Ho
ricevuto dal professor Giancarlo Prosperi, Sociologo e Pedagogo, un
interessantissimo Saggio nel quale si cimenta, insieme alla dottoressa Giorgina
Di Ioia sul problema attualissimo dello Skill Mismatch, ovvero la differenza
tra le competenze degli individui e quelle che dovrebbero possedere per
svolgere bene il loro lavoro. Giancarlo Prosperi, da insegnante, pone come focus
delle sue argomentazioni la scuola, e
chiede che quest’ultima evolva le proprie modalità didattiche aprendo
l’attività educativa alla formazione delle nuove professionalità emergenti, mettendo
da parte i modelli pedagogici e didattici ritenuti obsoleti. Nel saggio
l’Autore sottolinea quattro percorsi educativi partendo dal “counseling”.
Tenendo presente che c’è stato il passaggio da una società relativamente
stabile a una caratterizzata da molteplici cambiamenti, che hanno portato a una
modificazione del paesaggio educativo, le finalità degli interventi di
counseling scolastico tendono a valorizzare le risorse dell’individuo,
dell’ambiente e della comunità scolastica per permettere agli insegnanti, ai
genitori e agli alunni di governare i cambiamenti all’interno della complessità
educativa. Prosperi adotta l’espressione locus di controllo, con la quale si
intende letteralmente ‘luogo attraverso cui si esercita il controllo’. In
Psicologia si può definire come una disposizione mentale o un atteggiamento attraverso
cui si influenzano le proprie azioni e i risultati che ne derivano. La famiglia
è il primo ambiente nel quale il bambino apprende a dare significato alle sue
azioni e alle conseguenze di esse. Lo sviluppo del locus di controllo interno è
influenzato dallo stile familiare: molte persone che lo presentano sono
cresciute in famiglie che pongono attenzione all’impegno, alla responsabilità e
alla costanza nel raggiungere un obiettivo. E il raggiungimento degli obiettivi
è ricompensato in modo positivo. Viceversa chi ha un locus di controllo esterno
proviene da nuclei familiari che esercitano un basso controllo e non
considerano centrale l’assunzione di responsabilità. Il secondo percorso
educativo fa riferimento all’autoefficacia. Si tratta della fiducia di un
individuo nelle proprie capacità di esercitare un controllo sugli eventi e
gestire la propria vita. Rappresenta quindi il senso di “essere capace di” . Il
terzo percorso educativo si riferisce alla motivazione e, come asserisce
Prosperi, riassume in sé la pianificazione per il futuro, l’auto -
oggettivazione, l’espressione di sé e la filosofia di vita, che consiste nel
proprio sistema di valori. L’ultimo percorso educativo riguarda l’autocontrollo
comportamentale. L’autoregolazione cognitiva include tre processi: controllo
inibitorio - memoria di lavoro - flessibilità cognitiva. Quando un soggetto sa
monitorizzare il proprio autocontrollo è capace di orientare il comportamento
verso l’ambiente esterno. Nel testo l’Autore cita la “teoria del campo” di Kurt
Lewin. Si tratta di una teoria di matrice gestaltica, che individua nel ‘campo’
lo spazio vitale all’interno del quale agiscono tutti i fattori psicologici che
influenzano il comportamento individuale nel qui e ora. Nella sua approfondita
disamina il nostro Giancarlo Prosperi analizza la psicologia ambientale. “Per
avere qualche speranza di essere noi stessi dobbiamo avere molti luoghi dentro
di noi”. Questo pensiero dello psicoanalista, scrittore e filosofo Jean
Bertrand Pontalis ci richiama ai nostri luoghi interiori, forse quelli che un
tempo hanno rappresentato qualcosa di importante: le esperienze e i ricordi che
non possono prescindere dai loro correlati emozionali e affettivi. La
psicologia ambientale, nonostante sia una branca delle scienze psicologiche, si
caratterizza anche per un approccio multidisciplinare nel rapporto tra ambiente
e comportamento, infatti diviene argomento della sociologia urbanistica, che
studia come l’uomo operi su trasformazioni ambientali. Esiste, afferma
l’Autore, “un’elevata correlazione tra comportamento indesiderabile e ambiente
fisico, come nel caso della devianza minorile”. Nella psicoterapia della Gestalt i meccanismi
