“ ἡσυχία – Sedimentare il tempo” : come particelle solide sospese in un liquido, così le emozioni, attraverso la lettura poetica di questa silloge, sembrano depositarsi sul fondo, acquisendo valore ed efficacia.
Franca Donà, collaboratrice di Lèucade |
Emanuela Dalla Libera ha il dono della poesia, la si respira in ogni pagina in versi che traboccano di phatos; essa ci avvolge in un senso quasi innaturale di serenità, un luogo non luogo di quiete dove ascoltare il fruscio dei pensieri in sembianza con la natura è quasi una magia. La vita, in ogni sua forma, si manifesta con preziosità e timor sacro, spesso con una sorta di tristezza per ciò che declina, ma tuttavia spicca come bagliore improvviso di luce, la speranza e il desiderio di serenità e amore. La poetessa carpisce il senso della bellezza assoluta, in quel mistero naturale che è racchiuso nel silenzio sacro dei boschi, nel respiro degli alberi, persino in una serpe addormentata sotto un sasso o l’allocco che torna a dispiegare le sue ali: “ A stento giungono qui i rumori della storia,\ a stento qui riecheggia la memoria di umane \ voci, in questa solitudine remota \ svaniscono le croci dell’umana supponenza, \ qui una serpe si addormenta sotto un sasso ,\ torna l’allocco a dispiegare le sue ali \ dentro l’aria che risuona del verso. \ Copre il vento nuovo l’universo degli inganni \ e riprende, tra gli affanni, il silenzio della sua voce. (da Il silenzio sulle colline) ecco il vero senso della quiete, attraverso il rispetto di ogni singolo essere vivente, lontano dall’intransigenza degli umani, condannati al loro (nostro) egoismo e intolleranza verso i propri simili e i diversi. Emanuela ci invita a guardare con occhi puri l’immensità del cielo, cancellando ogni sorta di timore, o affanno, stabilendo un contatto più profondo e vero col creato e con la nostra stessa anima :
“Se una notte senza luna e senza vento, \
saprai guardare il cielo immenso \ disteso sopra i colli addormentati \ e
parlare con le stelle una ad una, \ ti accorgerai che al di là della pelle \ il
tempo non esiste, non esiste né tristezza \ né dolore tra le luci sparpagliate
nel silenzio … \ Sentirai come leggero è il cielo dentro l’anima, \ leggera
l’anima perduta dentro il cielo.”
La
sua è una poesia d’incanti, di colori fulgidi in cui mari e cieli si confondono. Il mare, spesso
evocato nei suoi versi, come metafora di infinito, come profondità in cui ritrovare
perle o tempeste; si percepisce una malinconia soffusa , malinconia che non è tristezza o rimpianto, forse solamente
una memoria nostalgica che diventa sogno tangibile di serenità. Una melodia di luci e ombre, sogno \ illusione
e consapevolezza di quanto, nonostante le asperità della vita, ella abbia
raggiunto. Tante le emozioni, i sentimenti racchiusi in un tempo che sembra non
avere più importanza, ora che il passato è racchiuso in stille di poesia e
sembra diventare nuova linfa per i sogni del domani, nuove visioni in cui
rifiorire.
Emanuela
sa trovare nella poesia la luce che offusca le ombre, pur anelando la quiete,
accenna ad albe eterne e senza confini,
perdute tra gli effluvi splendenti dei paesaggi incantati della sua amata
Maremma, così come a Venezia o nella Terra d’Armenia.
“Tu non darmi confini finchè in aria \
traccio glifi d’incanto che si adagiano \ molli su fiori di loto, voci ascolto
\ che mi narran di nuovo nel cerchio \ ormai stanco del tempo, l’antico \
conservo a carpire il mistero nascosto \ nell’umido guscio dei giorni a venire,
e il vento in spazi ancora mi porta dipinti \ di festa all’amore e alla vita di
lucciole \ basta il chiarore a coglier
nel buio \ vestigia mai spente di bellezza stupita. \ Tu non darmi confini, come rondine in volo
\ io ancora mi libro tra le braccia del mondo.”( da Tu non darmi confini) dalla sua apparente riservata timidezza ,
ecco emergere il lato fiero del suo temperamento, la rondine che non conosce
confini, che non rinuncerà al suo nido, né al suo eterno viaggiare, librandosi
ad ali spalancate tra le braccia del mondo.
Franca Donà presenta in modo magistrale l'Opera di Emanuela Dalla Libera, che sembra tesa a trafiggere le tenebre, a regalarsi e regalarci l'armonia e la luce. Poesia che trascende il disincanto, che mette in risalto colori, profumi, sensazioni, sentimenti. Splendida la metafora della sua esegeta per questo lirismo composto con i cinque sensi: "la rondine che non conosce confini, che non rinuncerà al suo nido, né al suo eterno viaggiare, librandosi ad ali spalancate tra le braccia del mondo". Un canto che è volo e nel volo ci trascina. Ringrazio la cara Franca e la Poetessa che insegna le piccole quotidiane felicità e le abbraccio entrambe!
RispondiEliminaGrazie carissima Maria per la lettura e lo splendido commento alla mia breve recensione. La raccolta di Emanuela è una vera chicca, spero di averne messo in risalto il vero valore. Un abbraccio cara Maria, e uno ad Emanuela Dalla Libera a cui va il mio benvenuto sull'isola della Poesia. Franca Donà
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