mercoledì 7 luglio 2021

PIETRO RAINERO: "LA MUCCA CHE SI INCIPRIA", RACCONTO

 

                      La mucca che s’incipria

Pietro Rainero,
collaboratore di Lèucade

Carolina diede una sbirciatina allo specchio e formulò un pensiero: “ Specchio, specchio delle mie brame, qual è la mucca più piacente del reame? ”.

Subito dopo rise della sua fantasia, allungò lo zampa verso il ripiano, passò velocemente con gli occhi in rassegna cipria, lucidalabbra, orecchini, smalto e belletto per poi afferrare il rossetto e strofinarselo con vigore sulle carnose labbra.   Indi scelse con cura dal cofanetto delle gioie l’anello da mettersi al naso, contemplò la maglia mezze maniche pezzata bianco e marrone, annuì verso la gonna blu appena indossata ed infine, con evidente soddisfazione, uscì avvolta nel montone.

La nostra cara amica, che in gioventù (ormai viaggiava sulla decina) era stata sempre da tutti molto ammirata per la bellezza e l’eleganza, aveva appuntamento al Bovinbar con la cugina Artemisia, con la scusa di bere un latte caldo semi scremato, ma in realtà per spettegolare un po’.

Giunsero entrambe con una mezz’oretta scarsa di ritardo sull’orario pattuito, dopo aver attraversato da capi opposti la città lasciandosi dietro una lunga scia profumata.

Il locale, da poco rifatto, era bellissimo, con al centro una grande mangiatoia semicircolare ricca di fieno variamente stagionato ed alle pareti quadri raffiguranti scene di sanguinose corride spagnole.

Si sedettero al tavolo più lontano dalla mangiatoia, sotto gli sguardi di quattro o cinque buoi che ruminavano latte e fieno, fecero l’ordinazione ed incominciarono il loro molto utile e mai noioso passatempo preferito.  

“ Hai visto Guendalina, che bel vestito nuovo che ha? ”.

“ E’ bello, ma un po’ troppo simile a quello che lo scorso inverno sfoggiava Delfina, io non l’avrei indossato! ”.

“ Già, tra l’altro, pensavo proprio stamani, certo stona con quelle calze viola che lei adora mettere ”.

“ Sì, dovrà comprarne due paia nuove, chissà quale colore sceglierà ” e giù una risatina.

Le due amiche passarono poi a commentare, sempre trovando qualche difetto da criticare, il tailleur di Clementina, il braccialetto di Clarabella, gli scarponcini della Asdrubala e persino il cappellino di Cherubina e la borsetta della Egidia.

Mentre tutti questi negativi commenti si libravano nell’aria dall’ultimo tavolo, un gruppo di giovani vitelli seduti alla mangiatoia commentava vivacemente i risultati delle ultime sfide del campionato nordamericano di hockey su prato, ed in particolare il grande match tra i Tori di Toronto e i Bufali di Buffalo, nello Stato di New York.

“ Ha segnato un gol spettacoloso, Cassius, con un’incornata imprendibile!! ”.

“ Perché, quello di Rocky di zoccolo, dove lo metti? ”.

“ Ma dai!   Cassius è molto più forte di Rocky, non c’è paragone! ”.

“ Non è vero.  L’anno scorso hanno fatto lo stesso numero di reti ”.

“ Ma vuoi mettere la classe di Cassius! ”.

“ Ma va là, che tu di hockey non capisci niente! ”.

Ancora qualche tavolo più in là, un vecchio bufalo di nome Bill, essendo in grado di fare due cose contemporaneamente, osservava divertito la scena mentre spulciava una rivista.

Ad un certo punto entrò un altro quadrupede, noto per l’aria trasandata e le idee strampalate.

“ Ciao, Tiziano! Vieni qui, che parliamo un po’ ”.  I giovani vitelli avevano subito individuato di che potersi divertire.  

“ Com’è, come state? ” domandò il mansueto, educato nuovo entrato.

“ Bene, Tiziano ”, riposero loro sogghignando “ e tu? ”.

