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lunedì 29 aprile 2013

PREMIO LETTERARIO "TARGA MARCOCCI"











  Pignone, i vincitori del Premio letterario "Targa    Marcocci" 2013    





La Giuria del Premio Internazionale di Letteratura "Targa Marcocci" composta da: Presidente Dott.sa Natale Elena;

Membri Dott.sa Di Capua Anna Maria
Avv. Gaudiosi Ignazio
Avv. Lupinacci Salvatore
Sig. Mannina Antonio
Dott. Pagliai Alberto


Riunitasi alla Spezia ha cosi deliberato:


Per la sezione "A" Poesia Singola- La Giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il primo premio alla lirica- Se d'altri cieli mi accendo- di Consoli Carmelo di Firenze.

Per la sezione "B" Libro Edito o Inedito di Poesia –La Giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il premio al volume- Rime Dovute- di Fiorista Francesco di Milano.
Il Primo premio di ambedue le sezioni, consiste in un assegno di € 300,00, Trofeo Marcocci e un Week- end per due persone a Pignone.
Il secondo premio di ambedue le sezioni, consiste in un assegno di € 200,00Targa Artistica personalizzata e un Week-end per due persone a Pignone.
Il terzo premio consiste in un assegno di € 100,00 e Targa Artistica personalizzata.
Al fine di fornire un'immagine più completa della manifestazione la Giuria ha deciso di assegnare altri riconoscimenti.


Sezione Poesia Singola:
2° Premio a Simonini Valter di Massa con - I cavalli di neuegamme
3° Premio a De Polzer Lida di Varese con - Enigmi
Encomio Solenne a-
Marconi Fulvia di Ancona con -Una serata a maggio
Capanna Marina di Torino con - Pignone
Pavarin Arnaldo di Rovigo con - Se un domani
Silvestre Giovanni della Spezia con - Immigrato

Premio Speciale della Giuria a-
Garzella Renzo della Spezia con – Timidezza
Averini Alberto di Roma con - Ancora padre come in sogno vengo
Perotto Fiorenza di Prato con - Voglio ricordarti cosi
Cardillo Anna Maria di Roma con - Il mare d'inverno
Marziale Angelo della Spezia con - Non piangere
Galimberti Giuliana di Mozzate con - La quercia
Vettori Floriana di Aulla con - Se mi prendo per mano
Tagliati Franco di Reggio Emilia con - Silenzi della cella
Grillo Anna Maria della Spezia con - Preghiera di un negro
Poggi Fabrizia della Spezia con - Mia speranza cara
Barletta Agostino di Genova con - Estati a Pignone
Fallani Andrea della Spezia con - Sonno



Sezione Libro Edito o Inedito di Poesia:
2° Premio a Nazario Pardini di Arena Metato con- Alla volta di Leucade
3° Premio a Romano Spagnoletto di Ceparana con – Scrivere per non dimenticare
Encomio Solenne a-
Bianchi Clara di Firenze con – I colori dell'anima
Bacchini Liana di Pontedera con – Nulla in cambio

Premio Speciale della Giuria a-
Zen Pierfrancesco di S. Martino Lupari (PD) con- I giochi del tempo
Vincenti Ghilardi Edda di Bergamo con - Le vie della poesia
Marcolini Vera di Gavardo (BS) con - Poesie per un giorno o forse più
Costa S. Piero di None con – Poco dico del tanto mal che siamo
Tamburello Mario di Cuggiono (MI) con - On/Of
Fodale Vincenzo di Trapani con - La Scatola del pensiero
Baldinotti Tizzoni Patrizia di Gallarate con - Frammenti

La cerimonia di premiazione avrà luogo a Pignone il 28 Aprile 2013 presso il Sagrato della chiesa di S. Maria Assunta alle ore 15,30, presenti Autorità ed esponenti dell'Arte e della Cultura.
   

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FRANCO CAMPEGIANI: "L'INFINITUDE", DI JEAN FLAMINIEN


Questo saggio di Franco Campegiani figura nel numero 51 della rivista “Testuale critica” diretta da Gio Ferri, pubblicata on line qualche giorno fa


 

