacoloso, Cassius, con un’incornata imprendibile!! ”.
“
Perché, quello di Rocky di zoccolo, dove lo metti? ”.
“ Ma
dai! Cassius è molto più forte di
Rocky, non c’è paragone! ”.
“ Non
è vero. L’anno scorso hanno fatto lo
stesso numero di reti ”.
“ Ma
vuoi mettere la classe di Cassius! ”.
“ Ma
va là, che tu di hockey non capisci niente! ”.
Ancora
qualche tavolo più in là, un vecchio bufalo di nome Bill, essendo in grado di
fare due cose contemporaneamente, osservava divertito la scena mentre spulciava
una rivista.
Ad un
certo punto entrò un altro quadrupede, noto per l’aria trasandata e le idee
strampalate.
“
Ciao, Tiziano! Vieni qui, che parliamo un po’ ”. I giovani vitelli avevano subito individuato
di che potersi divertire.
“
Com’è, come state? ” domandò il mansueto, educato nuovo entrato.
“
Bene, Tiziano ”, riposero loro sogghignando “ e tu? ”.
“ Ma,
sì, insomma….diciamo bene….diciamo.
Bene, ma….mica tanto, devo ancora
tornare a casa questa sera, portandomi dietro il carretto. Devo comprare ancora le patate e le carrube, devo…mah….,
c’è tanto, né ? Quanto ci metterò di qui
a casa ? Cosa dite voi? ”.
“ Se
non lo sai tu, quanto ci metti fino a casa tua! ” e giù risate su quel pover bovino la cui
zucca, senza sua colpa, funzionava a lune, quando funzionava!
“ Fa
freddo fuori ” continuò il poveretto “ è un freddo autunno. Chissà che inverno
avremo, mah…..voi cosa ne dite, eh…cosa ne dite? ”.
Artemisia,
che aveva seguito con lo sguardo Tiziano da quando era entrato, disse
all’amica: “ Guarda quel disgraziato, come va conciato! Ha due calze bianche, una rosa ed una rossa,
mamma mia! E solo la camicia, con questa temperatura gelida ”.
Carolina,
non riuscendo a trattenere un sorriso di commiserazione, le rispose: “ Sembra
un pezzente, credo che in tutta la città sia il più malconcio; certo non è da
prendere ad esempio, gli ridono dietro tutti! ”.
“ Oh,
sì! E’ veramente uno sconcio. L’opposto
del signor Tagliabue, sempre così a modo, così elegante! ”.
“
Uhh..è vero. Che elegantone, che bovino piacevole il signor Tagliabue ”.
Il
bue, di cui stavano discutendo le due, era un dipendente delle assicurazioni
Toro, sempre impeccabile nei suoi abiti firmati, dai copricapo sabbia alle
cravatte tinta unita con piccoli disegni di quadrifoglio o corna di bue
(magari, dico io, con qualche mancanza di
riguardo nei confronti della consorte), dalle calzature verniciate alla
biancheria intima.
Se vi
chiedete perché mai un ruminante dovrebbe indossare capi intimi firmati,
dovrete pur ammettere che è sempre in agguato l’imprevisto: se uno finisce
dritto dritto al pronto soccorso e lo spogliano per un’ecografia, non è forse
opportuno che sia vestito in maniera degna?
“
Freddo fuori eh!, Tiziano…” riprese uno
dei giovani vitelli.
“ Sì,
eh…quest’inverno andremo sottozero, eh, voi che ne dite? ”.
“
Certo che in inverno si va sottozero, tu non lo sai? Tu verrai al bar trainando il carretto anche
a dicembre? ”.
“ Sì,
non ho ancora la patente…..sto studiando per l’esame di teoria, lo supererò?
Mah…chissà! ”.
“ Dove
sta una mia cugina renna, in Lapponia, l’anno scorso c’erano a Natale 35 gradi
sotto ”.
“
Mamma mia, che freddo! Vero? Io ho ..ho notato che nelle notti invernali il
cielo è terso e le stelle si vedono meglio, non credete anche voi? ”.
“ Che
fai, Tiziano, ti metti a contar le stelle? Vuoi diventare astronomo? Non mi
dire….ah,ah! ” .
“ E vi
immaginate a 100 sottozero, che freddo? ” si intromise un altro della
combriccola, che poi continuò: “ e a meno 500?
A meno 500 deve essere terribile! ” .
