lunedì 30 luglio 2012

PREMIO "MARIO TOBINO" STORIA E PREMIAZIONE





IL PREMIO LETTERARIO
“MARIO TOBINO”
Ricordi
di
Paolo Bassani




Un giorno del novembre 1999, mentre stavo andando alla Biblioteca Civica (di Vezzano Ligure) incontrai l’amico Sergio Cozzani. Ci conoscevamo da parecchio tempo, anche perché egli era sempre stato presente alle cerimonie culturali indette dal nostro Comune, comprese quelle dedicate alla mia poesia. “Perché non facciamo anche noi un Premio di poesia, come quello che fanno a Baccano?” mi disse. “Noi, chi?” risposi incuriosito “Io, te, la Pro Loco, i Gelatieri…” replicò con naturalezza. A questo punto pensai che forse Sergio non aveva idea di quel che comporta organizzare una manifestazione di quel genere: per l’impegno ma, anche per le indubbie risorse economiche necessarie per lanciarlo. Oggi, con Internet, si può facilmente divulgare il bando (anche se parecchi poeti “anziani” hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie e, quindi, preferiscono ricevere quello tradizionale). Allora, però, il bando era esclusivamente cartaceo. Chi avrebbe anticipato le spese di stampa e di spedizione? Nondimeno, era necessario poter contare su qualche personaggio importante nel campo della cultura. Per esempio, a chi sarebbe stata affidata la presidenza della commissione giudicatrice? Con tranquillità e con poche parole Sergio espose chiaramente il suo pensiero: “Per quanto riguarda le spese di stampa e di spedizione del bando, le anticipiamo noi Gelatieri”. La manifestazione, infatti, sarebbe stata sostenuta dal Comitato Provinciale Gelatieri di cui Sergio era presidente e, successivamente, dal Comune e dalla Pro Loco. Per quanto riguardava il presidente di giuria, Sergio aveva pensato al professor Giuseppe Benelli, un nome molto autorevole della cultura Lunigianese, che aveva conosciuto a Pontremoli: gli era stato presentato da una amico “gelatiere”. Qualche giorno dopo, Sergio mi telefonò che aveva preso appuntamento con Benelli e che avrebbe avuto piacere che anch’io fossi presente a quell’incontro. Capii allora che il progetto del Premio stava veramente andando avanti.
L’incontro ebbe esito positivo: il professor Benelli dimostrò generosa disponibilità a presiedere la commissione giudicatrice che fu composta da: Alberto Albonetti, Giuliano Angeletti, Paolo Bassani, Ines Betta Montanelli, Franco Cozzani. Così ebbe inizio il lavoro di preparazione. Ogni concorso che si rispetti deve invogliare il concorrente a partecipare.
Sergio, che aveva buona esperienza nella realizzazione di simili eventi (nel campo dei gelatieri), disse che anche la consistenza del premio aveva la sua importanza.
E così propose di mettere in palio tre riconoscimenti da consegnare ai primi tre classificati, quantificando anche la consistenza del premio, rispettivamente in euro 500, 250, 150. Effettivamente, al di là dell’onore che porta sempre una vittoria conquistata sul campo, è bello anche il poter essere presenti alla premiazione. Questo, ovviamente, comporta al premiato anche qualche spesa, soprattutto se viene da altre regioni, a volte molto lontane. E’ bene, quindi, che il premio assolva anche una sorta di “funzione rimborso”. Oltre ai primi tre premiati, fu stabilito di dare premi di rappresentanza (consistenti in quadri d’autore, opere grafiche d’autore, medaglie, coppe, targhe, oggetti di valore, pubblicazioni, diplomi originali personalizzati) anche ai sette finalisti. Ovviamente, poiché le spese di realizzazione del concorso erano abbastanza consistenti, fu stabilito di mettere una modesta quota di partecipazione (11 euro). Fu quindi realizzato un pieghevole a tre ante che, oltre al bando del concorso, riportava alcune suggestive immagini vezzanesi (la chiesa romanica di Santa Maria ed uno scorcio del rione Borgo con il suo storico pozzo). La stampa avvenne presso una nota tipografia e la spedizione del pieghevole, con tanto di busta intestata, riguardò quasi duemila poeti nazionali. Avevo chiesto il permesso di utilizzare l’indirizzario del Premio “Santa Margherita” di Baccano di Arcola, della cui giuria facevo parte dal suo inizio. Ovviamente, oltre al bando del Premio, che aveva come titolo “Mario Tobino” e come sottotitolo “Il grappolo d’oro”, fu fatta una buona pubblicità all’iniziativa, attraverso i giornali e le emittenti radiotelevisive locali, nonché facendo inserire il bando su alcune riviste letterarie nazionali. Con soddisfazione constatammo che, nonostante fosse la prima edizione, la partecipazione fu abbastanza numerosa. E’ noto che ogni concorso, al suo inizio, ha bisogno di un periodo di “rodaggio” per farsi conoscere ed apprezzare. In verità, abbiamo avuto la soddisfazione di constatare che, di anno in anno, il Premio “Mario Tobino” acquistava sempre più notorietà e partecipanti. Penso che la miglior pubblicità di una iniziativa sia fatta da chi ha avuto modo di conoscerla personalmente. Districarsi tra i