Pagine

domenica 2 gennaio 2022

MAURIZIO DONTE: " CANZONE"

Maurizio Donte,
collaboratore di Lèucade

 






Te Deum

La versione corretta è la seguente

Canzone op. finale Rime Extravaganti

 AB(c)ABCDEDEFF- GHGH

 

Ti lodiamo, Signore, dal profondo, 

per quanto Tu ci doni*, per la vita, 

per la gioia e il dolore, per il mondo, 

per la via che non lasci sia smarrita, 

per le anime raccolte che perdoni.* 

Tu nel Figlio regali la Parola:

illumini la strada per l'Eterno, 

non lasci nel silenzio che desòla

i cuori che dimorano d'inverno, 

ma guidi con paterna tenerezza

il gregge di chi cerca la salvezza. 

 

Conduci verso il Cielo, in Paradiso, 

con gli Angeli, coloro* che non hanno

speranza nel futuro, né sorriso, 

perché non Ti conoscono e non sanno

che li vorresti tutti insieme, in coro, *

a vivere per sempre in un Altrove

che non dà sofferenza, né dolore, 

ma conforto e bellezza fino a dove

può spingersi il Divino nell'amore, 

gonfiando ogni vela per il volo

verso Te, che nessuno lasci solo.

 

Perdonaci Signore e dona pace

a chi cerca e non trova* sulla terra

la speranza, perché d'intorno tace

la Voce senza cui nei cuori è guerra:

l'unica che nel mondo ci rinnova, * 

l'unica in cui si può trovare ancora

ragione dell'esistere che avanza, 

al giorno che tramonta d'ora in ora,

nel crepuscolo teso alla distanza, 

sul mare d'incertezza che propone

la vita della qual non si dispone.

 

Tu maestà infinita ed immortale,

Padre, sei e Figlio e Spirito* d'amore, 

dimora della pace, senza il male,

Tu sede sempiterna in ogni cuore;

dei martiri speranza, che sei Spirito*

di vita che non muore, luce viva,

sorgente da cui sgorga la promessa:

acqua che ci fortifica e ravviva, 

nel sacrificio eterno della Messa, 

per cui tutti ci adotti come figli, 

se solo noi seguiamo i Tuoi consigli. 

 

Santo, Signore Dio dell'Universo,

bellezza ed infinito* amore, via

che porta alla salvezza chi si è perso, 

Stella e Faro per chiunque più non sia

nel gregge o nell'error si sia smarrito. *

I Serafini e gli Angeli con loro, 

e i Cherubini e i Troni in armonia,

cantano insieme Gloria, e Gloria in coro, 

nella suprema eterna melodia

che tutta si distende sopra il mondo,

penetrando nei cuori fino in fondo. 

 

Confido in Te, Signore della Vita, 

nell'alba che sottendi*, luminosa, 

nella certezza eterna ed infinita

d'alzare gli occhi dove nessun osa, 

là verso il trono Tuo su cui risplendi. *

A te è vicina Maria Immacolata, 

Vergine benedetta, che consola, 

dal peccato d'orgoglio preservata, 

che ha portato all'uomo la Parola. 

Pietà di me, Signore Dio, ti chiedo, 

per quando vorrei credere e non credo. 

 

Non confonderci mai, Signore Eterno:

ridonaci la pace e il Tuo Perdono, 

non lasciar nelle tenebre d'inverno

chi della voce Tua non sente il suono.

Con l'occasione le rinnovo gli auguri di buon anno

un abbraccio 

Maurizio Donte

 


6 commenti:

  1. Una meravigliosa canzone, direi una preghiera così ispirata e traboccante di Spirito e di ricerca religiosa, da poter essere inserita nelle orazioni di ognuno di noi
    Isabella Conte

    RispondiElimina
  2. Caro Maurizio, peccato! questo bel canto, canzone, inno, orazione e/o preghiera poteva essere postato giorni prima di Natale per incidire nell'animo umano con un quid in più essendo il periodo dell'avvento. Ma il canto/canzone è talmente universale per il mondo cattolico che può essere cantata/recitata in qualsiasi ora del giorno o della sera prima del sonno. Da cattolico dico che hai passato un bel Natale a cimentarti in questa canzone che, per quel poco di Teologia studiata, ha tutti gli appellativi teologici e pertanto può essere "cantata" anche in chiesa pre autorizazzione clericale. La metrica è diventata il tuo cavallo di battaglia. Bravo e complimenti. Pasqualino Cinnirella

    RispondiElimina
  3. Il titolo del tuo testo, Maurizio mio, è collegato al significato latino della canzone (cantione[m]), che è un genere metrico formato da un numero variabile di strofe dette stanze, di solito 5, 6 o 7, più eventualmente una stanza più piccola, detta congedo/commiato. Nel tuo caso si tratta di sei stanze e c'è un sublime congedo. Non v'è dubbio che il tuo dire ricorda una preghiera, che ha la caratteristica di progredire in levare. Commovente il passaggio in cui chiedi al Signore 'pietà di (te) che vorresti credere e non credi'. Dimostri che non occorre essere cristiani o cattolici per potersi rivolgere al 'Signore della vita'e, a mio umile avviso, dai piena prova della tua Fede. Caro Maurizio, sono convinta che il dubbio e la negazioni siano spesso alla base di una spiritualità pura, senza orpelli, lontana dalle norme e dalle istituzioni. La tua "Canzone" è un Cantico d'amore che in questo momento storico tocca le corde delle anime di tutti. Ti ringrazio e ti esprimo ancora e sempre la mia ammirazione. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  4. caro Pasqualino! non sarebbe stato possibile per due motivi:
    il primo è che a Natale non era ancora stata composta, il secondo è che il Te Deum si canta esclusivamente il 31 dicembre
    ^_^ con tanto affetto, grazie e auguri a tutti per un anno migliore!

    RispondiElimina