“L’INFINITUDE”, DI JEAN FLAMINIEN

Franco Campegiani
 

Da Jean Flaminien, poeta di origini guascone vivente in Spagna, ricevo L’Infinitude, gioiello editoriale della Book di Massimo Scrignoli, che raccoglie l’opera omnia di questo originalissimo autore. Mi ero già interessato di lui, unitamente al poeta Sandro Angelucci, in un incontro organizzato il 21/04/012 dall’Associazione “Nuovi Castelli Romani” a Grottaferrata (Roma), presso l’Abbazia di San Nilo, dove presentammo la raccolta Preservare la luce. Questo nuovo lavoro, un vero e proprio libro d’arte inserito nella preziosa collezione Serendip della Book, è curato e tradotto superbamente da Marica Larocchi, con prefazione di Julien Rixens e saggi critici della stessa Larocchi, Antonio Rossi, Stefano Agosti e Serge Raphael Canadas.   
L’Infinitude ripropone in forma unitaria le cinque opere di Flaminien già pubblicate dalla Book in raccolte singole: Soste, fughe (2001); Graal portatile (2003); Pratiche di spossessamento (2005); L’acqua promessa (2009); Preservare la luce (2011). L’opera espone fin dal titolo le valenze ossimoriche della poetica di Flaminien, ben spiegate poi nel sottotitolo, Finitezza e infinito, a chiarimento di una visione del mondo che fa del bifrontismo il proprio cavallo di battaglia. Limitato e illimitato si contrappongono e si coappartengono, fondendosi incredibilmente tra di loro.
L’infinitude vuole essere un misto di Tutto e Nulla, di Assoluto e Relativo, di Silenzio e Parola, di Essere e Tempo. Una scrittura paradossale, dove i contrasti, illuminandosi vicendevolmente, anziché generare confusione, producono ordine e senso. Una poetica, come scrive Canadas, che “sveglia in noi una diversa modalità d’essere, qualcosa che l’Occidente e la civiltà hanno perduto perché in preda all’avere”. E ancora: “Il tempo non è il perno della poesia: essa non ha nulla da spartire col tempo: ed è questo il perno della raccolta. Ma, come dice Daumal alla fine del Mont analogue, nella valle ci si può ricordare di ciò che si è visto sulle vette. E qui, ora, ci è possibile orientare di nuovo la nostra vita”.  
C’è pertanto in Flaminien “l’idea di tornare a un’origine sempre a portata di mano, a una ripetizione, ma che sia una novazione, come vuole Kierkegaard” (così Julien Rixens). Che cosa sono dunque le Origini? Io ritengo fuorviante intendere questo termine in senso storico (o preistorico, che è la stessa cosa), in quanto l’avviamento, la messa in moto del tempo non può essere pensata come già inserita a tutti gli effetti nel tempo. La creazione o la formazione del tempo non va confusa con il tempo tout court, perché lo spunto da cui prende inizio il tempo necessariamente deve partire da una dimensione esterna alla temporalità.
Intendo dire che le Origini, i Principi del tempo sono in parte inerenti ed in parte estranei alla temporalità. Con un piede stanno nella storia e con un altro nell’eternità. Per cui “tornare alle origini” non significa tornare al passato (storico o preistorico che sia), ma tornare agli archetipi, alle fonti metastoriche, alle radici eternali del tempo, o dello spazio-tempo, rinnovando il significato della creazione del mondo nella attualità. Tornare alle origini non significa andare indietro nel tempo, ma significa trovare la spinta, oggi, che possa produrre una nuova nascita del mondo e della temporalità. 
Penso che questo intenda Flaminien con l’esortazione a preservare la luce: un invito ad attingere agli inizi perenni (per cui sempre attuali) della creazione del mondo; un’immersione della nostra creatività nei processi creativi del creato. Questa luce universale, che è la luce dell’Essere, sa ovviamente autogestirsi e preservarsi da sé, ma nella mente instabile degli uomini è purtroppo intermittente: si spegne e si riaccende ciclicamente, segnando le albe e i tramonti non soltanto di ogni vita intima, ma delle stesse civiltà. Purtroppo, ho detto, ma per fortuna nello stesso tempo. Preservare questa luce, per l’uomo, significa infatti recuperare il ricordo delle origini, il che presuppone che lo si debba dimenticare.
La memoria che in tal modo si illumina non è una memoria che si tramanda nei secoli, entro i flussi generazionali, ma una memoria purtroppo dimenticata e cancellata, caduta totalmente in oblio, la quale per fortuna può riaccendersi luminosa ed improvvisa nell’anima, quando in qualche modo quest’anima muore. A quel punto deve risorgere dalle proprie ceneri e la condizione necessaria per cui questo avvenga è il black-out, la fine di un ciclo storico, il crollo di una civiltà. O anche della singola personalità.
