Carla Baroni, collaboratrice di Lèucade |
Due
novembre
E geme
il vento, geme il mare e il cuore.
Dalla
Porta degli Angeli un vessillo
oscilla
all'aria come indemoniato
e
sembra che pur esso si lamenti.
Dal
bastione a vedetta si intravede
il
cancello oggi aperto alla Certosa*
con i
pioppi ora spogli a sentinella
da
improbabili orde di nemici.
Due
novembre:
questo
è il giorno dei morti. Rimembranze
a
scaglioni si inerpicano alla mente
e
fluttuando tra tuie e marmi bianchi
vanno
a
svegliare dal sonno chi ci amò.
Da
ricciuti crisantemi che si sfaldano
esalando
un sospiro di profumo
par
che giunga a noi una risposta:
“Vai in pace; siam qui, ti attenderemo.”
*La
Certosa di Ferrara è adibita a Cimitero
Carla cara, sai essere originale anche nell'introdurre argomenti particolari come il giorno di Ognissanti. Sei di fronte al complesso monumentale della Certosa che sembra un grande giardino, e nella tua descrizione è luogo di rabbia, di lamenti, di tristezza. Allegoria di un vivere ancora così amputato? Di una storia che pesa sull'umanità e affligge le creature che ci seguono dal cielo? Sei una Poetessa che scuote le fronde dell'anima e incanta per la sua perfezione. E ti confido, amica mia, che da un certo momento, ho smesso di recarmi al cimitero. Non riesco a pensare che gli amori sino lì. Abitano forse 'nella stanza accanto', come asseriva Sant'Agostino, e sicuramente nei nostri cuori. Non v'è giorno che non li senta vicini. Prezioso il tuo Dono, spunto di riflessione e grido di autenticità. Ti stringo forte nel segno del nostro Maestro!
RispondiEliminaAmica mia carissima, la genesi delle poesie segue spesso vie tortuose che non sempre corrispondono al proprio sentire o perlomeno possono essere interpretate in modo differente dalle intenzioni di chi le scrive. Questa è nata qualche giorno fa con un tempo da tregenda delle streghe. Da qui l'incipit. Ma poi si sono sovrapposte le immagini dei Camposanti in cui andavo a visitare i miei morti e che non sono mai stati fonte di tristezza ma di una grande serenità. Ora purtroppo le mie condizioni fisiche non mi consentono più lunghi viaggi e l'unica tomba che posso ancora avvicinare è quella del nonno. Quest'anno, però, quando avevo preparato tutto per poter andare si è rotto l'ascensore del condominio in cui abito e ho dovuto lasciare ad altri l'incombenza dei preparativi per l'annuale ricorrenza. Ma come dici tu i nostri cari abitano stanze vicine o la stessa nostra stanza. L'importante è non dimenticare.
RispondiEliminaGrazie a te che mi leggi e mi gratifichi sempre di un lusinghiero commento e grazie al nostro Nazario che ci accoglie, qualunque sia l'argomento, nella sua bellissima isola.
Carla Baroni