Giannicola Ceccarossi. A mancare è il tuo canto. Ibiskos Ulivieri. Empoli.
“Iniziare da un
lacerto prodromico della splendida prefazione della Caracciolo significa
penetrare da subito nella poetica dell’autore: “Uno splendido canto
dell’Assenza è questo breve fascio di liriche di Giannicola Ceccarossi. Un
dolcissimo inno intriso di mestizia e di nostalgia, elevato a una figura
venerata e rimpianta quant’altre mai: la madre….”. Un breve, apodittico canto dove spesso
l’autore riversa tutta la sua emotività per la scomparsa della madre, la cui
immagine torna sempre coi suoi palpiti a farsi presente in queste poesie. Canti
di levatura epigrammatica dove dolore,
pathos, nostalgia, emozione si compenetrano a dare sostanza e compattezza
versificatoria all’insieme. Già dalla breve citazione iniziale che fa da avvio
alla silloge si può penetrare nell’anima di questa plaquette, dove logos e
pathos si amalgamano per dare consistenza al poema: “… Addio, cara, addio mia
dulcissima mater”. (Dalla lettera alla madre di Salvatore Quasimodo).
D’altronde è il titolo col suo enunciato
a metterci sulla strada del percorso significante: “A
mancare è il tuo canto”, dove ogni brivido dell’autore risplende come i
raggi del sole in acque cristalline. Non è di certo superfluo citare una delle
più significative liriche che con voce eponima danno grande fluidità alla
silloge: “Ti parlo nelle notti/ quando le tue cadenze risuonano/e accanto te cammino/ Poi al fondo/ la calma mi ghermisce/ Non ultimo sarà il mio commiato/e
presto diverrò fiume candido/ A mancare è il tuo canto” (Ti parlo nelle
notti, pag. 30). Una serie di poesie
che con tono marcatamente empatico
esprimono tutto l’amore del poeta per la madre che con le sue immagini
mantengono in vita una poesia liricamente avvincente e penetrante e dove il
verso con i suoi stratagemmi prosodici si fa collaboratore assiduo dei fremiti
emotivi: “A darmi risposte/è solo il silenzio/La tua voce/ s’è dispersa nelle
pietraie”. (A darmi risposte, pag. 43).
Nazario Pardini
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