Ed è esattamente questa la condizione esistenziale e culturale in cui oggi viviamo, con quel vuoto, quel nulla, quell’azzeramento dei valori, cui vanamente si oppone una metafisica convenzionale, reboante e retorica, che non fa presa, perché non può sostituirsi al lavoro che ogni individuo è chiamato a fare personalmente nella ricerca della propria verità, delle proprie fonti battesimali nell’assoluto. Contro questa metafisica tradizionale, il nichilismo ed il relativismo hanno facile giuoco.
Quando Wittgenstein ammonisce che è meglio tacere ciò di cui non si può avere certezza, afferma una mezza verità. Il suo postulato è valido nei confronti del linguaggio convenzionale, dove si ripetono a pappagallo nozioni morali e retaggi spirituali certamente altissimi, ma non conquistati in prima persona, non avallati dalla ricerca e dal tormento intimo. Che certezze sono quelle che non sono farina del nostro sacco? Al primo soffio di vento si sfaldano, per cui Il fideismo non può che subire scacco matto dal nichilismo imperante. L’uomo di fede non è un fideista. Per lui è diverso, perché egli è anche un uomo di dubbi, visto che la fede cresce con il dubbio e con la macerazione interiore. La sua parola pertanto è credibile, è parola viva.
Bisogna dire a Wittgenstein che non tutto il linguaggio è convenzionale o tautologico. C’è un dire sorgivo ed autentico che non va confuso con il detto o già detto ripetitivo e favolistico. Il linguaggio creativo o mitopoietico si trova agli antipodi del linguaggio mitologico, in quanto comunica un’esperienza inedita, una conoscenza di prima mano, una rivelazione sul senso segreto della vita. Si dirà che tutto questo è impossibile, in quanto la mente dell’uomo è fallace. Non sono d’accordo. La mente dell’uomo è fallibile ma non costituzionalmente fallace. Che si possa sbagliare è un conto; che si sia destinati sempre e comunque a sbagliare un altro. Cancelliamo queste nebbie.
La poesia di Flaminien è un esempio di come la mente possa essere vergine, o meglio tornare ad esserlo, allineandosi con il mistero della creazione e delle origini. Non si pensi al superficiale spontaneismo, perché non c’è nulla di più profondo di ciò che è vergine. Quella di Flaminien è una parola che prorompe dai luoghi inaccessibili e incorruttibili dell’Essere, risvegliando il senso della figliolanza e della fratellanza cosmica. Sta qui la memoria della luce che si risveglia. E’ un linguaggio epifanico che cattura la vertigine del primo giorno. E si resta rapiti dall’apparizione di questa realtà che non è un mondo di favole, ma una realtà più piena di quella usuale, una realtà radicata ancora nell’essere. Fiaba è l’astratto e angosciato mondo usuale in cui ci siamo intrappolati (e ce ne dobbiamo far carico senza battere ciglio, ovviamente).
Ma cosa c’è di più reale del canto degli uccelli, della voce del vento, del ruggito del mare? Cosa di più fondato del calore e della luce emanati dal sole? Cosa di più concreto delle tenere albe e dei tramonti in fiamme? Se si cerca una logica razionale per questo tipo di linguaggio, non si trova. E’ un mistero, come è un mistero il canto del poeta, quando nomina e rinomina per la prima volta il mondo; o lo stupore dell’uomo che scopre la propria appartenenza cosmica, le proprie sorgenti universali, la propria essenza. Tutto questo è irrazionale, ma non infondato. E’ irrazionale, ma è pieno di senso. Meglio, di buon senso. Questa è la luce da preservare: la luce irrazionale del buon senso, la luce ragionevole della trascendenza.
Aveva ragione Kant a dire che l’inseità è inconosibile: l’inseità, ovvero il mistero dell’in sé dell’Essere. Aveva ragione, ma il postulato non deve fornire la scusa per eludere il mistero, per togliergli spazio ed ossigeno, per sigillare la coscienza di fronte all’impenetrabile. Al contrario, dovrebbe fornire lo spunto per saltare il fossato, per superare – senza offenderli – i limiti della ragione umana. Il mistero non si può conoscere, ma lo si può amare. E senza necessità di tradurlo in dogmi. Si può essere amici e confidenti del mistero, che poi è il mistero che noi stessi siamo. “Di sé nulla sanno / gli astri in cielo / né gli uccelli sulla terra; / di loro nulla / noi sappiamo”. Questi versi lapidari di Flaminien scolpiscono meglio il concetto: nessun essere vivente conosce il proprio mistero, ma lo vive, ne è il depositario e ne è irresistibilmente attratto, facendosi esso stesso mistero.
