Pagine

MARCO DEI FERRARI: "ASTEROIDE"

 

ASTEROIDE

Trame inespresse

di sublimini involuti

per masse rimuovono

da orbite scomposte

inessenziali forse

solennemente respinte

sospinte da simboli sconfitti

frammenti di verità socchiuse

scampoli vaganti orlano

cieli mari e monti a cercare

asteroide assassino fuggiasco

sistemi, congegni, meccani perfetti forse

deviare, colpire, scalfire, scolpire

sconfinare flussi d’orizzonti estremi

cosmiche paure

apocalisse prossimo possibile

sibilari misteri di mondi paralleli forse

scontrano, incontrano, frantumano

origine scontano

destino collassano

morente e vivente Universale.

               

  

Marco dei Ferrari

giovedì 29 settembre 2022

CARMEN MOSCARIELLO: "ALBE DI MARE: ANTOGIA POETICA"

 


Caren Moscariello è riuscita ad assembrare  poeti di diversa valenza contenutistico-formale in un ensemble compatto e storico, come testimonianza di una tappa culturale della letteratura contemporanea. Tutti gli autori compresi in questa antilogia sono validi da un punto di vista formale e di ricerca ora tradizionale per allunghi di metaforici sguardi e di coinvolgimenti sinestetici, ora moderni innovativi per positura prosastica e correlativo oggettivo di stampo eliottiano. (Dalla nota di quarta).

mercoledì 28 settembre 2022

MANUELA CECCHETTI: "LAMPI BAGLIORI DIAMANTI"



lampo, turbinio, intrecci, carminio, arancio ambra, effluvio, estasi, scalpore. Tante tinte e molteplici suoni che arricchiscono la poesia della Nostra facendola intensa e plurale come intenso e plurale è l'animo  di chi scrive e compone questi versi" 

ADRIANA PEDICINI: "SILLOGE"

 

 

Poesie 2022

 

Elenco

1.      immobile l’aria e l’anima

2.      Colore tzigano

3.      Storia

4.      Libertà

5.      Natura,natura

6.      L’ultima alba

7.      Il sipario

8.      Uriel

9.      Giorni testardi

10.  Cos’è questo strano senso

11.  UCRAINA 24 FEBBRAIO 2022

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IMMOBILE L’ARIA E L’ANIMA

 

 

Immobile l’aria e l’anima

in questo giorno di sole di latte

di nuvole livide sospese nel cielo.

Attesa di un lampo di niente

che il tempo dilati in fiducia e rassereni

il cielo riflesso dell’anima.

Con quali parole possa elevare il mio inno

non so, vestale impura di un fuoco

che tutte le colpe non brucia

e profumo d’incenso disperdono

i venti incerti del divenire.

M’imprigiono tra sensi di colpa

e il non vissuto del tempo trascorso.

Vorrei un nuovo spartito

su cui appuntare gli informi vagiti

di appena risorta a vita creatura.

 

 

NATURA, NATURA!

 

Ti chiamo a soccorrerci

in questo funambolico vivere

attesa di giorni creduti lontani

sgomento di attimi che cadono

a pioggia sulle nostre vite insensate.

Dicono che il senso sia oltre.

Eppure deve essere il vero.

In questo animo sempre proteso

in questo animo sempre assetato

nel bailamme delle false chimere

nella schiavitù dei reali bisogni

almeno tu donaci il sonno pacato

come infanti nel sonno beato.

 

 

 


L’ULTIMA ALBA

 

Lo sguardo ladro ancora fruga

negli anfratti angusti della memoria

a ri-costruire le mura ciclopiche

di un’esistenza effimera.

Non è più tempo.

L’ultimo passo avanza

più veloce di un respiro

alla fonte sul limite della pietraia

arida di acqua sorgiva

per la bocca bramosa.

Tutto quel che fummo è andato.

Attendono l’ultima alba

estasi dinanzi al tramonto

passi trepidi a evitare gli ostacoli

sorrisi liberi e tiepidi pianti

le ore capovolte e insonni

la paura senza rimorso

senza rimpianto il perdono

l’ebbrezza al profumo di tiglio

tra i meandri del verde giardino. 

 

 


L’ULTIMA PAGINA

 

Sarà l’ultima pagina

a farmi mutar forma

con il finale a sorpresa.

Ne ho scritte tante e non mi pareva

allorché lenivo il mal di nulla

tra couches pour bébé

e tacitavo i pensieri vergando

di rosso e di blu quelli altrui.

