Marco Zelioli
FRAMMENTI DI LUCE
Recensione di Enzo Concardi
L’approccio
critico ai testi di Marco Zelioli non può prescindere da una fondamentale
constatazione: la sua ispirazione letteraria affonda le radici nella visione
cristiana della vita, non solo quando produce frutti direttamente nella sfera
del sacro - come la terza parte di questa sua ultima pubblicazione, dall’inequivocabile
titolo Un anno di cantici, quasi degli inni sacri - ma anche quando
volge lo sguardo sui mali di questo nostro mondo alla deriva (come nella prima
parte: Anche la più piccola luce nel buio risplende e nella seconda:
Frammenti di luce nel buio, i primi venti undici settembre),
vivere odierno che registra forti regressioni antropologiche e che viene
giudicato con i parametri dei valori etici e morali del Cristianesimo, alla
luce di un Dio che ama e perdona, di un Cristo che è modello integrale, perché
ci chiama alla sua sequela: “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni
– 14,1-6). I contenuti dei suoi messaggi sono estremamente chiari, poiché
esposti senza pretese accademiche e stilistiche e quindi assumono una valenza
universale, percepibili senza bisogno di un particolare impegno esegetico-interpretativo,
da addetti ai lavori.
Quasi
tutti i testi di Frammenti di luce potrebbero, a mio avviso, essere
letti alla luce di una definizione del reverendo Martin Luther King circa le
tre dimensioni essenziali della fede: profondità, verticalità, orizzontalità. La
profondità scava dentro noi stessi, poiché è nella nostra interiorità che
avviene la libera adesione alla fede, è lì che avviene la chiamata, che nasce
la preghiera, che s’invera il colloquio con Dio. Zelioli ne è ben consapevole
e, nella poesia To be or not to be, si rivolge all’uomo con queste
parole: “…/ Lo sai che il crocevia del tuo dilemma / è posto nel profondo del
tuo cuore / e non avrà alcuna soluzione / finché non avrai scelto se affidarti
/ al Nulla eterno oppure al Redentore /…”.
Il
Cristianesimo privilegia la vita interiore rispetto a tutto ciò che è esterno e
nel nostro autore è fortemente presente la necessità, il bisogno, il desiderio,
l’invocazione per un rinnovamento spirituale, per una conversione del cuore e
dell’anima, per quella che i teologi chiamano metanoia, cioè un
cambiamento di vita radicale come è avvenuto per Saulo di Tarso sulla via di
Damasco o, letterariamente, per l’Innominato nei Promessi Sposi di
Alessandro Manzoni. Solo così, ovvero con l’avvento di un uomo nuovo, potranno
cambiare anche il mondo, la società, la storia, le strutture. Per Zelioli I
sette sacramenti contengono tale esigenza da lui richiamata più volte nel
libro: “... lo Spirito del Padre / … col segno della croce, / apre il corso a
una vita consacrata, / ad una vita totalmente nuova /…” (Battesimo); il pentimento della Confessione e
la “… / sincera contrizione / davanti a Dio...” esprimono il desiderio di
incamminarsi sulla via del bene; con la Comunione si verifica l’unione
con Cristo e si vive in grazia di Dio; con il Matrimonio l’amore umano,
che non può reggere da solo, viene trasformato dall’amore divino per “reggere l’urto
del tempo”.
La verticalità è il rapporto tra l’uomo e Dio,
lo studio e la pratica della sua Parola, la dimensione della Trascendenza, il
destino escatologico riservato all’umanità che riconosce in Cristo la propria
salvezza. Zelioli ci avverte dell’importanza di ciò nei versi: “…/ La fede in
Dio non è un particolare, / è fondamento dell’intera vita” (Le virtù
teologali - Fede); “È la
speranza tratto distintivo / di ogni uomo che confida in Dio /…” (Le virtù
teologali - Speranza). Ed anche nella sua coerenza ‘cristologica’: “…/ Così
va spesso il mondo per noi uomini, / che non sappiam seguire l’attrattiva /
inaspettata che ci porta Dio. /…” (L’attrattiva Gesù), ovvero scegliere,
come gli apostoli, la sequela del Cristo. L’orizzontalità è niente meno che l’amore
per il prossimo, ma ispirato dall’amore divino, la carità cristiana proveniente
dall’Evangelo. Il cristiano non può ignorare il mondo e i bisogni dei fratelli
in quanto la Parola è chiara: “Se non ami il fratello che vedi, come puoi amare
Dio che non vedi?” (Giovanni, 4-20). Dunque ecco che la sofferenza degli
altri entra spesso nelle composizioni di Zelioli, sia che si tratti delle
guerre (Siria, I primi venti 11 settembre …) o di problemi etico-sociali
che come il calo delle nascite, l’aborto, l’eutanasia, la pandemia … (Per
amore o per forza, Quando finirà?, Per sorridere …). In conclusione
condivido il parere della prefatrice Marcella Mellea quando sostiene che “un
velato intento pedagogico caratterizza tutta l’opera poetica dei Frammenti
di luce...”, anche
se ritengo che la poetica di Marco Zelioli derivi soprattutto dall’incontro con
una Persona.
Enzo Concardi
Marco Zelioli, Frammenti di luce, prefazione di Marcella Mellea, Guido Miano Editore,
Milano 2021, pp. 116, isbn 978-88-31497-69-5, mianoposta@gmail.com.
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