Andata e Ritorno
(Inedito)
Andata
Verso
- l’ora che sorge nebbiosa da un futuro fantasmagorico
- lo spazio di un dito che mi convince a ribadire il qui
con tutta la forza dell’osso primordiale
- la luce d’un lampo fugace raccolta con la coda dell’occhio
- il cosìssia spergiurato in un amen di spasmodica attesa
- con l’ombra addossata alla mia anima
che non smette di sgualcire l’orlo del quaderno
- con il sorriso d’un amore prosciugato dal tempo
ora lieve e delicato come un petalo avvizzito
- portando comunque la casa negli anfratti segreti del cuore
- recitando avemarie lungo il bilico
perché non frani l’umanità dei miei miseri passi
Io andando
- più nulla al cielo e nessuna pace tra le mie carte
con solo una poesia digitata da oscuri fantasmi sul video
- più nulla al pianeta che si dissolve in atomi mortali
- più nulla alla strada che incanala il mio di-sperato
orizzonte
Io sospeso
- tra il dove e il quando
- fermo nello stato ricreativo
- rigenero pedissequamente la mia vita e la mia morte
Ritorno
Verso
- l’ora che tramonta repentina in un baccano di sproloqui
- il circoscritto da un indice che decreta la mia tana
(qui e non oltre la soglia del sogno)
- con l’ombra che mi precede a casa
Io ritornando
- le stesse cose nell’armadio e gli scricchiolii delle tarme
antiche nelle buche del mondo
- tutto mi dice l’uguale origine
- lo spiattellato racconto del punto d’inizio
(c’era una volta…)
- e frana la notte su un lembo di sole giù nel prato
- scaturisco da un abisso incolmabile di penitenze
Io eccomi di nuovo
qui sulla punta della lingua
nella coda dell’occhio
attaccato alla pennabiro
scrivendo quello che sono
un girovago con infiniti spiegazzati biglietti
di andata e ritorno
Giuseppe Vetromile
Nato a Napoli nel 1949, Giuseppe
Vetromile vive ed opera a Sant’Anastasia (Na), dove promuove ed
organizza eventi ed incontri letterari con il suo “Circolo Letterario
Anastasiano”. Poeta e scrittore, ha pubblicato numerosi testi di poesia
con importanti Editori come Bastogi, Scuderi, Ripostes, Samperi, e, con
l'Editore Kairos di Napoli, una recente raccolta di racconti, intitolata
"Il signor Attilio Cindramo e altri perdenti". Ha vinto
numerosi premi in concorsi letterari nazionali di rilievo, sia per la poesia
che per la narrativa, ai quali partecipa tuttora ottenendo sempre lusinghiere
affermazioni. Partecipa attivamente ad incontri e convegni sulla poesia. E’
membro di giuria in alcuni concorsi di rilevanza nazionale. E' l'ideatore e
l'organizzatore del Concorso nazionale di Poesia "Città di Sant'Anastasia",
giunto alla X Edizione. E’ inserito in numerose antologie ed è inoltre citato
in importanti pubblicazioni e saggi critici. Dirige la Collana di poesie "Il
retroverso" per conto delle Edizioni del Calatino di Giuseppe
Samperi di Castel di Judica. Ha curato l'Antologia "Attraverso
la città" per conto della Scuderi Edizioni di Avellino. Ospita
importanti testi poetici e relativi commenti sul suo blog "Transiti
Poetici". Suoi articoli, note critiche e varie recensioni, sono
apparsi su diverse riviste letterarie nazionali e sulla stampa on-line.
Ringrazio di cuore Nazario Pardini per aver ospitato questo mio recente testo poetico su questo interessante Blog, con l'augurio che possa essere sempre più letto e seguito.
RispondiEliminaCordialmente,
Giuseppe Vetromile
Scrive Eugenio Lucrezi. Per congratularsi con Pardini per i suoi spazi. E per fissare rapide riflessioni suscitate dalla lettura del duplice testo di Vetromile. Esistono parole proibite alla poesia? Se sì, lo sono in assoluto, per ragioni di uso e di abuso e dunque di patente insignificanza e ottusità? E che si deve farte delle parole proibite? Cancellarle, appunto come vorrebbe il buon senso, o esibirle con sfontatezza, per es. come sfida al 'bello', all'elegante', alla 'decenza poetica?', o addirittura ad un certo canone dai più accettato e condiviso?
RispondiEliminaE poi. La poesia è sveltezza? è rallentato esercizio del pensiero che forma? è fulmine? è mobile sabbia dello sprofondo e dell'interro?