Confondevo la voce muta

tra le gaie parole giovanili

mentre domande di senso e di vita

bussavano alla porta

senza che potessi trovare una risposta

per mancanza di tempo e di argomenti.

Ora sono allo scoperto.

Il tempo

è solo mio

Il vuoto

appare totale.

Non mi ci tufferò come secchio nel pozzo a capofitto.

Lo riempirò non di domande che

tante hanno martoriato con punture di spillo

l’anima. Né di risposte consolatorie.

Lo riempirò di fiori di biancospino

di cieli azzurri, del canto dei fringuelli

lo riempirò del mormorio del fiume

che placido scorre nel suo silenzio.

Adagiata in questa meraviglia

attenderò senza rimpianti il guado.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

URIEL

 

Uriel angelo del fuoco

fuoco che divora e sana

che distrugge e crea.

Fuoco divino ardimi dentro

brucia la lingua maledetta

i pensieri distorti

la paura la viltà il sogno e l’incubo

divorami la pelle con la tunica di Nesso

come serpente a primavera

donami la muta

ché non debba pormi più domande

ché non cerchi la risposta

che di vivere solo mi soddisfi il desiderio

nelle foglie rosse e gialle del mio autunno.

 

 

 


IL SIPARIO

 

Giorni testardi vanno

vengono trotterellando

nuvole o tele azzurrate

menando nel cielo

a dispetto della valle di lacrime.

Niente di vero sul palco

scene confuse e progetti

ignoti di idee non nostre

o forsanche.

Il sipario

Sale

Scende

Si apre

Si chiude

Comparse

non attori primari

Non sono niente… Chi vale… A che poi…

Non attende risposte la vita.

Incalza soltanto.

E ci assordiamo di cose.

Già mi vedo granello invisibile

di polvere inutile anche agli uccelli

forse il lombrico se ne vedrà bene.

 

*****

 

Potessi tutto in uno ridurre

e lasciarlo alle spalle

E dormire sulla riva dell’ombra

sonni quieti nel bosco.

Ma questo il senso?

Capisco.

Giù, il senso è ancora più giù

nel profondo dell’anima

laddove il magma

si fa incandescente e stenta

a trovare la via.

La verità abita lì.

Lì dove il cuore urla le domande

e le risposte trova in un fremito

che placa la ricerca e la pace

trova nel divino abbandono.

 

 

COS’È QUESTO STRANO SENSO

 

                                                    Cos’è questo strano senso

che mi occupa l’anima

mi allontana dalle usate vie

mi apre a cieli nuovi

a intentate vie e a mai vissute libertà?

L’affanno non mi appartiene

della formica, non attendo il futuro

e a guisa di cicala frinisco i miei pensieri

in un canto che a sera illanguidisce di malinconia.

Né agogno gli anni giovanili per quel che sono stati

o potrebbero essere nell’ansia edace

che arranca su per le scale del futuro.

Che sia questa l’età più bella,

quando l’attesa non dimensiona l’animo

e ogni attimo è un guadagno

senza impegno e ogni impegno

ha la leggerezza del piacere necessario.


COLORE TZIGANO

 

Il mondo d’attorno si sfrangia nei sollazzi

malefici del denaro che veleno alitano

su bocche inermi spalancate alla vita.

Muri grigi negli occhi e nel cuore.

Non così nelle colorate carovane

di chi conosce il calore del sangue comune

la gioia dei riti comuni al tramonto

la preghiera antica concorde.

Anche il dolore e il patibolo del passato recente

hanno intessuto serti congiunti di anime

a imperitura memoria.

Non così nelle radici di chi riconosce ovunque

la patria a cantare le nenie dei padri

al ritmo dei violini tzigani.

 


STORIA TZIGANA

 

La terra mi generò e dai lei trassi alimento

finché aspra e inaridita mi disse di partire.

Girovagai il mondo e dei tramonti

m’innamorai delle distese gelate e delle vette

che nel mare si specchiano e nei laghi da lungi.

Me ne innamorai e volli andar via

per conoscere altrove altre meraviglie.

Ci chiamano nomadi e non sanno

che la casa è ovunque noi siamo

perché la casa l’abbiamo nei cuori

e l’adagiamo a terra solo se stanchi.

 

LA LIBERTÀ

 

Non solo a noi ma anche a noi

toccò di perdere la libertà.

Si badi bene…il permesso di vivere

da parte di chi non aveva il diritto

di mandarci qua e là come anime infernali

al richiamo pauroso del dimonio Caronte.

