È raro incontrare
una poetessa che sa fare della vita un'opera d'arte e Marisa ci riesce
affidandosi alla sua esperienza scritturale fatta di sinestesie e metafore, di
iperboli che dànno luce all'insieme. Si tratta di un viaggio per mari infiniti,
pieni di trabucchi e di scogli, dove è facile perdersi fra i pelaghi
insaziabili. Ma la Nostra non si smarrisce, riprende la rotta anche dopo aver
sbattuto la barca; si affida ad una tavola scampata al naufragio e si dirige
verso la sua isola di pace e di armonie. È là che trova la sua destinazione, là
dove i sintomi poetici l'attendono pronti a reificare le sue malinconie, i suoi
patemi, e le sue allegrie.
Carissimo Professore,
RispondiEliminaentusiasta della Sua bellissima prefazione alla mia silloge "Sintomi poetici", le esprimo i più sentiti ringraziamenti per le parole e i pensieri che ha voluto dedicare a questa nuova creatura poetica. Medito ogni riflessione da Lei svoltta, consapevole della Sua dedizione alla cultura, alla poesia e all'ospitalità generosa su Lèucade. Grazie, Maestro. Un saluto affettuoso
Marisa Cossu