Milano stasera
La corsa frenetica, pulsante
del tempo efficiente di questa
città
ha scandito le ore
di un altro giorno anonimo,
sfumando soltanto in quel poco
che risale l’onda morbida
di una tenda qualunque
dietro questa mia finestra d’ospedale
e stasera…
Milano stasera ha il respiro
di un vecchio avvolto nel
pastrano
che odora di carbone, di treno
e di scadente trinciato toscano.
Ma sotto i lampioni
infila paziente
piccolissime perle di luce
alle trame nere e sottili dei
rami
che cadono a caso
da un’ipotesi oscura di cielo.
Milano si è tolta il velo
ed ha il passo lento e seducente
di una prostituta brasiliana
apparsa all’improvviso sul
viale.
Indossa una stola
di nebbia leggera
e vi si avvolge lasciva
ogni volta che il brivido dei
fili
stesi a mezz’aria
annuncia il lento procedere
del prossimo tram che si
avvicina…
E sbadiglia
sulla soglia di un bar ancora
aperto,
poi sfiora con le dita
i brandelli di un vecchio
manifesto
della Scala…e sorride
riflessa nell’acqua
scura delle pozzanghere,
ma non se ne cura.
Milano stasera
ha tra le mani una conchiglia
trovata chissà dove:
portandola all’orecchio
può sentire il mare;
Milano stasera ha qualcosa…
……………
Tra i fiocchi di neve
che cadono lenti
Milano stasera riposa.
Lascia aperte
(
…a mia madre )
Ha bisogno di silenzi
questo mio cuore di conchiglia
violentato dall’eco
inconsapevole
di un quotidiano irriverente,
in balia dell’onda amara di un
presente
che mi afferra, m’innalza e poi
vorticosamente mi trascina a
fondo.
Accanto a te, giorno dopo giorno
ho speso tutti i sogni,
e quasi senza respiro cerco
quello tuo
legato sempre più
a frammenti di speranza
che rievocano un Aprile lontano,
quando al soffio sottile di un
fiato
mi hai consegnato, madre,
il segreto della vita.
Ora l’enigma del gioco
sovrappone
all’anagramma di me stessa
la tua età migliore…
e provo a rileggere gli anni
ma la mente deraglia
e i pensieri
sono uccelli dalle ali di cera;
la scorza dei giorni si frantuma
in rivoli di tempo che scivolano
via
e a me rimane
la memoria dell’acqua tra le
dita.
Lascia aperte, ti prego,
le porte del sonno,
che io possa accompagnarti per
mano
(come allora facevi con me)
da dove non sei più
a dove ancora non sei,
perché è lì che si addormenta
l’onda
e la notte s’imbeve di sogni,
perché è lì che tutto riposa
e all’ombra della luna
si compongono le trame della
tela
che si farà vela
per il tuo viaggio di ritorno.
Come gli aquiloni
Sono qui
tra la polvere e il fumo,
seduto dentro un perché di
macerie
che bruciano gli occhi e la
gola:
ho ancora un’asola di vita
cucita sopra il petto
ma il soffitto di questa stanza
è un cielo di cellophane
che non mi fa respirare.
Joshua è rimasto sotto la trave,
ha gli occhi chiusi
ma non può sognare
e Mjriam ha freddo, lo so,
perché ha un buco nel petto
al posto del cuore.
Intorno a quel che rimane
del piccolo Ibra
danzano ancora (per poco)
le piume dei sogni, o forse
è soltanto la cenere.
Perché se n’è andato Joshua
che da grande voleva volare,
e Mjriam che rideva sempre
e cantava canzoni…
Perché i sassi e la polvere
hanno seppellito Ibra
e il suo cane di stoffa, perché
non riesco nemmeno a pensare…
Ridatemi l’aquilone
dalle ali di carta
che correndo facevo volare,
e le strade bianche della mia
terra
dove ora si affacciano
finestre di croci
ed evaporano ogni giorno
ombre liquide d’eroi:
il vento si nasconde nei buchi
e quelli che sono già memoria
non si cercano più.
Anche le parole
hanno smarrito il senso
e sguardi orfani scivolano sui
muri
stellati a sangue:
così si muore ogni giorno
anche vivendo, come gli aquiloni
sulla striscia di Gaza.
Egizia Malatesta
Vive,
risiede e lavora a Massa da moltissimi anni pur mantenendo un attaccamento
particolare per il paese e la terra d’origine (Caprigliola e la Lunigiana ). E’ insegnante
presso la Scuola dell’Infanzia e, dopo aver coltivato inizialmente la pittura,
si dedica alla poesia, scoprendo in essa le possibilità migliori per comunicare
ed esprimere sentimenti, emozioni, ricordi. Scrive da tempo ottenendo
importanti consensi di critica nel panorama letterario nazionale ed internazionale. Si è classificata
prima in numerosi concorsi: Città di Piacenza, S. Bonifacio, Vallesenio,
Pautasso, Taddei, Orsini, Casale Monferrato, città di Porto Recanati, S.
Margherita, S. Teresa, Le Quattro Porte, Crudeli, G. Predomini, Città di
Rosignano, O. Dini, E. Mazzinghi, Città di Perignano, Città di Quarrata, F.
Castellani, Neruda, Ungaretti, Gronchi, La tavolozza, Vallesenio, Lino
Molinario, Il Portone, San Domenichino, ecc… Le sue poesie, più volte premiate
in tutto il territorio nazionale, sono state presentate in numerose rassegne
(tra cui la Versiliana )
e pubblicate in sillogi ed antologie. Nel 2008 ha pubblicato una
raccolta di liriche dal titolo “Lasciate che sia” (Clemente Editore). Si dedica
inoltre alla composizione di poesie, canzoni, opere teatrali, favole e racconti
per bambini E’ membro di giuria in alcuni premi letterari di prestigio.
Recentemente le è stato attribuito dal Centro Road anche il Premio alla
Carriera. E’ in via di pubblicazione la seconda raccolta di liriche dal titolo
“Il gioco delle nuvole” (ETS editice)
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