Non sapemmo mai perché dal comignolo

il fosco delle anime vostre s’inanellava

nelle volute bianche delle anime nostre

vittime sull’altare del folle nonsense.

Nessuna pietà financo per i più piccoli

perché la vita non si colorasse oltre

dei sogni striati di arcobaleno

che sempre sulle macerie splende

che senza scampo negaste al futuro.


 

UCRAINA 24 FEBBRAIO 2022

 

Non è la vita mia, non è mia la vita

quella di chi vedo fuggire a piedi nudi

lontano dalle percosse aspre di un’insensata guerra.

Eppure mi ci trovo dentro

mi avvolgo del loro gelido fiato,

mi asciugo le lacrime loro col dorso della mano

e apro gli occhi

perché nel sonno gli spettri avanzano minacciosi più di ora.

La sciagura più tremenda vivere

 con il lugubre orologio che scandisce di notte i passi della morte.

Chi darà le case, le cose, il pane quotidiano, la dignità

 a chi hanno tolto perfino l’umanità?

Di chi sono il cuore che palpita, gli occhi consunti dal pianto,

le vene che tremano, le mani che implorano.

Davvero pietruzze da stritolare per farne asfalto sulla via dell’oppressione?

Nessuno nella stanza dei bottoni

sa come sia finito il destino di ognuno

e come la dea bendata si diverta a rovesciare i tavoli

prima che la giostra sia terminata?

Nessuno che abbia pietà, nemmeno per se stesso.

 


martedì 27 settembre 2022

MANUELA CECCHETTI: "LAMPI BAGLIORI DIAMANTI". CONFRONTI POETICI


Biografia di Donatella Nardin

Sono nata e risiedo a Cavallino Treporti-Venezia.

Dopo gli studi classici ho lavorato nel settore turistico con incarichi anche dirigenziali.
Appassionata da sempre di lettura e scrittura, soprattutto poetica, solo negli ultimi anni ho deciso di dare visibilità ai miei scritti partecipando a vari Concorsi Letterari con risultati soddisfacenti.

Mi sono stati infatti attribuiti numerosi premi e riconoscimenti – oltre centocinquanta – quali menzioni d’onore, segnalazioni di merito, premi speciali delle giurie e classificazioni ai primi tre posti o da finalista nelle varie graduatorie concorsuali.
Nel 2014, quale premio editoriale di un Concorso, è stata pubblicata per le Edizioni Il Fiorino la mia silloge “ In attesa di cielo “  (Premio Giovanni Gronchi, Premio Cinqueterre Golfo dei Poeti, Premio Rivalta-Roberto  Magni, Premio Leandro Polverini ).

Nel 2015, sempre per le Edizioni Il Fiorino, è stata data alle stampe la mia raccolta di liriche haiku “Le ragioni dell’oro"(Premio Giovanni Gronchi, Premio speciale della Giuria al Premo Letterario Città di Arona)
Nel 2017, essendomi classificata tra i vincitori del Concorso “ Pubblica con noi ”, è stato dato alle stampe per Fara Editore il mio terzo libro di poesie “ Terre d’acqua “ (Secondo classificato al Premio Città di Arona, Menzione di merito al Premio Città di Copenaghen, Finalista al Concorso Letterario Poeta per caso e al Premio Michelangelo Buonarroti , Primo Premio alla XXI Edizione del Premio Il Litorale, Menzione di Merito al Premio Poetika, IV Classificato al Premio Maria Cumani Quasimodo e Medaglia Aurea al Premio Emozioni Poetiche.
A maggio 2018, in un felice connubio tra pittura e poesia, una mia silloge breve è stata trasposta su forex ed esposta all’interno della mostra “ Meraviglie d’Oriente “ accanto ai dipinti del Maestro Luigi Ballarin, noto artista che opera tra Venezia, Roma e Istanbul.
Nel febbraio 2020, sempre per Fara Editore, è stata pubblicata la mia quarta raccolta poetica dal titolo “ Rosa del battito". A trenta poesie, facenti parte della silloge, è stato attribuito Il Premio Speciale della Giuria al Premio Internazionale di Poesia Besio 1860. Il libro si è inoltre classificato al Primo Posto al Premio Letterario Internazionale Mario Luzi 2020, finalista al Premio Tra Secchia e  Panaro e ha ricevuto una Menzione d'onore alla 34 Ed. del Premio Lorenzo Montano-Anterem Ed. 
Molte mie poesie e alcuni racconti sono stati inseriti in antologie di Concorsi Letterari, in alcuni siti on line e in lit-blog dedicati, in riviste letterarie anche straniere, in raccolte collettanee di Case Editrici come LietoColle, La Vita Felice, Fusibilia, Terre d’ulivi, Empiria e Fara Editore.
Alcuni miei testi infine sono stati tradotti in inglese e in francese mentre alcuni miei haiku, tradotti in giapponese, sono apparsi sia sulla rivista letteraria Aoi che su quella della Kokusai Haiku Kyokai.