Il
bufalo Bill non riuscì a trattenere un accenno di sorriso.
“ Va
beh…Tiziano, noi ora andiamo. Vai a casa, va! ”.
“ Dove
andate? ”.
“ In
discoteca, al Ghepardo Rosa. Tu vai a
casa, tira il carro fino a casa e fatti una bella dormita! ”.
E i
cari vitelli, detto ciò, uscirono ridendo a crepapelle (o a crepacuoio, come
preferite).
Artemisia
e Carolina, frattanto, procedevano nei loro interessantissimi discorsi: “ Lo
sai che in quel bel negozio ad angolo ho trovato un paio di jeans a 29 euro e
50? ”.
“
Davvero? Accipicchia! Me l’hanno detto
che lì si compra bene. Dovrò farci un
salto ”.
“ Sì.
Purtroppo solo un paio, per cui pensavo di mettermeli, sabato sera al cine,
nelle gambe posteriori ed abbinarli con una gonna gialla in quelle anteriori,
che ne dici? ”.
“ Oh…..
i colori vanno bene, piuttosto mi sembra un po’ osé l’abbinamento
gonna-pantalone ”.
Tiziano
si avvicinò, con un bicchiere nello zoccolo, al vecchio bufalo.
“
Ciao, Tiziano, come va? ”.
“
Ciao, Bill, ma..così così, …chissà, tu
che dici? Come va? ”.
“
Benissimo, grazie ”.
“
Dimmi un po’, l’altra notte guardavo le stelle, non ho mai sonno la sera, e ho
visto tutta la striscia nebulosa della Via Lattea che solcava l’intero
firmamento passando non lontano dalla stella polare e ridiscendendo poi fino all’orizzonte. Quello che ho visto è il disco galattico,
vero? Che ne dici? ”.
“
Certo. Sono gli astri che popolano il disco della nostra galassia, disco che ha
un certo spessore ”.
“ Ma
allora, beh…, allora se la Via Lattea taglia il cielo in due passando vicino al
polo l’orbita della Terra non è in direzione del disco galattico…”.
Bill
ci pensò sopra qualche secondo e poi rispose: “ Certo, Tiziano, hai proprio
ragione! Tu vuoi dire che il piano in cui giace l’eclittica, cioè l’orbita del
nostro pianeta intorno al sole, è quasi perpendicolare al piano in cui sono
collocate e ruotano le stelle della Galassia. E’ vero!
“
Ah..ho ragione? Bene, ….bene, ora bevo.
Ma dimmi un’altra cosa: perché quelli ridono sempre di me, mi prendono in giro
mentre tu mi rispondi e sei sempre gentile? ”.
“ La
risposta potrebbe essere molto semplice, sai? ”.
“ Ah,
si? E quale è? Quale è? ”.
“ Non
ti è venuto in mente che io potrei essere più intelligente di loro? Non è detto che sia così, naturalmente, ma
potrebbe esserlo. Non occorre un grande
sforzo, d’altronde. Tu, per esempio, sei
più intelligente di loro ”.
“
Davvero? Dici? ”.
“
Sicuro. Ad esempio, hai capito che il
piano dell’orbita terrestre non è parallelo a quello galattico. Io lo ignoravo
fino a poco fa, quando tu me lo hai fatto notare. Tu osservi veramente ciò che guardi e ti poni
domande, cerchi di capire per quanto possibile le cose in cui siamo immersi.
Non ti
fermi alla SUPERFICIE. Pensa invece a quei vitelli: loro sì che sono
superficiali! Passano tutta la giornata
a parlare di hockey, di discoteche e di vitelline. Sono solo apparenza, se
scavi in loro in profondità non trovi nulla. Oddio, non dico che non debbano
interessarsi alle giovani vitelle o allo sport, anche a me piace dare
un’occhiata ai giornali sportivi, ma non si può trascorrere tutto il tempo
libero parlando di gol segnati o mancati e discutendo su quale locale da ballo
scegliere per la sera! Mi sembrano
vuoti, come già morti, quasi nulla li coinvolge ”.
“
Dici? Mah….Ma forse sono felici così! ”.
“ Può
essere, se la vita non è altro che una ricerca egoistica della felicità,
rimuovendo ogni pensiero che ci metta in crisi o in discussione. Ma è meglio vivere felici senza alcuna
consapevolezza oppure avere un’esistenza più complicata e sofferta e, anche se
un po’ meno lieta, certo più completa?
