M. G. Ferraris, collaboratrice di Lèucade |
G. RODARI:
“Il mio albero di Natale è troppo
ingombrante perché io possa piantarlo in un angolo del salotto (veramente non
ho nemmeno un salotto) o magari in anticamera, nel portaombrelli. Potrò fare
domanda al sindaco per avere una piazza a mia disposizione? E’ difficile che il
sindaco mi possa accontentare. Pianterò il mio albero di Natale in questo
angolo del “Pioniere” che, per quanto piccolo, può contenerne tutti i doni, più
uno, o più un milione: può contenere tutto quello che io voglio metterci.
Osservate, sul ramo più alto, tra due
comete d’argento, quella meravigliosa pistola ad acqua.
A chi credete che sia destinata? A tutti i
fabbricanti di bombe atomiche e di razzi a gittata più o meno lunga. L’acqua,
nel serbatoio, è tenuta costantemente a temperatura gelida: affinché quei
signori, spruzzandosela in testa, possano fare una doccia rinfrescante,
svegliarsi dai loro bollenti sogni, guardarsi attorno e dare la mano a tutti
noi, gente qualunque che vogliamo soltanto un po’ di pace
Mi chiedete per chi è quel magnifico
monopattino? Mi sembra chiaro: voglio regalarne un esemplare a tutti gli
automobilisti troppo frettolosi, pregandoli di aver meno fretta. Almeno un
giorno, almeno il giorno di Natale, potrà trascorrere senza incidenti stradali?
Anima, signori: lasciate la macchina in garage!
Su questo ramo ho disposto tappi e
turaccioli di ogni forma e grandezza. Sono tutti la mia invenzione. Si
chiamano: “Antibugia”. Un momento prima di dire una bugia, si ficcano in bocca:
la bugia non può uscire, torna indietro e si perde nel labirinto delle vene e
delle arterie.
Grandi e piccoli, professori e scolari,
ministri e giornalisti, mamme e bambini: potete stare un giorno intero senza
dire bugie? Se l’impresa vi sembra difficile, adottate il tappo antibugia del
mio albero di Natale.
E ora non meravigliatevi di scorgere, tra
i rami cosparsi di fiocchi di neve e fioriti di lampade colorate, in mezzo a un
milione di giocattoli, le lettere dell’alfabeto: A, B, C, D… Anche l’alfabeto è
un dono: c’è chi non l’ha mai ricevuto.”
Pubblicato in “Il Pioniere”, n°50 del 21
dicembre 1958
Maria Grazia mia, sei così illuminata che mi fai sentire piccola e patetica. Hai trovato un testo di Rodari, che con il consueto realismo magico, lancia provocazioni ai politici guerrafondai, a tutti coloro che consumano i giorni e le ore al pari dei bene materiali, dimenticando la 'grazia lenta' dell'assaporare le atmosfere, i sentimenti, i momenti importanti. Un albero che finalmente metta fine alle ipocrisie, figlie di tutte le bugie che consumiamo quotidianamente come biscotti della salute. E su questo miracoloso abete non poteva mancare l'alfabeto, perchè il bello scrivere è un sogno dimenticato. Ti ringrazio di questo Natale autentico, che dà senso ai milioni di non sensi. E ti chiedo scusa per essere chiusa nel recinto di coloro che ignorano. Sia lieve ogni tuo giorno, Amica magica, mi farebbe bene viverti vicino...
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