“ Ma, sì, insomma….diciamo bene….diciamo.  Bene, ma….mica tanto,  devo ancora tornare a casa questa sera, portandomi dietro il carretto.  Devo comprare ancora le patate e le carrube, devo…mah…., c’è tanto, né ?  Quanto ci metterò di qui a casa ?  Cosa dite voi? ”.

“ Se non lo sai tu, quanto ci metti fino a casa tua! ”  e giù risate su quel pover bovino la cui zucca, senza sua colpa, funzionava a lune, quando funzionava!

“ Fa freddo fuori ” continuò il poveretto “ è un freddo autunno. Chissà che inverno avremo, mah…..voi cosa ne dite, eh…cosa ne dite? ”.

Artemisia, che aveva seguito con lo sguardo Tiziano da quando era entrato, disse all’amica: “ Guarda quel disgraziato, come va conciato!  Ha due calze bianche, una rosa ed una rossa, mamma mia! E solo la camicia, con questa temperatura gelida ”.

Carolina, non riuscendo a trattenere un sorriso di commiserazione, le rispose: “ Sembra un pezzente, credo che in tutta la città sia il più malconcio; certo non è da prendere ad esempio, gli ridono dietro tutti! ”.

“ Oh, sì! E’ veramente uno sconcio.  L’opposto del signor Tagliabue, sempre così a modo, così elegante! ”.

“ Uhh..è vero. Che elegantone, che bovino piacevole il signor Tagliabue ”.

Il bue, di cui stavano discutendo le due, era un dipendente delle assicurazioni Toro, sempre impeccabile nei suoi abiti firmati, dai copricapo sabbia alle cravatte tinta unita con piccoli disegni di quadrifoglio o corna di bue (magari, dico io, con qualche mancanza di  riguardo nei confronti della consorte), dalle calzature verniciate alla biancheria intima.

Se vi chiedete perché mai un ruminante dovrebbe indossare capi intimi firmati, dovrete pur ammettere che è sempre in agguato l’imprevisto: se uno finisce dritto dritto al pronto soccorso e lo spogliano per un’ecografia, non è forse opportuno che sia vestito in maniera degna?

“ Freddo fuori eh!, Tiziano…”  riprese uno dei giovani vitelli.

“ Sì, eh…quest’inverno andremo sottozero, eh, voi che ne dite? ”.

“ Certo che in inverno si va sottozero, tu non lo sai?  Tu verrai al bar trainando il carretto anche a dicembre? ”.

“ Sì, non ho ancora la patente…..sto studiando per l’esame di teoria, lo supererò? Mah…chissà! ”.

“ Dove sta una mia cugina renna, in Lapponia, l’anno scorso c’erano a Natale 35 gradi sotto ”.

“ Mamma mia, che freddo! Vero? Io ho ..ho notato che nelle notti invernali il cielo è terso e le stelle si vedono meglio, non credete anche voi? ”.

“ Che fai, Tiziano, ti metti a contar le stelle? Vuoi diventare astronomo? Non mi dire….ah,ah! ” .

“ E vi immaginate a 100 sottozero, che freddo? ” si intromise un altro della combriccola, che poi continuò: “ e a meno 500?  A meno 500 deve essere terribile! ” .

Il bufalo Bill non riuscì a trattenere un accenno di sorriso.

“ Va beh…Tiziano, noi ora andiamo. Vai a casa, va! ”.

“ Dove andate? ”.

“ In discoteca, al Ghepardo Rosa.  Tu vai a casa, tira il carro fino a casa e fatti una bella dormita! ”.

E i cari vitelli, detto ciò, uscirono ridendo a crepapelle (o a crepacuoio, come preferite).

Artemisia e Carolina, frattanto, procedevano nei loro interessantissimi discorsi: “ Lo sai che in quel bel negozio ad angolo ho trovato un paio di jeans a 29 euro e 50? ”.

“ Davvero?  Accipicchia! Me l’hanno detto che lì si compra bene.  Dovrò farci un salto ”.

