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venerdì 17 novembre 2023

“La dimensione umana dell’esistere” di Nazario Pardini e Patrizia Stefanelli. Relatore Paolo Stefanini. Biblioteca Comunale Peppino Impastato Cascina (PI) 25 ottobre 2023



 

Quest'incontro suscita almeno due forti motivi di interesse (e per quanto mi riguarda anche di apprensione).

            Il primo è la stessa levatura dei due autori: Patrizia Stefanelli, qui fisicamente presente, non è solo la poetessa pluripremiata e plurirecensita che conosciamo, ma è anche scrittrice di teatro, critica, regista e infaticabile operatrice culturale (sua è l'associazione e suo è il premio “Mimesis”). Aggiungo infine che è poetessa dialettale (questo mi tocca il cuore). Nazario Pardini, anche lui comunque presente fra noi è un emerito italianista della nostra Università, poeta, critico, generoso fondatore e animatore della rivista web “Alla volta di Leucade”, che spesso ha ospitato anche alcuni di noi. A lui Patrizia Stefanelli si rivolge chiamandolo Maestro e credo che tutti come tale lo riconosciamo.

            Il secondo motivo di interesse è la novità assoluta, perlomeno per i nostri tempi, di questo dialogo in versi: Nazario Pardini Patrizia Stefanelli – La Dimensione umana dell'esistere. In esso i due autori, tramite mail (stupendo l'incrocio fra un genere antico, dimenticato e strumenti moderni) riversano in otto giorni di comunicazione poetica, il proprio patrimonio di conoscenza  reciproca, di stima, di consonanza di pensiero,  di comune sentire, di affetto. Lo fanno certamente per loro, ma dichiaratamente anche per noi tramite la pubblicazione. Di cosa parlano? Non è il caso di anticipare, magari male, quello che sentiremo, ma si può comunque dire che si tratta dei grandi temi della vita e fra questi ci troviamo anche la poesia! Piuttosto è opportuno dire come ne parlano e quindi fare un breve riferimento alla loro espressione poetica, si badi bene anch'essa reciprocamente consonante, tanto dare l'impressione di un unico corpo stilistico e rendere quindi  possibile il riferimento paritetico ad entrambi gli autori.                In questo dialogo la poesia, seguendo una tematica davvero varia, intreccia con altrettanta variabilità le componenti essenziali del linguaggio: la semantica e l'orfica-allusiva.  Ovviamente prevale   la prima nell'espressione di concetti filosofici e la seconda nel richiamo di sensazioni, affetti, memorie. I versi sono quelli della grande poesia italiana a cominciare dagli endecasillabi sciolti, intercalati talora da versi più brevi, ma quasi sempre dispari in virtù della loro maggiore duttilità ritmica.

            Per finire consentitemi una nota in merito alla mia esperienza di lettore, augurandomi che la vostra possa essere altrettanto significativa: in questo dialogo ho trovato  una sincerità totale di sostanza e un'autorevole sicurezza nell'usare forme che si vorrebbero ormai superate, forse da parte di qualcuno addirittura bandite. Ho trovato la riprova che la poesia non è votata esclusivamente alla breve scossa dell'emozione, forse abusata  in questo tempo visivo, di relativismo etico e di consumo, ma anche a trasmettere convinzioni, pensiero, riflessioni, insomma a fare filosofia... come già in altri tempi è stato. Ho poi trovato in questo dialogo, e concludo,  tanta eccellente poesia, quella, per dirla con Montale, con quel “quid”,  che solo la poesia può rendere.

Chiudo con alcuni versi di Nazario, quasi una chiave di lettura,  che magistralmente danno dignità a “quella parte illogica di noi” (scrive Patrizia) che è poi quella più libera e creativa.

 

Nazario ore 17:24

 

 

“Eppure chi ragiona veramente

 è proprio quella parte

illogica di noi”. È proprio vero è il cuore che ti chiede

di seguire gli impulsi che la ragione esclude

 e che esso s’impunta di affrontare

 con tutta la libertà e la malia

che sono proprio le virtù dell’essere.

 

 

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