Angela Greco " Ananke "

 

ANANKE. Un testo molto attinente al titolo. La poesie della Nostra originale. Il libro si suddivide in varie sezioni. L’introduzione di Fabrizio Bregoli puntuale e oculata ci introduce in maniera efficace nei contenuti  dandoci le direttive da seguire per capirne il senso, da un punto di vista formale e contenutistico. Un libro abbastanza complicato, da seguire con attenzione. Di natura classicheggiante si lascia prendere la mano da uno stile prolungato che si azzarda oltre le misure della poesia. Forse l’Autrice ha  bisogno di spazio per esprimere i suoi pensieri. Il testo si suddivide in varie sezioni: del presente che resterà, di quello che forse siamo stati, siamo fatti della stessa sostanza, ineluttabilità, mise in abine,ad altri di noi, attese, dedica notizie sull’autrice . La forma è piuttosto rivoluzionaria, dacché i versi si prolungano  fino all’inverosimile. Di sicuro non si tiene di conto della poesia classica,ma si  va al di là del metro tradizionale,   prolungandolo  sino al prosastico. Interessante il contenuto, che tocca tutti i tasti dell’inquietudine di esistere: melanconia, saudade, nostalgia, affetti, ricordi. Insomma un’opera totale, plurale, che in qua e in là si affaccia alla porta con guizzi personali che la caratterizzano rendendola unica; già l’esergo iniziale contiene riferimenti lessicali e costruttivi originali: “a noi non interessava quel che era stato capace di dire in quel preciso momento: quanto piuttosto quel che non era mai stato capace di dire” ;o ancora: ”profumava di mare, angeli vegliano sui davanzali di giorni di pietra, dove la natura mette il becco per offrire soluzioni originali.”

Nazario Pardini