Cosa lasceranno dietro a sé quei giovani? Un grande bue del Rinascimento
ha detto: - Della maggior parte dei bovini che vivono non rimarranno, dopo la
loro morte, che gabinetti pieni – ti ho reso l’idea? ”.
“ Sì,
certo…..solo letame ”.
“
Infatti. E non solo sono stupidi, sono anche ignoranti. Uno di loro si chiedeva quanto freddo possa
fare a 500 gradi sottozero. Ma non si
può arrivare a quella temperatura. Non esiste ”.
“
Ah..già. Mi sembra di aver letto….sì, già…..lo zero assoluto”.
“
Certo! Vedi che tu lo sai. La temperatura misura, per così dire, la velocità
delle molecole. Se si va a 273 gradi
sotto zero le molecole sono immobili. Non si può rallentare qualcosa quando è
già fermo. Non si può andare sotto lo zero assoluto, meno 273 gradi, per
l’appunto.
Anche
quelle due mucche così ben agghindate che siedono lì, le vedi? Non fanno altro che spettegolare sulle amiche
e discutere degli abiti che indosseranno domani o dopodomani.
Certo
un individuo deve preoccuparsi di essere dignitoso e pulito, ma quelle si
cambieranno d’abito a dir poco cinque volte al dì, la loro esistenza passa tra
un indumento e l’altro, solo, appunto, l’INVOLUCRO esteriore. Quel che conta
per esse è soltanto l’apparenza. Spendono una barca di quattrini in vestiti
quando in Africa c’è chi, antilopi e bufali, viene sbranato dai leoni o muore
di fame. Io trovo che sia una vergogna!
Pensano solo a cosa mettersi sulla pelle, quella pelle che poi, magari,
diventerà suola di scarpe per gli umani, ridicolo, vero? Io credo che un bue od una brava mucca
dovrebbe dedicare più tempo alle cose veramente significative: l’arte, cioè il bello, e la scienza, cioè il
vero. Ovviamente anche all’amore, che
riscalda le altre cose. Tutte le altre
cose, per quanto utili o divertenti, non hanno significato, non aggiungono
nulla al nostro universo od alla
nostra
condizione di bovini: non ci avvicinano alla mente del Grande Bue, o chi per
Esso.
E’
triste, sai, vedere la maggior parte di tori, vacche, vitelli, buoi e bisonti
passare l’esistenza solo per farla passare, quasi fossero già bistecche pronte
per il contorno di patate o, se più fortunati, pronti per la bara ”.
“ Un
INVOLUCRO anche quello! ”.
“ Già,
Tiziano, hai ragione: un involucro anche quello, l’ultimo. Sempre SUPERFICI, sempre INVOLUCRI, solo
quelli! Un nugolo di tori trascorre
metà del pomeriggio in palestra a rinforzare bicipiti e tricipiti, dimenticando
di allenare il muscolo più importante, il cuore.
Tu
invece cerchi di alzare un poco il velo, l’INVILUPPO che ci cela le ultime
realtà, cerchi di alzare il telo che ci nasconde questo strano mondo, così come
fai ora con il tovagliolo che ti cela la meritata brioche, cerchi di andare
oltre l’apparenza per contemplare il mistero, l’incredibile bellezza che deve
esserci sotto. Oggi hai scoperto
qualcosa sulle stelle, domani chissà, magari qualcosa sul significato della tua
vita, te lo auguro. A proposito di veli
e superfici, forse ti interesserà quello che ho letto poco fa su SCIENZE BOVINE, il mio mensile preferito ”.
“
Ah,sì? Certo, emh….dimmi pure ”.
“
Magari è veramente tutto SUPERFICIALE: senti un po’! Tu sai cosa è un ologramma? ”.
“ No
”.
“ E’
un tipo particolare di fotografia. Quando la pellicola bidimensionale viene
illuminata in un modo appropriato, si genera un’immagine tridimensionale. E’ una fotografia a tre dimensioni.
Io ne
ho visto qualcuno a Parigi, una volta, e ti posso garantire che sembra di
trovarsi faccia a faccia con il vero oggetto; è impressionante! Bene, secondo nuove strabilianti teorie
l’intero nostro universo sarebbe simile ad un immenso ologramma, cioè il nostro
cosmo apparentemente a tre dimensioni sarebbe del tutto equivalente a
particolari leggi fisiche scritte,
per così dire, sulla sua superficie lontana ”.
