IL PREMIO LETTERARIO
“MARIO TOBINO”
Ricordi
di
Paolo Bassani
Un giorno del novembre 1999,
mentre stavo andando alla Biblioteca Civica (di Vezzano Ligure) incontrai l’amico
Sergio Cozzani. Ci conoscevamo da parecchio tempo, anche perché egli era sempre
stato presente alle cerimonie culturali indette dal nostro Comune, comprese quelle
dedicate alla mia poesia. “Perché non facciamo anche noi un Premio di
poesia, come quello che fanno a Baccano?” mi disse. “Noi, chi?” risposi
incuriosito “Io, te, la Pro Loco, i Gelatieri…” replicò con naturalezza.
A questo punto pensai che forse Sergio non aveva idea di quel che comporta organizzare
una manifestazione di quel genere: per l’impegno ma, anche per le
indubbie risorse economiche necessarie per lanciarlo. Oggi, con Internet, si
può facilmente divulgare il bando (anche se parecchi poeti “anziani” hanno poca dimestichezza con le
nuove tecnologie e, quindi, preferiscono ricevere quello tradizionale). Allora,
però, il bando era esclusivamente cartaceo. Chi avrebbe anticipato le spese di stampa e di
spedizione? Nondimeno, era necessario poter contare su qualche personaggio
importante nel campo della cultura. Per esempio, a chi sarebbe stata affidata
la presidenza della commissione giudicatrice? Con tranquillità e con poche
parole Sergio espose chiaramente il suo pensiero: “Per quanto riguarda le
spese di stampa e di spedizione del bando, le anticipiamo noi Gelatieri”. La
manifestazione, infatti, sarebbe stata sostenuta dal Comitato Provinciale
Gelatieri di cui Sergio era presidente e, successivamente, dal Comune e dalla
Pro Loco. Per quanto riguardava il presidente di giuria, Sergio aveva pensato
al professor Giuseppe Benelli, un nome molto autorevole della cultura Lunigianese, che
aveva conosciuto a Pontremoli: gli era stato presentato da una amico “gelatiere”.
Qualche giorno dopo, Sergio mi telefonò che aveva preso appuntamento con
Benelli e che avrebbe avuto piacere che anch’io fossi presente a quell’incontro.
Capii allora che il progetto del Premio stava veramente andando avanti.
L’incontro ebbe esito positivo: il
professor Benelli dimostrò generosa disponibilità a presiedere la commissione
giudicatrice che fu composta da: Alberto Albonetti, Giuliano Angeletti, Paolo
Bassani, Ines Betta Montanelli, Franco Cozzani. Così ebbe inizio il lavoro di
preparazione. Ogni concorso che si rispetti deve invogliare il concorrente a
partecipare.
Sergio, che aveva buona esperienza
nella realizzazione di simili eventi (nel campo dei gelatieri), disse che anche
la consistenza del premio aveva la sua importanza.
E così propose di mettere in palio
tre riconoscimenti da consegnare ai primi tre classificati, quantificando anche
la consistenza del premio, rispettivamente in euro 500, 250, 150. Effettivamente, al di là dell’onore
che porta sempre una vittoria conquistata sul campo, è bello anche il poter essere
presenti alla premiazione. Questo, ovviamente, comporta al premiato anche qualche
spesa, soprattutto se viene da altre regioni, a volte molto lontane. E’ bene,
quindi, che il premio assolva anche una sorta di “funzione rimborso”. Oltre ai
primi tre premiati, fu stabilito di dare premi di rappresentanza (consistenti
in quadri d’autore, opere grafiche d’autore, medaglie, coppe, targhe, oggetti
di valore, pubblicazioni, diplomi originali personalizzati) anche ai sette
finalisti. Ovviamente, poiché le spese di realizzazione del concorso erano
abbastanza consistenti, fu stabilito di mettere una modesta quota di partecipazione
(11 euro). Fu quindi realizzato un pieghevole a tre ante che, oltre al bando
del concorso, riportava alcune suggestive immagini vezzanesi (la chiesa
romanica di Santa Maria ed uno scorcio del rione Borgo con il suo storico
pozzo). La stampa avvenne presso una nota tipografia e la spedizione del
pieghevole, con tanto di busta intestata, riguardò quasi duemila poeti
nazionali. Avevo chiesto il permesso di utilizzare l’indirizzario del Premio “Santa
Margherita” di Baccano di Arcola, della cui giuria facevo
parte dal suo inizio. Ovviamente, oltre al bando del Premio, che aveva come
titolo “Mario Tobino” e come sottotitolo “Il grappolo d’oro”, fu fatta una buona pubblicità all’iniziativa,
attraverso i giornali e le emittenti radiotelevisive locali, nonché facendo
inserire il bando su alcune riviste letterarie nazionali. Con soddisfazione constatammo che, nonostante fosse
la prima edizione, la partecipazione fu abbastanza numerosa. E’ noto che ogni
concorso, al suo inizio, ha bisogno di un periodo di “rodaggio” per farsi
conoscere ed apprezzare. In verità, abbiamo avuto la soddisfazione di
constatare che, di anno in anno, il Premio “Mario Tobino” acquistava sempre più
notorietà e partecipanti. Penso che la miglior pubblicità di una iniziativa sia
fatta da chi ha avuto modo di conoscerla personalmente. Districarsi tra i
duemila e più concorsi letterari a livello nazionale non è cosa semplice.