Note e contributi critici sulla mia scrittura sono stati stilati tra gli altri da Nazario Pardini, Gian Ruggero Manzoni, Antonio Spagnuolo, Fernanda Ferraresso, Fabrizio Bregoli, Fulvio Castellani, Angela Caccia, Vincenzo D'Alessio, Carla D'Aronzo, Ivano Mugnaini, Renzo Montagnoli Giuseppe Vetromile, Salvatore Cutrupi,  Claudia Piccinno, Riccardo Deiana .

 

 

Lampi bagliori diamanti

 

La poesia guida i lettori in un peregrinare introspettivo ove, entro il carezzevole soffio del silenzio, a ogni passo affiorano quali tesori e gemme sopraffini istinti reconditi e inaspettati. Sorpresi da meteore invadenti di un universo sconfinato, come virgulti acerbi, si è invasi da un’atmosfera incantata d’emozioni ove i colori, i suoni e le forme del cosmo e dell’inconscio richiamano a uno sguardo empatico e fraterno su tutto ciò che vive.

È un’esperienza intima in cui materia, etere e mistica si fondono per far battere all’unisono magia ed eterno.

In ogni meandro dell’esistenza vi è sempre qualcuno o qualcosa che, nel soffio melodioso dell’Amore o tra contrasti, fa sobillare il cuore. Questo è ciò che conta e allieta.

«Il cromatismo, il sogno e lo stupore si profilano elementi cardini della scrittura sin dai primi testi, aperti al confronto tra credo e filosofia». (Anna Santoliquido)

«Lampo, turbinio, intrecci, carminio, arancio, ambra, effluvio, estasi, scalpore. Tante tinte e molteplici suoni che arricchiscono la poesia della Nostra, facendola intensa e plurale come intenso e plurale è l’animo di chi scrive e compone questi versi». (Nazario Pardini)

Manuela Cecchetti, docente e scrittrice, è laureata in Scienze religiose. Ha pubblicato il saggio La terra… un pianeta da amare. Cambiare mentalità e adottare nuovi stili di vita per un’economia del benessere (Il Ponte Vecchio, 2019) e la monografia su Albert Schweitzer Il più grande essere umano del XX secolo. La straordinaria vicenda di Albert Schweitzer (Bertoni, 2022). Lampi bagliori diamanti. Meteore d’Eterno è la sua prima raccolta poetica.

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+Lampi bagliori diamanti quantità-

 

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Author:Manuela Cecchetti

domenica 25 settembre 2022

LORENZO SPURIO: "INVITO"

 Caro Nazario,

 

nelle ultime settimane, assieme alla "squadra" della rivista di poesia e critica letteraria "Euterpe", dopo una pausa di qualche mese, abbiamo finalmente lanciato il nuovo progetto della rivista. Una rivista totalmente digitale che d'ora in poi - non dimenticando tutta la sua precedente attività costituita da nr. 34 uscite - si chiamerà "Nuova Euterpe". Qui è presente un breve articolo di benvenuto a questa nuova esperienza culturale: https://nuovaeuterpe.com/ 

 

Sarei felicissimo e onorato se tu mi volessi mandare qualcosa di tuo per il prossimo numero, il cui titolo/tema da intendere molto liberamente è "I libri: lo specchio dell'io".

 

La scadenza per l'invio dei testi (rigorosamente inediti) - che potranno essere inviati tanto alla mia mail personale dalla quale sto scrivendo quanto alla mail ufficiale della rivista ovvero nuovaeuterpe@gmail.com - è fissata al 31 dicembre p.v. dunque c'è ancora molto tempo e spero vivamente che tu possa prenderne parte con qualche tuo elaborato e proposta.

 

Ricordo che le rubriche per aderire sono poesia (in italiano e dialetto, in quest'ultimo caso con traduzione in italiano), aforismi, articolo, saggio letterario, recensione di libro di poesia e intervista a poeta.

 

Allego, comunque, un documento con tutte le specifiche norme redazionali - soprattutto in merito alla lunghezza dei testi - e sulle nuove modalità di pubblicazione nella nostra rivista.