Non c'è volta in cui, leggendo una poesia di Vetromile, non rimanga stupita dalla capacità di legare individuo e mondo, vissuto personale e temporalità. Questa poesia è l'emblema di un fare poetico senza confini, lo sconfinare di chi conosce gli spazi, le categorie, e le vince nel girovagare del pensiero. La poesia, a mio avviso, ricalca perfettamente le ekstasi temporali umane: passato, presente e futuro sono i protagonisti perché il soggetto vero è l'uomo in quanto tempo, divenire. L'uomo non è ciò che è (è già il suo futuro che pur non gli appartiene ancora, "il cosìssia sprigionato in un amen di spasmodica attesa")ed è ciò che non è (non è più ciò che è, è stato e quindi continua a essere pur distanziandosene, "ribadire il qui con tutta la forza dell'osso primordiale", quello che forse in psicanalisi si chiamerebbe eredità arcaica, memoria collettiva).tutta la poesia esprime la tensione già compiuta, e quindi resa libera, di un viaggiatore che conosce le sue mete (è andato e tornato cento mill
RispondiEliminae volte)eppur continua a vivere il viaggio nel rischio ("recitando avemarie lungo il bilico perché non frani l'umanità dei miei miseri passi") e nella coscienza della caducità della vita ("più nulla al cielo... Più nulla al pianeta..."). Il poeta dimostra così che legame, conoscenza, e consapevolezza non annullano il viaggio. Complimenti. Un caro saluto da Flavia Balsamo
L'andata e il ritorno sono tratti del medesimo transito lungo feritoie delle infinite domande umane senza risposta: solo biglietti spiegazzati, lacerti d'esperienza,e una certezza che non si è fatta più certa, più salda; gli andirivieni temporali riflettono la mobilità e la staticità del tempo, ma anche i debiti che tutti abbiamo con chi ha attraversato il nostro percorso, ci ha annodato qualche pensiero, ha condiviso ansie e forse sogni.
RispondiEliminaMi piace anche come è costruita stilisticamente, con mano padrona.
Narda
Leggo con molto piacere questi bei versi Di Pino Vetromile al quale faccio subito le mie congratulazioni. Sì, sono versi che lo esprimono benissimo, che lo inquadrano lì dove la sua essenza disincantata e umile diviene luminosa, accessibile, un'esposizione pudica e nello stesso tempo completa del suo affaccendarsi poetico e fisico.
RispondiEliminaVera D'Atri
Questo inedito mi conferma che Pino Vetromile è, tra i poeti italiani contemporanei a me noti, uno dei più attenti a cogliere, con dovizia di accenni, la condizione di smacco e di problematica incertezza tipica dell'uomo d'oggi; condizione resa con brillanti intuizioni, convincenti soluzioni stilistiche e con qualche arditezza formale.
RispondiEliminaComplimenti a Pino da
Pasquale Balestriere
Apprezzo molto questi testi di Pino Vetromile.
RispondiEliminaMi piace molto l'atteggiamento attento e misurato. Ci sono espressioni che scavano nell'immaginazione e creano e ricreano immagini di inaspettate epifanie.
"le stesse cose nell’armadio e gli scricchiolii delle tarme
antiche nelle buche del mondo".
Complimenti!
complimenti Pino, i testi descrivono con decisione stilistica l'inquietudine contemporanea...
RispondiEliminaVorrei ringraziarti per il tuo commento, caro "Anonimo", ma non riesco ad immaginare chi tu possa essere!... Ti prego di firmarti!
EliminaUn viaggio, un andare e tornare come metafora del nostro esistere; un tracciare il proprio "percorso" sezionando il disordine di cose che ci circonda, proiettando su di noi quell’ombra dolce che ci "precede a casa". E' uno scrutarsi dentro, accanto e fuori che appartiene al poetare e al nostro perenne interrogarci. Sono versi quelli di Vetromile che aprono ampi squarci di luce attraverso cui poter guardare anche ciò che maggiormente ci intimorisce, e il buio che lo contiene, con la curiosità fertilissima dell'Uomo pensante. Complimenti!
RispondiEliminaKetti Martino
Caro Pino davvero bella questa tua poesia. Quasi un autoritratto poetico in cui chi ama e ha la poesia in corpo, come te, non può non riconoscerci. Complimenti di cuore e un abbraccio, Lucianna Argentino
RispondiEliminaRingrazio Eugenio Lucrezi, Flavia Balsamo, Narda Fattori, Vera D'Atri, Pasquale Balestriere, Federica Giordano, Ketti Martino, "Anonimo" (spero che si riveli!), e Lucianna Argentino, per i loro puntuali e preziosi commenti su questo mio testo. E naturalmente ringrazio ancora Nazario Pardini per avermi ospitato!
RispondiEliminaGiuseppe Vetromile
complimenti vivissimi, ho apprezzato molto, ciao
RispondiEliminaun abbraccio
Molto suggestiva ed emozionante. Ne ho apprezzato anche l'originalità, la bravura di Pino nel rendere un amaro, dolente inventario, poesia.
RispondiEliminaGrazie davvero.
Fiorella Borin
Grazie a tutti per gli affettuosi e dettagliati commenti!
RispondiEliminaPino Vetromile