“ Sì. Purtroppo solo un paio, per cui pensavo di mettermeli, sabato sera al cine, nelle gambe posteriori ed abbinarli con una gonna gialla in quelle anteriori, che ne dici? ”.

“ Oh….. i colori vanno bene, piuttosto mi sembra un po’ osé l’abbinamento gonna-pantalone ”.

Tiziano si avvicinò, con un bicchiere nello zoccolo, al vecchio bufalo.

“ Ciao, Tiziano, come va? ”.

“ Ciao, Bill, ma..così così,   …chissà, tu che dici? Come va? ”.

“ Benissimo, grazie ”.

“ Dimmi un po’, l’altra notte guardavo le stelle, non ho mai sonno la sera, e ho visto tutta la striscia nebulosa della Via Lattea che solcava l’intero firmamento passando non lontano dalla stella polare e ridiscendendo poi fino all’orizzonte.  Quello che ho visto è il disco galattico, vero? Che ne dici? ”.

“ Certo. Sono gli astri che popolano il disco della nostra galassia, disco che ha un certo spessore ”.

“ Ma allora, beh…, allora se la Via Lattea taglia il cielo in due passando vicino al polo l’orbita della Terra non è in direzione del disco galattico…”.

Bill ci pensò sopra qualche secondo e poi rispose: “ Certo, Tiziano, hai proprio ragione! Tu vuoi dire che il piano in cui giace l’eclittica, cioè l’orbita del nostro pianeta intorno al sole, è quasi perpendicolare al piano in cui sono collocate e ruotano le stelle della Galassia. E’ vero!  

“ Ah..ho ragione? Bene, ….bene,  ora bevo. Ma dimmi un’altra cosa: perché quelli ridono sempre di me, mi prendono in giro mentre tu mi rispondi e sei sempre gentile? ”.

“ La risposta potrebbe essere molto semplice, sai? ”.

“ Ah, si? E quale è? Quale è? ”.

“ Non ti è venuto in mente che io potrei essere più intelligente di loro?  Non è detto che sia così, naturalmente, ma potrebbe esserlo.  Non occorre un grande sforzo, d’altronde.  Tu, per esempio, sei più intelligente di loro ”.

“ Davvero? Dici? ”.

“ Sicuro.  Ad esempio, hai capito che il piano dell’orbita terrestre non è parallelo a quello galattico. Io lo ignoravo fino a poco fa, quando tu me lo hai fatto notare.  Tu osservi veramente ciò che guardi e ti poni domande, cerchi di capire per quanto possibile le cose in cui siamo immersi.

Non ti fermi alla SUPERFICIE. Pensa invece a quei vitelli: loro sì che sono superficiali!  Passano tutta la giornata a parlare di hockey, di discoteche e di vitelline. Sono solo apparenza, se scavi in loro in profondità non trovi nulla. Oddio, non dico che non debbano interessarsi alle giovani vitelle o allo sport, anche a me piace dare un’occhiata ai giornali sportivi, ma non si può trascorrere tutto il tempo libero parlando di gol segnati o mancati e discutendo su quale locale da ballo scegliere per la sera!  Mi sembrano vuoti, come già morti, quasi nulla li coinvolge ”.

“ Dici? Mah….Ma forse sono felici così! ”.

“ Può essere, se la vita non è altro che una ricerca egoistica della felicità, rimuovendo ogni pensiero che ci metta in crisi o in discussione.  Ma è meglio vivere felici senza alcuna consapevolezza oppure avere un’esistenza più complicata e sofferta e, anche se un po’ meno lieta, certo più completa?  Cosa lasceranno dietro a sé quei giovani? Un grande bue del Rinascimento ha detto: - Della maggior parte dei bovini che vivono non rimarranno, dopo la loro morte, che gabinetti pieni – ti ho reso l’idea? ”.

“ Sì, certo…..solo letame ”.

“ Infatti. E non solo sono stupidi, sono anche ignoranti.  Uno di loro si chiedeva quanto freddo possa fare a 500 gradi sottozero.  Ma non si può arrivare a quella temperatura. Non esiste ”.

