GUIDO MIANO EDITORE
NOVITÀ EDITORIALE
È uscito il libro di poesie:
LO ZOO NATURALE (Se gli Animali potessero parlare)
di ROBERTA FAVA
con prefazione di Enzo
Concardi
Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Lo
zoo naturale (Se gli Animali potessero parlare)” di Roberta Fava, con prefazione di Enzo Concardi, nella
prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2022.
Per comprendere a fondo i motivi di questa
pubblicazione originale e inconsueta - Lo zoo naturale, se gli animali
potessero parlare ... - della poetessa e pittrice rodigina Roberta Fava,
occorre considerare il suo background geografico, culturale,
professionale. Possiamo raccogliere i primi elementi di ciò nel commento della
Casa Editrice Seledizioni nella quarta di copertina di Frammenti, silloge
poetica del 1989: «Si coglie, in questa prima opera di Roberta Fava, il canto
genuino di chi non può disgiungere sé stessa dalla propria terra, dalle proprie
origini. I suoi versi dedicati al Po, al Polesine, al mare sono infatti
l’elemento portante di un poetare che non sfugge mai alla propria realtà
tematica...». Ovvero l’autrice vive in un contesto ambientale in cui la natura
è ancora dominante e il Parco Regionale del Delta del Po costituisce un areale
ecologico privilegiato in cui il rapporto con gli elementi naturali è primario,
anche come fonte di ispirazione artistica, per paesaggi, scenari, suggestioni,
biotopi. È chiaro che per scrivere un libro sugli animali – in poesia – bisogna
amare la natura, ma anche studiarla. Inoltre ella ha poi varcato i confini
provinciali interessandosi dello “zoo naturale” di ogni parte del mondo.
Tuttavia occorre precisare che in età adolescenziale e giovanile la poetessa ha
studiato in Toscana a Colle Val d’Elsa e nelle Marche ad Urbino, e che è stato
il contatto con l’ambiente collinare di quelle terre a far nascere
primariamente in lei l’amore per gli spettacoli naturali.
Si è avvalsa anche dell’esperienza di una precedente
opera similare, cioè L’arcobaleno dei fiori (2016) di cui la prefatrice
Cristiana Vettori dice: «Deliziosa questa silloge poetica di Roberta Fava, che
si compone di una novantina di liriche, ciascuna delle quali è dedicata a un
fiore. Antichissima del resto l’associazione tra fiori e poesie: la stessa
parola antologia, come sappiamo, ci ricorda questo accostamento che ha
un’origine lontana...» (composta dai termini greci ‘fiore’ e ‘raccolta’).
Dunque mutando i soggetti – dai fiori agli animali – la poetessa ha seguito le
sue stesse tracce, catalogando e descrivendo innumerevoli esemplari dei «nostri
fratelli minori», come li definisce, dei quali veniamo a conoscere habitat,
caratteristiche e abitudini di vita, fisionomie, e spesso anche come sono
considerati nel mondo degli umani, procedendo a creare immagini antropomorfe.
L’amore per la natura ha sempre accompagnato la poetica dell’autrice e così
anche in Grappoli di stelle (2010), nella prefazione Tina Piccolo
scrive: «Immagini solari sono quelle che ci regala la poesia di Roberta Fava. Il
suo verso è come un pennello intriso nei colori delle stagioni, dipinge scene
mirabili e cattura l’attenzione del lettore. Così lo sguardo sembra perdersi
tra pianure e città, tramonti ed albe, volti di donne e grappoli di
glicini...». E, per concludere queste note propedeutiche, è opportuno anche il
riferimento al saggio di Michele Miano Il sentimento della natura in Roberta
Fava (in Alcyone 2000.
Quaderni di poesia e studi letterari,
n. 12, G. Miano Editore, 2019). Qui il critico sottolinea
l’importanza del rapporto con la natura nell’arte della poetessa, rapporto che
va inserito in una visione del mondo unitaria, senza particolari dualismi che
possano incrinare l’armonia e la serenità del suo esistenzialismo ottimistico;
così «la simbiosi dell’uomo con la natura può divenire di nuovo osmosi, se
sapremo leggere nelle cose più semplici la profonda essenzialità poetica» che,
detta con un suo verso, si traduce nell’impossibilità di non attendersi
l’arcobaleno dopo la pioggia.
Avvicinandosi ora al testo dello Zoo naturale,
viene spontaneo constatare attraverso la memoria quanto sia stato prolifico nella
storia dell’arte il rapporto tra l’uomo e gli animali: in vari modi e in varie
forme questi ultimi sono entrati, talvolta anche come protagonisti, nelle opere
letterarie, musicali, pittoriche e scultoree degli artisti di ogni epoca. Qui
possiamo accennare solo ad alcune esemplificazioni per dimostrare come Roberta
Fava si sia inserita in una tradizione e in un filone ricchissimi di modelli,
attuando però in proprio il connubio tra poesia e scienza, avendo ella svolto
un lavoro di catalogazione degli animali presentandoli anche in ordine
alfabetico, segno di un influsso enciclopedico tipicamente occidentale.
In primo luogo la letteratura favolistica mi pare
sia il genere più vicino alla sua impostazione, a partire da Esopo, considerato il capostipite in
questo campo: il grande scrittore greco antico è l’archetipo a cui hanno
attinto tutti gli altri e le sue favole sono ancora oggi molto popolari e note.