 

Ti saluto caramente, rimanendo a disposizione in caso di dubbi o necessità varie.

Lorenzo Spurio

 

 

sabato 24 settembre 2022

CLAUDIO FIORENTINI: "RIFLESSIONI"

 

Caro Nazario, non so se hai avuto modo  di leggere le mie ultime riflessioni pubblicate su La voce d’Italia, in caso negativo ti mando quella che è stata pubblicata ieri… sicuramente ti piacerà…

 

https://voce.com.ve/2022/09/22/672986/oltre-le-parole/?fbclid=IwAR13Or3pZEgjXWWvb6QGqAMY1sCAF7FRzQkWwJ6zxQVyBCEWgcyXCfZsDDI

 

Buona giornata

CF

 

GIAN PIERO STEFANONI: "POESIE"

 LA TOMBA DI CICERONE

 

Monolite bucato dal sole

tra alberi che raccolgono il sonno.

 

Di più primo retore non chiedi

lavato il sangue da mani

che non poterono parola.

 

 

ROVINE DI MINTURNO

Teatro

 

Si nutre di secoli la lingua

e non cede. Risiede e resiste nel corpo.

 


Occulta agli occhi la aspetti

come ogni cosa aspetta la femmina,

nel basso del caldo del ventre

dove la vita non cessa al silenzio

fecondo dell'ara.

E' anche tua l'iscrizione, l'autore non certo.

venerdì 23 settembre 2022

MARCO DEI FERRARI: "ECLISSE D'IMPOSSIBILI"

 

ECLISSE D’IMPOSSIBILI

Ritagliano sabbia

dispensano ombre

distillano ornati

che follìe digitali lacerano

su scampoli di parole

per confini impossibili

nulla resiste nulla

storie di tutti e nessuno

sibillano stoiche glorie senza

folle feroci divinano polveri

che furono sigilli di piazze

gabbie senz’anima

declina presente assente futuro

d’assedio templi di pecore agli Dei

che inventano editti conflitti relitti

perduti senza

passeggiano messaggi naufraghi

travisi di ore dei secoli

distraggono quel che resta

destinano e annunciano enigmi

esseri amorfi d’eclisse fuggiasco

dispersi disperi tramando d’Apocalisse

sentieri senza ceneri…

Marco dei Ferrari

CLAUDIO FIORENTINI: "TORRI DI PIETRA"

 

Mi è arrivato oggi il libro di narrativa di Claudio Fiorentini. Una narrazione che scorre fluente e autoptica come l’acqua di un  torrente alla sua sorgente. Una dedica da brivido: “A Nazario per costruire ponti  con amicizia”. Il testo si suddivide In tre parti: Prima parte di 14 brani da Prologo a La missione. Seconda parte di 14 brani da Il senso del furto a Il cappello di paglia. Terza  parte di otto composizioni da     Il mistero a Trovato!. Tutti si susseguono in maniera coerente e autonoma, dando ciascuno il senso narrativo di valore personale, dove l’autore esprime con grande valenza contenutistica la sua visione del mondo e delle cose.  E’ di grande valore simbolico e contenutistico la Conclusioe: di cui riportiamo una pericope finale: “… E così il mondo tra superstizioni e verità continua il suo folle girare nell’ Universo , veloce come solo,il tempo sa essere incurante dei destini di quelle piccole briciole di umanità che la popolano, sempre silenzioso nel suo incessante fracasso, mentre chi si unisce e chi si separa crede che ogni casa si concentri in un punto, un solo punto,unico e immenso . che si chiama “qui””

Si legge in quarta: “E’ questo l’inizio di un’avventura in cui una serie di personaggi stralunati diventano l’affettuoso ritratto di un’umanità capace di fare i conti con la vita solo quando dopo un ritmico e continuo crescendo di eventi, incontra la luce. Una filosofia spicciola che riguarda ciscuno di noi sopravvissuto; il tempo scorre, va a diritto, trascurando la vita di piccole persone che se non esistessero il mondo non cambierebbe mai,  ma andrebbe sempre avanti con lo stesso fracasso, per dirla con l’autore.    Un libro di 173 pagine in cui Fiorentini esprime tutta la sua filosofia sul mondo, le cose che si susseguono, le persone, i loro affetti,  e il loro esistere misurato col tempo che scorre veloce e indifferente. Il titolo “Torri di pietra” ha a che vedere con il mondo di pietra, robusto, solido, indistruttibile come lo è questo mondo che va avanti nonostante tutto.