“ Ah..già. Mi sembra di aver letto….sì, già…..lo zero assoluto”.

“ Certo! Vedi che tu lo sai. La temperatura misura, per così dire, la velocità delle molecole.  Se si va a 273 gradi sotto zero le molecole sono immobili. Non si può rallentare qualcosa quando è già fermo. Non si può andare sotto lo zero assoluto, meno 273 gradi, per l’appunto.

Anche quelle due mucche così ben agghindate che siedono lì, le vedi?  Non fanno altro che spettegolare sulle amiche e discutere degli abiti che indosseranno domani o dopodomani.

Certo un individuo deve preoccuparsi di essere dignitoso e pulito, ma quelle si cambieranno d’abito a dir poco cinque volte al dì, la loro esistenza passa tra un indumento e l’altro, solo, appunto, l’INVOLUCRO esteriore. Quel che conta per esse è soltanto l’apparenza. Spendono una barca di quattrini in vestiti quando in Africa c’è chi, antilopi e bufali, viene sbranato dai leoni o muore di fame. Io trovo che sia una vergogna!  Pensano solo a cosa mettersi sulla pelle, quella pelle che poi, magari, diventerà suola di scarpe per gli umani, ridicolo, vero?  Io credo che un bue od una brava mucca dovrebbe dedicare più tempo alle cose veramente significative:  l’arte, cioè il bello, e la scienza, cioè il vero.  Ovviamente anche all’amore, che riscalda le altre cose.  Tutte le altre cose, per quanto utili o divertenti, non hanno significato, non aggiungono nulla al nostro universo od alla

nostra condizione di bovini: non ci avvicinano alla mente del Grande Bue, o chi per Esso.

E’ triste, sai, vedere la maggior parte di tori, vacche, vitelli, buoi e bisonti passare l’esistenza solo per farla passare, quasi fossero già bistecche pronte per il contorno di patate o, se più fortunati, pronti per la bara ”.

“ Un INVOLUCRO anche quello! ”.

“ Già, Tiziano, hai ragione: un involucro anche quello, l’ultimo.  Sempre SUPERFICI, sempre INVOLUCRI, solo quelli!   Un nugolo di tori trascorre metà del pomeriggio in palestra a rinforzare bicipiti e tricipiti, dimenticando di allenare il muscolo più importante, il cuore.  

Tu invece cerchi di alzare un poco il velo, l’INVILUPPO che ci cela le ultime realtà, cerchi di alzare il telo che ci nasconde questo strano mondo, così come fai ora con il tovagliolo che ti cela la meritata brioche, cerchi di andare oltre l’apparenza per contemplare il mistero, l’incredibile bellezza che deve esserci sotto.  Oggi hai scoperto qualcosa sulle stelle, domani chissà, magari qualcosa sul significato della tua vita, te lo auguro.  A proposito di veli e superfici, forse ti interesserà quello che ho letto poco fa su  SCIENZE BOVINE, il mio mensile preferito ”.

“ Ah,sì? Certo, emh….dimmi pure ”.

“ Magari è veramente tutto SUPERFICIALE: senti un po’!  Tu sai cosa è un ologramma? ”.

“ No ”.

“ E’ un tipo particolare di fotografia. Quando la pellicola bidimensionale viene illuminata in un modo appropriato, si genera un’immagine tridimensionale.  E’ una fotografia a tre dimensioni.

Io ne ho visto qualcuno a Parigi, una volta, e ti posso garantire che sembra di trovarsi faccia a faccia con il vero oggetto; è impressionante!  Bene, secondo nuove strabilianti teorie l’intero nostro universo sarebbe simile ad un immenso ologramma, cioè il nostro cosmo apparentemente a tre dimensioni sarebbe del tutto equivalente a particolari leggi fisiche scritte, per così dire, sulla sua superficie lontana ”.           

“ Un universo dipinto sul suo confine? ”.

“ Bravo! Un universo dipinto sul suo confine.  Gli abitanti di questo mondo sarebbero incapaci, in linea di principio voglio dire, di stabilire se vivono in un universo a tre dimensioni descritto da certe leggi oppure in un altro, di sole due dimensioni, descritto da altre. La nostra innata percezione bovina della tridimensionalità potrebbe essere una illusione straordinaria ”.        