Innanzi tutto si deve fare una distinzione tra premi seri e premi meno seri.
Nel variegato panorama dei concorsi letterari, infatti, non tutti i premi danno una sufficiente
garanzia di serietà, di trasparenza, di credibilità. Ci sono, purtroppo, premi
pilotati, premi con spiccato risvolto speculativo, premi ove la poesia non è protagonista ma pretesto, per
organizzare qualche manifestazione mondana, qualche passerella, che poco ha da spartire
con la poesia. Ci sono premi in cui si preferisce premiare il nome famoso piuttosto
dell’opera presentata. Fortunatamente ci sono anche i premi seri, che hanno una
loro dignità, trasparenza, credibilità; il coraggio di premiare l’opera completamente anonima,
indipendentemente dalla fama del personaggio. Partecipare a questi premi è
sicuramente un momento di incontro e confronto. Essi possono essere di stimolo
alla creatività e favorire veramente una crescita culturale. Mi sia consentito
di dire che il “Premio Tobino” è entrato nel 2000 in questa rosa e ne continua
a far parte. Mi piace ricordare gli
apprezzamenti che, negli anni, sono giunti all’organizzazione. Sono
testimonianze che sicuramente gratificano tutti coloro che si sono impegnati per
la miglior riuscita della manifestazione. Ne voglio rammentare una per tutti:
quello di Giancarlo Interlandi di Acitrezza, Catania. Il poeta, che si era
classificato al secondo posto nell’edizione del 2008, si trovò nell’
impossibilità di essere presente alla cerimonia di premiazione e, quindi di
ritirare il premio: i 250 euro previsti. Nella totalità dei concorsi, e quindi
anche nel nostro, c’è una norma che prevede la consegna dei premi in denaro
soltanto ai vincitori. In caso contrario, l’importo è incamerato dall’
organizzazione ed utilizzato per la successiva edizione. Ebbene, in questo caso
Sergio decise di non applicare la regola, ma di inviare a domicilio del
premiato l’importo in denaro, con assegno. Quando Interlandi ricevette a casa l’inatteso
premio, rimase profondamente colpito e con una commossa lettera volle
testimoniare la sua gratitudine al Comune, rimarcando che per lui (assiduo
concorrente ed anche premiato in moltissimi concorsi) era la prima volta che
riceveva a casa un premio in denaro, che non aveva potuto ritirare di persona. Il
Premio Tobino è nato anche per “esportare” l’immagine di Vezzano. Crediamo che
questa finalità spesso si sia attuata anche attraverso la cerimonia di
premiazione.
Ci sono poeti, a volte di regioni
lontane, che venendo a ritirare un premio hanno avuto l’opportunità di ammirare
con meraviglia le immagini del nostro paesaggio, conoscere un po’ della sua storia e
tradizioni. Per questo, in compagnia di parenti ed amici, sono tornati in
occasione della Festa dell’uva o durante itinerari turistici dell’estate.
Le opere, e soprattutto le
iniziative culturali, nascono e sono perpetuate per la volontà e disponibilità
di chi crede nel loro valore educativo e sociale. Purtroppo, il tempo passa ed anche le persone; quindi
il ricambio fisiologico diventa necessità. Non sempre, però, si trovano
soggetti disponibili per passione e ben disposti a dare un po’ del loro tempo per far proseguire queste
iniziative. Sì, gli uomini passano; soltanto le istituzioni sopravvivono.
Cosciente di questa realtà, Sergio Cozzani, interpretando anche il desiderio degli altri amici legati al Premio
Mario Tobino, ha chiesto al Comune di Vezzano Ligure di gestire completamente, attraverso
l’Assessorato alla Cultura, il futuro del concorso. Penso che ogni persona che
ha realizzato qualcosa abbia il segreto desiderio di vedere proseguire quanto realizzato.
E’ questa la migliore gratificazione per l’impegno profuso nel tempo. Con
lodevole sensibilità il Sindaco Fiorenzo Abruzzo ha accolto la richiesta, dando
mandato all’ Assessore alla Cultura Paola Baldini di curare l’organizzazione,
come riportato dalla stampa:
…l’Assessore
Paola Baldini ha deciso, d’accordo con i soggetti fondatori del premio, nato
nel 2000 a Vezzano Ligure grazie a un gruppo di volontari del Comitato
Provinciale Gelatieri, della Pro Loco e del Gruppo Folk, di assumerne l’organizzazione e la
gestione volendo che il concorso fosse gratuito e avesse un logo identificativo
che è stato gentilmente realizzato dall’artista toscana Fiorella Vignale Pelù…
Così, dall’edizione del 2010, il
Premio “Mario Tobino” è diventato una componente significativa dell’attività
culturale comunale. In questo ambito alla sezione poesia singola ne sono aggiunte altre: silloge
inedita, libro edito. E’ stata aggiunta anche la narrativa: Sezione Narrativa a
tema, Sezione Teatro a tema, nonché la Sezione Ragazzi per la poesia singola e narrativa. Il
Premio letterario “Mario Tobino” è quindi diventato un’ampia realtà culturale
che unisce il vasto panorama della letteratura alla scuola.
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