martedì 24 maggio 2022

ALFONSO ANGRISANI: "COSA LASCIARE"

Cosa lasciare

 

Le  albe di città

hanno sempre quel brusìo

di attriti d’asfalto per andare e venire

non sono parole         solo  immagini  sonore  un  po’  grigie

che  attendono  la  tua  sorte

cosa farai oggi    quali  promesse    attese  e  rimandi

i  volti  in fretta   i saluti  casuali

viviamo  tutti così  noi  indigeni  di   questi

incroci  di strade  dal  senso non unico

nei  quali  è così facile perdersi  e cercare invano

una risposta  al timore  di essere  vissuto  per  caso

cosa essere  cosa non  essere  cosa  lasciare

 

le albe di città

sono  così  tremendamente  silenziose  e  pigre

nelle tregue  inutili  dei  fine settimana

e  davvero  non  sono  parole  ma altro

immagini sempre più sbiadite di  te  che ancora

fra i  dormitori  di  questo  alveare  di cemento

cerchi un senso _

 

 

 

 

 

2 commenti:

  1. Il poeta 'urbano', come ama definirsi lui, con infinita umiltà, o metropolitano, come da sempre lo reputo io, con altrettanta umiltà, lascia ancora il segno. Le albe, in qualità di inizi dei giorni nuovi, hanno forse aspettative, anche se "tremendamente silenziose e pigre", ma il tempo non concede novità. Si sopravvive. Affidandosi ai riti, alle abitudini, e rendendosi 'indigeni' delle strade, del logorìo quotidiano "nel quali è così facile perdersi e cercare invano /una risposta al timore di essere vissuto per caso".. Alfonso affresca il vuoto che, come imbuto, ci risucchia, e indirettamente, chiede a se stesso e a noi uomini in genere, di dare senso all'esistenza che trasciniamo "fra i dormitori di questo alveare di cemento". Il linguaggio sembra crudo, amaro, privo di aspettative, ma basterebbe il titolo della poesia per indurci a cogliere la speranza celata dietro il disincanto. Il Poeta invita a riflettere sul dato di fatto che ciò che conta non sono gli anni della nostra vita, ma la vita che mettiamo in quegli anni. Lirica di altissimo spessore, dal valore didattico. Ringrazio l'Autore, grande amico, che stimo moltissimo e abbraccio lui e il Nume Tutelare che consente questi incontri.

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  2. Carissima Maria, ti ringrazio molto, così come ringrazio molto Nazario e tutti coloro che leggono le mie composizioni, sono uno scrittore 'urbano' per il semplice fatto che sono un topo di città, questo è il luogo in cui sono vissuto e vivo, vorrei solo aggiungere che molte mie composizioni parlano anche della natura, ma come può vederla un cittadino che tutto sommato è di transito (ma chissà che in vecchiaia non mi ritiri in campagna...). Un abbraccio a tutti voi.

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