Tommaso Tommasi
LAMODECA
Lettere d’amore, Lettere ai genitori,
Racconti, Memorie, Poesie
Recensione di Raffaele Piazza
Lamodeca, che per la sua struttura complessa e
composita potrebbe essere considerato un ipertesto, è scandito in cinque sezioni:
Capitolo uno Agenda Rosa (Lettere a
Silvy), Capitolo due Agenda Grigio/Verde
(Il soldato) Capitolo tre Agenda Gialla
(Racconti), Capitolo quattro Agenda
Blu (Reporter), Capitolo cinque Agenda
Viola (Sogno e poesia).
In
un panorama di libri monotematici affascina e avvince quest’opera nella quale
l’autore si cimenta con successo in vari generi letterari e ogni prova è
sottesa al comune denominatore della chiarezza e della luminosità leggera delle
scritture.
Il
volume presenta una prefazione di Enzo Concardi esauriente, centrata e ricca di
acribia. Come scrive il prefatore il titolo di questa pubblicazione, Lomodeca, è frutto della fantasia dell’autore:
inutile quindi cercare il significato in un qualsiasi dizionario della lingua
italiana, non esiste. L’opera, nel suo insieme, sembra richiamare quella
tendenza di una parte della letteratura italiana dei primi anni del Novecento,
nota come Frammentismo, ovvero un
gusto della scrittura che si avvale di un mosaico di frammenti, episodi,
immagini, brevi avvenimenti slegati tra loro.
Nelle
lettere a Silvy lo scrittore vive in una dimensione che si potrebbe definire
estatica l’amore per la sua amata che si delinea nella sua presenza – assenza e
nelle lettere sono inserite anche poesie: «Ti amo così, / nel silenzio / Ti amo
così, / al buio. / Ti amo così, / e mi basta per vivere, / anche se tu non sei qui.
/ Ti amo così, / ma ti aspetto / Ti amo».
In
una lettera scrive Tommasi, sfiorando una tematica ontologica: «…il pensiero di
te, Silvy, mi tiene ancora in vita. Io sono in te, tu sei per me. Le nostre
vite si sono armai intrecciate in un nodo indissolubile. Eppure manca qualcosa
per essere completamente felici».
Se
la dimensione dell’amore ricambiato è la prima sorgente di felicità si avverte
nel rivolgersi all’amata una forma di paura della felicità stessa e aggiunge il
Nostro che i sensi hanno dunque una fonte fondamentale non solo nel piacere ma
soprattutto nella felicità come ha scritto il filosofo che ha detto che niente
è nell’intelletto che non sia stato filtrato dai sensi.
In
Agenda Grigio/Verde (Il soldato)
ritroviamo delle lettere dell’autore indirizzate ai genitori presumibilmente
dal luogo del servizio militare. In queste missive vengono toccati temi della
quotidianità come l’assistere ad una partita di calcio con un amico e poi
organizzare una cena insieme e anche in queste lettere predomina un’atmosfera
di gioia, di stupore nell’apprezzare anche le cose elementari della vita.
In
Agenda Gialla si assiste a un variare
del registro espressivo da realistico a vagamente visionario e surreale: «Mentre
i bambini mostrano piccoli animali imbalsamati, gli adulti corrono con il
camice aperte sul petto e solo qualcuno trova il tempo per cantare negli angoli
delle strade. Una strana febbre occupa le ore, quasi momenti di follia: il
segno della sveglia scatena immagini di delirio come picconi che battono la
terra».
In
Agenda Blu (Reporter) la scrittura si
fa introspettiva, riflessiva e di matrice vagamente filosofica nella sua
vaghezza: «Al centro commerciale ho scoperto che la bambola non è più un
giocattolo. Tutto questo significa che i canoni della bellezza sono transitori
e soggettivi e che una bambola è sempre una bambola, non è un gioiello ma
qualcosa d’altro che venga riposto in cassaforte perché di valore inestimabile.
Essa servirà sempre per giocare».
In
Agenda Rosa l’atmosfera diviene
eterea nell’alternarsi di frammenti concernenti i sogni e di poesie: «Sogno: Si
aggirava nei camerini di un teatro una ragazzina esile, bellissima, con un
vestitino corto che la faceva somigliare auna farfalla». Da notare che nei
frammenti dei sogni come in tutti i testi dell’opera si respira un’atmosfera di
rêverie, di sogno ad occhi aperti quando la capacità di stupirsi si fa
esercizio di conoscenza.
Raffaele Piazza
Tommaso Tommasi, Lamodeca, prefazione di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano
2022, pp. 96, isbn 978-88-31497-87-9.
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