“ Un
universo dipinto sul suo confine? ”.
“
Bravo! Un universo dipinto sul suo confine.
Gli abitanti di questo mondo sarebbero incapaci, in linea di principio
voglio dire, di stabilire se vivono in un universo a tre dimensioni descritto
da certe leggi oppure in un altro, di sole due dimensioni, descritto da altre.
La nostra innata percezione bovina della tridimensionalità potrebbe essere una
illusione straordinaria ”.
“ Incredibile! ”.
“
Davvero! Potrebbe essere soltanto questione di INVOLUCRO. Forse esiste solo
quello! Ma il fatto di non riuscire a
decidere se esiste solo la SUPERFICIE od anche il contenuto per me è il segnale
che forse ci siamo ”.
“ Cosa
vuoi dire? Non….non capisco ”.
“ Dico
che non riuscire a capire se viviamo in due dimensioni od in tre significa che
ci stiamo avvicinando ai principi filosofici e logici che sottendono e
sorreggono il tutto. Forse tra 50 o 500 anni
ce la faremo: forse sapremo infine cosa pensa veramente in fondo il Grande Bue.
“
Bello! ”.
“ Sì,
a volte il bello è vero, e spesso il vero è anche bello. Forse l’arte e la
scienza dopotutto sono la stessa cosa, almeno per il Grande Essere.
“ Non
sappiamo ancora, però…..se questa ipotesi è vera, vero?….Tu che dici? ”.
“ No,
non lo sappiamo ancora, hai ragione.
Però è qualcosa di elegante, è un’idea che prende il nome di principio
olografico ed è stata sviluppata dai nostri fisici più esperti, sai quelli che
con carta e penna si mettono a far due conti e fanno esperimenti negli
acceleratori….”.
“
Umhh…..acceleratori…ah! Acceleratori, non acceleramucche ”.
“ Ah!
Ah! Tiziano, sei davvero forte!! Il tuo
cervello fa degli accostamenti….
Forse i tuoi amici appena usciti, ecco, forse loro penserebbero che
esistono anche gli acceleravacche, e che in un anello di una macchina
acceleratrice vengono fatti circolare, invece delle particelle subatomiche, davvero
tori, la cui velocità viene aumentata sventolando vicino al loro naso drappi
rossi, chissà ”.
Le
prime ombre della notte intanto, inesorabili, sorpresero i nostri amici durante
quest’ultima divertente frase.
Pochi
minuti dopo, mentre Bill riprendeva a leggere la rivista ignorando se faceva
ciò in due o tre dimensioni, mentre al Ghepardo Rosa una moltitudine di vitelli
stava per dare inizio alle danze, mentre Tiziano riprendeva la camminata col
carro verso casa e mentre una mandria innumerevole di capi marchiati, sparsi
per le città del mondo, osservava vetrine colme di superfluo e di capi firmati,
le due amiche uscirono dal locale disquisendo ancora del reggimammelle rosa
tanto
agognato
da Carolina. Uscirono accompagnate dallo sguardo ammirato dei quattro o cinque
bovini che, dopo aver ruminato tutto il pomeriggio latte e fieno, passarono a
ruminare fieno e latte.
Sono stata attratta e poi ipnotizzata da questa allegoria dell'esistenza giocata sul registro della fabula. Mi complimento con Pietro Rainero per questa lezione di narrativa. Il genere della fiaba è il più difficile, in quanto si rischia di cadere nel banale o di seguire la via tracciata dal grande Rodari del surreale. Riuscire a confezionare un gioiello simile richiede la semplicità del genio. Le mucche e i vitelli scendono di livello adeguandosi al modus vivendi di noi uomini. La presenza di Tiziano, bullizzato in virtù della sua intelligenza e della sua capacità di adeguarsi a uno stile di vita umile, è il quid che rende perfetto l'affresco di vita bucolica. L'Autore, con sapienza, intesa nel senso etimologico come 'dote di chi unisce una vasta e assimilata conoscenza delle cose con la capacità e l'equilibrio nel giudicarle' e sensibilità, pone tutti noi lettori di fronte allo stagno della vita e ci costringe a sentirci tristi Narcisi, che privati tristemente del 'velo di Maya' del caro Schopenhauer scorgono nell'acqua i loro volti con tratti bovini. Ringrazio di cuore lo scrittore e lo saluto con ammirazione profonda.
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