Cosa lasciare
Le
albe di città
hanno sempre quel brusìo
di attriti d’asfalto per andare e
venire
non sono parole solo
immagini sonore un
po’ grigie
che
attendono la tua
sorte
cosa farai oggi quali
promesse attese
e rimandi
i volti
in fretta i saluti
casuali
viviamo
tutti così noi indigeni
di questi
incroci
di strade dal senso non unico
nei
quali è così facile perdersi e cercare invano
una risposta al timore
di essere vissuto per
caso
cosa essere cosa non
essere cosa lasciare
le albe di città
sono
così tremendamente silenziose
e pigre
nelle tregue inutili
dei fine settimana
e
davvero non sono
parole ma altro
immagini sempre più sbiadite di te che
ancora
fra i
dormitori di questo alveare
di cemento
cerchi un senso _
Il poeta 'urbano', come ama definirsi lui, con infinita umiltà, o metropolitano, come da sempre lo reputo io, con altrettanta umiltà, lascia ancora il segno. Le albe, in qualità di inizi dei giorni nuovi, hanno forse aspettative, anche se "tremendamente silenziose e pigre", ma il tempo non concede novità. Si sopravvive. Affidandosi ai riti, alle abitudini, e rendendosi 'indigeni' delle strade, del logorìo quotidiano "nel quali è così facile perdersi e cercare invano /una risposta al timore di essere vissuto per caso".. Alfonso affresca il vuoto che, come imbuto, ci risucchia, e indirettamente, chiede a se stesso e a noi uomini in genere, di dare senso all'esistenza che trasciniamo "fra i dormitori di questo alveare di cemento". Il linguaggio sembra crudo, amaro, privo di aspettative, ma basterebbe il titolo della poesia per indurci a cogliere la speranza celata dietro il disincanto. Il Poeta invita a riflettere sul dato di fatto che ciò che conta non sono gli anni della nostra vita, ma la vita che mettiamo in quegli anni. Lirica di altissimo spessore, dal valore didattico. Ringrazio l'Autore, grande amico, che stimo moltissimo e abbraccio lui e il Nume Tutelare che consente questi incontri.
RispondiEliminaCarissima Maria, ti ringrazio molto, così come ringrazio molto Nazario e tutti coloro che leggono le mie composizioni, sono uno scrittore 'urbano' per il semplice fatto che sono un topo di città, questo è il luogo in cui sono vissuto e vivo, vorrei solo aggiungere che molte mie composizioni parlano anche della natura, ma come può vederla un cittadino che tutto sommato è di transito (ma chissà che in vecchiaia non mi ritiri in campagna...). Un abbraccio a tutti voi.
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