Valeria Masoni-Fontana
OPERA OMNIA
Volume 1 - Poesie
Recensione di Floriano
Romboli
L’idea della
natura e il sentimento della vita in Valeria Masoni-Fontana
Valeria Masoni-Fontana
rappresenta il caso non infrequente di un’intellettuale di robusta cultura
giuridica, nondimeno assai legata a una tradizione umanistico-letteraria che ha
posto la poesia sul gradino più alto nella scala dei proprî
valori, al vertice della gerarchia delle aspirazioni etico-spirituali, concependola
sul fondamento di una convergenza preziosa di concentrazione riflessiva e di
intensa partecipazione lirico-sentimentale.
L’autrice viene elaborando e
precisando la propria concezione della realtà attraverso un costante
riferimento al dato naturale: “Fisso i miei occhi / ai vetri di una finestra / che
mi sta di fronte: / da un lato un agitarsi
di cupe tinte / e su esse il fosco
oscillare / delle nere fronde / dell’albero
al di là della via; / dall’altro lato, / riflessa come per incanto, / la
serenità di un lembo di cielo, / chiaro,
/ in pace” (Inconciliabili, da Poesie
giovanili); “Stagione dell’oblio inverno / la tua sonnolenza / ha bianchi torpori
di lontananze. / Appiattita tra i solchi / la fede in rinascita vigorosa. / Nell’opaca cavità della nebbia / trova
rifugio l’urlo del tempo” (Inverno,
da Un dilagare d’ombre).
I miei corsivi intendono porre
in risalto la funzione primaria della figura dell’antitesi nella strategia ordinativa della raffigurazione, indizio
inequivoco di una concezione complessiva caratterizzata da una costituzionale ambivalenza: “Schiudersi lento di labbra
/ e non sai / se ricordo di gioia vissuta / o desio…/…ansia / di gioia sperata”
(Sorriso, da Riverberi d’ansie lontane); “Perché dubbio v’è / nell’animo forte /
che stridere possa / in silenzio, / ma certezza non v’è / che ridere possa in
silenzio / al dubbio che geme” (Dubbio,
da Poesie sciolte).
Nell’àmbito di tali soluzioni
linguistico-espressive, in uno stile essenziale, privilegiante sovente le
cadenze nominali (“Raffica stridula / di vento gelato / su distesa infinita / di
azzurro ghiaccio” (Ascoltando il valzer
triste di Sibelius, da Riverberi,
op.cit.), mi preme segnalare il rilievo acquisito nei versi dalla congiunzione
avversativa “ma”: “Pallore morbido, caldo / di glicine in fiore. / Grappoli
estatici. / E non conoscono gioia / di secondare fugace ebbrezza di vento / che
mormora lieve (…) Ma incupirsi di
viola / a ogni fiore, a ogni petalo / di grappolo lieve, / tutta mi fa
risentire / la pena mia antica” (Glicine,
ivi).
A un’affermazione se ne
accompagna un’altra, introdotta da detta congiunzione, con valenza ora
attenuativa ora contrastiva, premessa a un basilare atteggiamento dubitante:
“…Perché le ombre / hanno sospiri d’anima stasera / e la realtà è più bella del
sogno. / Ma ombre oscillano /
inesorabili / sulla realtà del mio sogno” (La
realtà è più bella del sogno, ivi); “Ascolta, mi sento più forte / l’anima,
più dure le mani, / più strette le labbra nell’aspro cammino. / Ma gli occhi / che un tempo miravano
lieti / il ridente domani, / gli occhi, oggi, si velano” (Ma gli occhi…, da Inquietudini).
La poetessa non rinuncia
all’arte avvertita quale l’atto convinto di un serio impegno conoscitivo, di
un’esplorazione intima e tenace: “Ma tu lo sai / che nube non v’è / che
immobile / eterna / adombri gli stessi steli / tra l’erbe del prato” (Lo sai, da Riverberi, op.cit.); “Ora lo so / la vita ha un solo incontro. / Ora
lo so / la vita ha un solo incontro / il solo incontro è noi” (Ora so…, da Ora so); l’animo di lei d’altronde non sa dominare e respingere
definitivamente le inquietudini indotte dal dubbio
sempre risorgente e logorante: “Tra il tumulto di informi pensieri / il dubbio
si è aperto un varco / viola si è insinuato empio (…) Inquietudine, / inquietudine
mi vibri angosciosa / nelle mani: le mani non più mie” (Dubbio, da Un dilagare d’ombre).
Valeria
Masoni-Fontana, Opera
Omnia Volume 1 - Poesie, premessa di Guido Miano, prefazione di Enzo
Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2022, pp. 208, isbn 978-88-31497-78-7,
mianoposta@gmail.com.
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