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lunedì 30 luglio 2012

Paolo Bassani, L'elicriso


Da: Paolo Bassani, L'elicriso - Poesie. Litografia Europa, La Spezia, 1988



Si tratta di un volume che trovai nella chiesa di Caprigliola, un piccolo borgo presso Aulla, al confine tra Toscana e Liguria, allora ancora servito dalla ferrovia. Di tutte le poesie, ne riporto tre che mi sembrano significative, tra cui quella che dà il titolo alla raccolta.

L'elicriso

Di questa terra mia rupestre
che da millenni
al mare si protende
aspra
selvaggia
e luminosa
in perpetua contesa
coi venti e i flutti,
tu, biondo elicriso,
profumo intenso effondi
e ardente luce.
Un pugno di terra
tra le pietre:
altro non chiede
la tua vita;
come questa gente antica
che ancora non s'arrende
alla fatica
né il cuore cede
alle lusinghe
di facili promesse.
Elicriso,
mio fiore di Liguria,
figlio del sole
del vento
e del silenzio,
tu, che per la costa vai
tra rocce e lame,
lungo scogliere
e ripidi sentieri,
tu, che nessuna cura chiedi,
oggi,
come un prodigio,
generoso t'apri
dove pareva
impossibile
la vita.






Vento di pini

Lontano
t'annunci
vento di pini
che scendi
impetuoso
la costa.
A ondate
gli olivi
scompigli
e pieghi,
e foglie
e polvere
in turbini
innalzi
lungo
sentieri
deserti
Corri
t'arresti
riprendi ansimando.
Spazzi le strade
t'infili nei borghi
bussi alle porte...
Rapido passi
e lontano ti perdi
come la vita
senza
dare
risposta.



Viaggio a Monterosso

Quanta felicità
per questo viaggio
in treno!
Come soltanto un bimbo
sa provare.
Core il convoglio
e tu fremi nel vento.
L'azzurro del mare
e del cielo
si mostra d'un tratto
e scompare
nel buio delle gallerie.
Sussulta il tuo cuore
all'atteso timore.
Poi
di nuovo la luce:
scogli orlati di spuma,
un gabbiano che vola,
lontano una vela...
Su un muro di pietra
un rosso geranio
sorride con te.





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