 “ Incredibile! ”.

“ Davvero! Potrebbe essere soltanto questione di INVOLUCRO. Forse esiste solo quello!  Ma il fatto di non riuscire a decidere se esiste solo la SUPERFICIE od anche il contenuto per me è il segnale che forse ci siamo ”.          

“ Cosa vuoi dire? Non….non capisco ”.

“ Dico che non riuscire a capire se viviamo in due dimensioni od in tre significa che ci stiamo avvicinando ai principi filosofici e logici che sottendono e sorreggono il tutto.  Forse tra 50 o 500 anni ce la faremo: forse sapremo infine cosa pensa veramente in fondo il Grande Bue.

“ Bello! ”.   

“ Sì, a volte il bello è vero, e spesso il vero è anche bello. Forse l’arte e la scienza dopotutto sono la stessa cosa, almeno per il Grande Essere.           

“ Non sappiamo ancora, però…..se questa ipotesi è vera, vero?….Tu che dici? ”.

“ No, non lo sappiamo ancora, hai ragione.  Però è qualcosa di elegante, è un’idea che prende il nome di principio olografico ed è stata sviluppata dai nostri fisici più esperti, sai quelli che con carta e penna si mettono a far due conti e fanno esperimenti negli acceleratori….”.

“ Umhh…..acceleratori…ah! Acceleratori, non acceleramucche ”.

“ Ah! Ah! Tiziano, sei davvero forte!!  Il tuo cervello fa degli accostamenti….     Forse i tuoi amici appena usciti, ecco, forse loro penserebbero che esistono anche gli acceleravacche, e che in un anello di una macchina acceleratrice vengono fatti circolare, invece delle particelle subatomiche, davvero tori, la cui velocità viene aumentata sventolando vicino al loro naso drappi rossi, chissà ”.

Le prime ombre della notte intanto, inesorabili, sorpresero i nostri amici durante quest’ultima divertente frase.

Pochi minuti dopo, mentre Bill riprendeva a leggere la rivista ignorando se faceva ciò in due o tre dimensioni, mentre al Ghepardo Rosa una moltitudine di vitelli stava per dare inizio alle danze, mentre Tiziano riprendeva la camminata col carro verso casa e mentre una mandria innumerevole di capi marchiati, sparsi per le città del mondo, osservava vetrine colme di superfluo e di capi firmati, le due amiche uscirono dal locale disquisendo ancora del reggimammelle rosa tanto

agognato da Carolina. Uscirono accompagnate dallo sguardo ammirato dei quattro o cinque bovini che, dopo aver ruminato tutto il pomeriggio latte e fieno, passarono a ruminare fieno e latte.

1 commento:

  1. Sono stata attratta e poi ipnotizzata da questa allegoria dell'esistenza giocata sul registro della fabula. Mi complimento con Pietro Rainero per questa lezione di narrativa. Il genere della fiaba è il più difficile, in quanto si rischia di cadere nel banale o di seguire la via tracciata dal grande Rodari del surreale. Riuscire a confezionare un gioiello simile richiede la semplicità del genio. Le mucche e i vitelli scendono di livello adeguandosi al modus vivendi di noi uomini. La presenza di Tiziano, bullizzato in virtù della sua intelligenza e della sua capacità di adeguarsi a uno stile di vita umile, è il quid che rende perfetto l'affresco di vita bucolica. L'Autore, con sapienza, intesa nel senso etimologico come 'dote di chi unisce una vasta e assimilata conoscenza delle cose con la capacità e l'equilibrio nel giudicarle' e sensibilità, pone tutti noi lettori di fronte allo stagno della vita e ci costringe a sentirci tristi Narcisi, che privati tristemente del 'velo di Maya' del caro Schopenhauer scorgono nell'acqua i loro volti con tratti bovini. Ringrazio di cuore lo scrittore e lo saluto con ammirazione profonda.

    RispondiElimina