duemila e più concorsi letterari a livello nazionale non è cosa semplice. Innanzi tutto si deve fare una distinzione tra premi seri e premi meno seri. Nel variegato panorama dei concorsi letterari, infatti, non tutti i premi danno una sufficiente garanzia di serietà, di trasparenza, di credibilità. Ci sono, purtroppo, premi pilotati, premi con spiccato risvolto speculativo, premi ove la poesia non è protagonista ma pretesto, per organizzare qualche manifestazione mondana, qualche passerella, che poco ha da spartire con la poesia. Ci sono premi in cui si preferisce premiare il nome famoso piuttosto dell’opera presentata. Fortunatamente ci sono anche i premi seri, che hanno una loro dignità, trasparenza, credibilità; il coraggio di premiare l’opera completamente anonima, indipendentemente dalla fama del personaggio. Partecipare a questi premi è sicuramente un momento di incontro e confronto. Essi possono essere di stimolo alla creatività e favorire veramente una crescita culturale. Mi sia consentito di dire che il “Premio Tobino” è entrato nel 2000 in questa rosa e ne continua a far parte. Mi piace ricordare gli apprezzamenti che, negli anni, sono giunti all’organizzazione. Sono testimonianze che sicuramente gratificano tutti coloro che si sono impegnati per la miglior riuscita della manifestazione. Ne voglio rammentare una per tutti: quello di Giancarlo Interlandi di Acitrezza, Catania. Il poeta, che si era classificato al secondo posto nell’edizione del 2008, si trovò nell’ impossibilità di essere presente alla cerimonia di premiazione e, quindi di ritirare il premio: i 250 euro previsti. Nella totalità dei concorsi, e quindi anche nel nostro, c’è una norma che prevede la consegna dei premi in denaro soltanto ai vincitori. In caso contrario, l’importo è incamerato dall’ organizzazione ed utilizzato per la successiva edizione. Ebbene, in questo caso Sergio decise di non applicare la regola, ma di inviare a domicilio del premiato l’importo in denaro, con assegno. Quando Interlandi ricevette a casa l’inatteso premio, rimase profondamente colpito e con una commossa lettera volle testimoniare la sua gratitudine al Comune, rimarcando che per lui (assiduo concorrente ed anche premiato in moltissimi concorsi) era la prima volta che riceveva a casa un premio in denaro, che non aveva potuto ritirare di persona. Il Premio Tobino è nato anche per “esportare” l’immagine di Vezzano. Crediamo che questa finalità spesso si sia attuata anche attraverso la cerimonia di premiazione.
Ci sono poeti, a volte di regioni lontane, che venendo a ritirare un premio hanno avuto l’opportunità di ammirare con meraviglia le immagini del nostro paesaggio, conoscere un po’ della sua storia e tradizioni. Per questo, in compagnia di parenti ed amici, sono tornati in occasione della Festa dell’uva o durante itinerari turistici dell’estate.
Le opere, e soprattutto le iniziative culturali, nascono e sono perpetuate per la volontà e disponibilità di chi crede nel loro valore educativo e sociale. Purtroppo, il tempo passa ed anche le persone; quindi il ricambio fisiologico diventa necessità. Non sempre, però, si trovano soggetti disponibili per passione e ben disposti a dare un po’ del loro tempo per far proseguire queste iniziative. Sì, gli uomini passano; soltanto le istituzioni sopravvivono. Cosciente di questa realtà, Sergio Cozzani, interpretando anche il desiderio degli altri amici legati al Premio Mario Tobino, ha chiesto al Comune di Vezzano Ligure di gestire completamente, attraverso l’Assessorato alla Cultura, il futuro del concorso. Penso che ogni persona che ha realizzato qualcosa abbia il segreto desiderio di vedere proseguire quanto realizzato. E’ questa la migliore gratificazione per l’impegno profuso nel tempo. Con lodevole sensibilità il Sindaco Fiorenzo Abruzzo ha accolto la richiesta, dando mandato all’ Assessore alla Cultura Paola Baldini di curare l’organizzazione, come riportato dalla stampa:
l’Assessore Paola Baldini ha deciso, d’accordo con i soggetti fondatori del premio, nato nel 2000 a Vezzano Ligure grazie a un gruppo di volontari del Comitato Provinciale Gelatieri, della Pro Loco e del Gruppo Folk, di assumerne l’organizzazione e la gestione volendo che il concorso fosse gratuito e avesse un logo identificativo che è stato gentilmente realizzato dall’artista toscana Fiorella Vignale Pelù…
Così, dall’edizione del 2010, il Premio “Mario Tobino” è diventato una componente significativa dell’attività culturale comunale. In questo ambito alla sezione poesia singola ne sono aggiunte altre: silloge inedita, libro edito. E’ stata aggiunta anche la narrativa: Sezione Narrativa a tema, Sezione Teatro a tema, nonché la Sezione Ragazzi per la poesia singola e narrativa. Il Premio letterario “Mario Tobino” è quindi diventato un’ampia realtà culturale che unisce il vasto panorama della letteratura alla scuola. 


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