In esse vi sono in genere animali personificati, con lo scopo esplicito
educativo, ovvero di comunicare una morale: operazione che troviamo spesso
anche nella Fava, come vedremo. Tra i continuatori di Esopo si possono citare
Fedro, scrittore romano del I secolo, Jean de La Fontaine,
letterato francese del XVII secolo, i fratelli Grimm - filologi e linguisti
tedeschi dell’Ottocento - con alcune fiabe dedicate agli animali ed anche il
nostro Trilussa, nella raccolta di favole in rima Ommini e bestie (1922),
dove il poeta romanesco mette in scena un’esilarante rassegna di tipi umani e
di animali che condividono più vizi che virtù: come si nota il genere possiede
sempre un carattere finalistico-pedagogico.
Mi sembra importante segnalare in questa prefazione la presenza di
animali anche in taluni capolavori della nostra letteratura, per significare il
loro ruolo per nulla secondario nei testi anche più impegnativi e quindi
avvertire il lettore che il genere qui scelto da Roberta Fava non è da
considerare assolutamente minore. I
casi sono numerosi, mi limito ad alcuni di essi: l’allegoria delle tre belve
dantesche nella prima cantica della Divina
Commedia (lonza-lussuria, leone-superbia,
lupa-cupidigia); il simbolo de Il passero solitario del Leopardi
(contrasto natura-ragione); La cavallina storna pascoliana («se gli
animali potessero parlare...», sottotitolo della presente opera, si sarebbe
conosciuta la verità sull’assassinio del padre); l’allegra upupa montaliana che
riabilita la lugubre fama di quella foscoliana nei Sepolcri)… In campo
musicale una creazione molto simile allo Zoo naturale è Il carnevale
degli animali (1886) del musicista francese Camille Saint-Saens, il cui
sottotitolo è Grande fantasia zoologica, dove i 14 brani per due
pianoforti e orchestra si riferiscono ciascuno ad un animale in tono umoristico
e canzonatorio. Mi fermo qui, solo citando ancora - in pittura - gli animali
alpini di Giovanni Segantini e quelli realistico-fantasiosi di Antonio Ligabue
e - nella scultura - l’imponente cavallo leonardesco.
Il libro di Roberta Fava è strutturalmente suddiviso
in tre parti: Animali di terra, Animali d’acqua, Animali
d’aria. La forma metrica è quella della strofa unica per tutte le
composizioni, mentre la lirica è essenzialmente descrittiva, ma non prosastica
e analitica, conservando una propria leggerezza di ritmi e scansioni. Il
discorso sugli animali avviene quasi sempre utilizzando il tu confidenziale e
un tono colloquiale, per cui la poetessa parla a loro con molta
prossimità e simpatia, dimostrando anche con questa scelta lessicale la sua
empatia con la natura vivente. Emerge chiaramente dai testi una visione
creazionistica dell’universo, poiché sovente sottolinea il fatto che anche gli
animali esistono per volontà divina. E infine richiamo l’attenzione del lettore
su talune liriche in cui avviene l’attribuzione di alcune caratteristiche
animali ai caratteri umani e il reciproco confronto, così come nella
letteratura dello stesso genere. Camaleonte, simbolo del trasformismo: «Così, come te, le persone / cambiano
opinione / e si trasformano /
secondo le loro opportunità». Iena,
triste fama di becchino: «Iena è detto anche colui / che approfitta dei
problemi altrui». Tartaruga: rappresenta
la saggezza del chi va piano, va sano e va
lontano. Volpe: proverbiale
incarnazione di furbizia ed astuzia. Delfino è un «compagno dell’umanità» per la sua socievolezza, amicizia,
fedeltà, intelligenza. Ostrica:
la sua perla è un dono per l’uomo e la sua chiusura è simile ai
caratteri ostinati ed introversi. Sirena: creatura della fantasia, metà donna e metà pesce (simbiosi
animale-persona); è adescatrice con il suo canto ingannatore. Aquila: «Emblema di domini umani / di
sconfinate libertà / del divino arcano». Cicogna: «Simbolo della maternità / desiderata ed agognata» come nei
racconti ai bambini. Cigno: «Solitario
e regale», gli umani vedono in lui bellezza e libertà. Colomba: «Simbolo di pace / di serenità, /
dello spirito celestiale...».
Al termine della rassegna dei “nostri fratelli
minori”, la scrittrice ci comunica dunque un chiaro messaggio, ossia l’amore e
il rispetto per tutte le creature viventi e per la Natura, vista come madre ed
emanazione divina.
Enzo
Concardi
Roberta Fava è nata a Taglio di Po (RO) dove
risiede; è laureata in Pedagogia, Materie Letterarie, con diploma in
Giornalismo; ha insegnato presso la Scuola Media del suo comune e ha ricoperto
l’incarico di consigliere delegata alla cultura, pari opportunità e gemellaggi.
Ha pubblicato le raccolte di poesie: Frammenti,
1989; Come un Giullare, 1999; Non solo amore, 2001; Alfabeto poetico, 2008; Grappoli di stelle, 2010; Alle porte del cuore, 2011; L’arcobaleno dei fiori, 2016. Ha inoltre
pubblicato, in collaborazione con la scrittrice Loredana Capellazzo, il romanzo
La rosa d’argento, 2009; ha ricevuto
riconoscimenti e premi sia per la poesia che per la prosa. È stata
coordinatrice del Laboratorio di Scrittura Creativa di Rovigo (poesia) dal 2009
al 2015. Ha collaborato con la stampa locale (“La Piazza”, “Corriere di
Rovigo”, “Ventaglio ‘90”); ha fatto parte del Coro femminile “Le Note del
Fiume” e le sue poesie Nebbia, Musica sono state musicate (segnalazione
e 2° premio) al Concorso Biennale di Verona. Roberta Fava è anche pittrice; ha
partecipato a mostre collettive e personali in Italia e all’estero.
Roberta Fava, Lo zoo naturale (Se gli Animali potessero parlare), pref. di Enzo
Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2022, pp. 296, isbn 978-88-31497-73-2,
mianoposta@gmail.com.
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