di difesa vengono chiamati ‘resistenze’ e le difese vengono utilizzate quando
si matura la paura, si avverte il pericolo. La resistenza si applica nel
contatto interpersonale, nell’incontro Io - Tu. Si verifica ‘il confine del
contatto’ quando, in questo spazio, la relazione non è armoniosa e si
manifestano disturbi di vario genere. Le resistenze presentano anche aspetti
auspicabili. Per esempio la confluenza è un elemento positivo quando c’è la
necessità di lavorare in gruppo per un obiettivo comune, il cosiddetto ‘gioco
di squadra’. Se si suona in un’orchestra tutto funziona meglio se ci si adatta agli
altri evitando di prendere troppo spazio per i propri virtuosismi. Diremo con
Prosperi, che “la socializzazione autentica avviene quando il rapporto Io -
gruppo è reciproco, cioè quando il soggetto, partendo dalla cultura, dai
valori, dalle norme sociali, agisce per migliorarli tramite l’apporto della
propria cultura, dei propri valori e delle proprie norme familiari”. Una sfida
importante per il sistema scolastico è rappresentata dall’integrazione dei
minori di cittadinanza straniera. L’Autore, partendo dal dato di fatto che
l’intelligenza sia considerata la forma più evoluta di adattamento
all’ambiente, ha affrontato l’assunto secondo il quale esista una forma di
intelligenza diversa per ogni etnia. Analizza la cultura nipponica, quella
indiana, e quella statunitense e giunge alla conclusione che l’intelligenza è
fortemente influenzata dall’ambiente. Fattori come la crescita, l’educazione,
la disponibilità delle risorse conformano e definiscono il potenziale
intellettivo. Il capitolo che mette in particolare evidenza l’esperienza
pedagogica del nostro Saggista riguarda il rapporto tra adolescenza e risorse
umane. La trasformazione dei modelli educativi familiari e la diffusione dei
mass media sono solo alcuni degli elementi che hanno causato cambiamenti
significativi sul modo di interpretare la relazione con la scuola da parte
delle ultime generazioni di adolescenti.
L’epoca di internet e del narcisismo richiede nuove modalità di
declinare l’autorevolezza adulta. L’adolescente sviluppa la convinzione che
dedicarsi al culto di sé sia di primaria importanza e appare assorto nella
ricerca della propria identità non più forgiata dagli adulti e dalle
istituzioni. La scuola dovrebbe evitare di ricorrere ad azioni svalutanti o
infantilizzanti, che mortificano il Sé nascente degli adolescenti e generano
ferite narcisistiche profonde. Pratiche educative e disciplinari tipiche della
scuola di un tempo, pensate per soggetti con caratteristiche edipiche,
dovrebbero essere abbandonate, poiché il contesto relazionale non le giustifica
più. E Prosperi, con arguzia, collega gli assunti elencati con la società
consumistica. Il Sociologo Bauman, nel suo libro “Consumo, dunque sono” spiega
che il valore supremo del mondo nel quale viviamo è la ricerca della felicità,
una felicità istantanea, che deriva non dalla soddisfazione di un bisogno, ma
dalla soddisfazione continua di tanti bisogni, o capricci, in poco tempo. Il
Nostro scrive: “i giovani in questo tipo di società, rischiano di non trovare
un’occupazione e di restare emarginati, costretti a lavori saltuari, neri,
precari, saltuari o sottopagati … e le reazioni che ne derivano vanno dalla
ribellione attraverso l’azione politica, la violenza, all’accettazione nella
speranza di una futura integrazione”. Mi sembra giusto concludere la sua
attenta e valida lettura della situazione con un’espressione di W. Ghoete
dedicata ai nostri giovani: “Qualunque cosa tu possa fare, qualunque cosa tu
possa sognare comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza”. Sento
il dovere di dedicare alcune considerazioni anche a Giorgina Di Ioia,
Pedagogista clinico, già giudice onorario minorile presso
Maria Rizzi
Ringrazio di cuore il Vate per aver pubblicato la recensione di questo libro, scritto a due mani, che può essere considerato un manuale pedagogico, sociologico e di transizione ecologica per le nuove scolaresche. E ringrazio, altresì, Giancarlo Prosperi per avermelo donato. Un abbraccio circolare al nostro Condottiero e ai due autori!
RispondiEliminaMaria Rizzi