Ho letto più di una volta questa intensa e melanconica silloge e sinceramente mi sono emozionato. La prefazione è calda e struggente, le poesie si inseguono l’una l’altra con un ritmo incalzante e fecondo. Si sa il dolore che si prova per la perdita di una persona cara, ma se tale persona è la madre il dolore raddoppia, triplica. Le poesie sono fresche, sentite, emotivamente abbarbicate all’anima, ma non si può che leggerle ed emozionarci di fronte a tale narrazione. Una silloge carica di pathos e di logos, dove i due elementi narrativi contribuiscono a vicenda a dare lustro e vigore alla visualizzazione di un animo stanco e avvilito di fronte al potere della morte che tutto toglie e distrugge. Perfetto l’ondeggiare prosodico, dove si alternano versi e più brevi e più lunghi in base al sentire dell’autore.
Nazario Pardini
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