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giovedì 9 dicembre 2021

GIANNICOLA CECCAROSSI: "A MANCARE E' IL TUO CANTO"

 Giannicola Ceccarossi. A mancare è il tuo canto. Ibiskos Ulivieri. Empoli.

 

“Iniziare da un lacerto prodromico della splendida prefazione della Caracciolo significa penetrare da subito nella poetica dell’autore: “Uno splendido canto dell’Assenza è questo breve fascio di liriche di Giannicola Ceccarossi. Un dolcissimo inno intriso di mestizia e di nostalgia, elevato a una figura venerata e rimpianta quant’altre mai: la madre….”.  Un breve, apodittico canto dove spesso l’autore riversa tutta la sua emotività per la scomparsa della madre, la cui immagine torna sempre coi suoi palpiti a farsi presente in queste poesie. Canti di levatura   epigrammatica dove dolore, pathos, nostalgia, emozione si compenetrano a dare sostanza e compattezza versificatoria all’insieme. Già dalla breve citazione iniziale che fa da avvio alla silloge si può penetrare nell’anima di questa plaquette, dove logos e pathos si amalgamano per dare consistenza al poema: “… Addio, cara, addio mia dulcissima mater”. (Dalla lettera alla madre di Salvatore Quasimodo). D’altronde è il titolo col suo  enunciato a metterci sulla strada del percorso significante:  A mancare è il tuo canto”, dove ogni brivido dell’autore risplende come i raggi del sole in acque cristalline. Non è di certo superfluo citare una delle più significative liriche che con voce eponima danno grande fluidità alla silloge: “Ti parlo nelle notti/ quando le tue cadenze risuonano/e accanto  te cammino/ Poi al fondo/ la calma mi  ghermisce/ Non ultimo sarà il mio commiato/e presto diverrò fiume candido/ A mancare è il tuo canto” (Ti parlo nelle notti, pag. 30).   Una serie di poesie che con tono  marcatamente empatico esprimono tutto l’amore del poeta per la madre che con le sue immagini mantengono in vita una poesia liricamente avvincente e penetrante e dove il verso con i suoi stratagemmi prosodici si fa collaboratore assiduo dei fremiti emotivi: “A darmi risposte/è solo il silenzio/La tua voce/ s’è dispersa nelle pietraie”. (A darmi risposte, pag. 43).            

Nazario Pardini

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