Al di fuori di questo Dire non c’è davvero nulla da dire, perché c’è solo il già Detto e ridetto, o come suol dirsi il fritto e rifritto, utilissimo nella vita pratica, ma distante dalla vita reale, dalla vita delle origini, dove tutto è assolutamente originale. L’intimazione a tacere di Wittgenstein valga dunque nei confronti di chi pensa e parla in fotocopia, non nei confronti di chi pensa e parla in originale, come il poeta che abbiamo la fortuna oggi di ospitare. Con questo non intendo dire che la comunicazione convenzionale si debba eliminare. Ci mancherebbe altro! Ha anch’essa un ruolo da svolgere nella praticità quotidiana. Lo stesso Wittgenstein, del resto – lo sappiamo – attenuò il proprio terrorismo intellettuale in opere successive al famoso Tractatus.
Si può pensare, come molti pensano, che, tolto il peso della rivelazione dell’Essere, alla mitopoiesi resti comunque un compito minore validissimo: quello del giuoco evasivo, dei piacevoli e ludici intrattenimenti estetici; o anche il compito edificante dell’impegno etico-sociale, comunque immerso nel relativo. Ma qui occorre un approfondimento, perché la Bellezza è un valore assoluto e l’Etica non è da meno, sia pure nelle molteplici forme che il Bello e il Buono possono assumere nel relativo. In riferimento a cosa, infatti, il relativo è relativo, se non all’assoluto? E in riferimento a cosa l’assoluto è assoluto, se non al relativo? Il relativo si muove sempre e comunque sullo sfondo dell’assoluto, e viceversa. E’ esattamente questa la visione dell’Essere di cui Flaminien è cantore.
Una visione che, d’altro canto, è propria di ogni autentica arte e di ogni autentica poesia. Ivi compresa l’arte ludica, o la poesia giocosa, perché il giuoco non è mai evasivo, se è vero che richiede al giocatore di mettersi in giuoco, ossia di fare sul serio, di rischiare in prima persona. Il vero giuoco richiede un fervore assoluto. Vero giuoco è quello del bambino, che attraverso di esso cresce nella propria personalità e rafforza la propria spina dorsale. Ebbene, è questo il giuoco dell’arte e della letteratura: un giuoco altamente costruttivo, evolutivo, anche laddove l’autore si assuma il ruolo di divertire i fruitori.
Non è questo il caso di Flaminien, ovviamente, e lo sto dicendo solo per avallare il concetto che c’è sempre una spinta verso l’alto nei genuini processi creativi. Una tensione dove assoluto e relativo giocano tra di loro. Un giuoco dinamico,evolutivo. Ed è questa la grazia che occorre per poter essere creativi. Quella grazia, o quella luce, di cui Flaminien ci informa, mostrando come il poeta sia ancora e sempre legato ai processi ispirativi.
Ma non si pensi che il poeta sia un eletto, un favorito dalla Musa, perché è solo attraverso il duro lavoro sulla lingua che la Musa può apparire. Ed è davvero esemplare il lavoro che in tal senso svolge Flaminien. Un lavoro titanico in direzione minimalista, in direzione ossia di scarto degli orpelli, di scarnificazione linguistica: un azzeramento del chiasso babelico, una riduzione all’essenziale, ammesso che l’essenziale ci sia. Una sfida, dunque. Ciò che resta, al termine di questo lavoro a ritroso, di questa deculturazione linguistica è un sussurro luminoso indistruttibile, la voce pura dell’Essere, colta al di là del chiacchiericcio mondano. 
Jean Flaminien è un cantore del mistero, delle armonie cosmiche. La sua poesia nasce da quel fondo originario dell’Essere dove sono uniti gli opposti e dove “ogni male ha il suo bene, ogni dentro il suo fuori, ogni sotto il suo rispettivo sopra”, come scrive Serge Raphael Canadas nel suo illuminante saggio conclusivo, citando questi versi suggestivi e lapidari: “Non è terra / ciò che si apre / sotto i nostri passi, / ma è sempre il cielo / sepolto”. Così le prospettive si capovolgono e si svela il rovescio della medaglia in ogni situazione. Ed è lo stato mentale tipico dei rinnovamenti, dei capovolgimenti, delle trasformazioni epocali. Rinnovamenti dell’Essere immutabile, che sorgono dalle distruzioni. E nella distruzione, purtroppo, ci siamo. C’è bisogno di quella scossa creativa che generi un’alba nuova, un nuovo giorno.
E’ questa la provocazione di Flaminien. Un’esortazione a tornare all’essere, a restare fedeli all’ordine segreto del mondo, a lasciarsi sedurre dalla sua luce misteriosa, non per amore di immobilismo, ma al contrario per amore di cambiamento, di mutevolezza, di moto vorticoso. Non è poesia contemplativa, questa, come può forse sembrare, giacché non c’è nulla di più dinamico dell’armonia dei contrari, nulla di più trascinante e tumultuoso del mistero. La concentrazione massima non può avere altri sbocchi che nell’esplosione, nel big bang da cui ha origine la vita universale. Altro che contemplazione! Questa poesia è essenziale perché torna a nominare per la prima volta il mondo. E lo nomina non d’arbitrio, bensì registrando il suono stesso della sua apparizione. Non ci sono metafore o allusioni. C’è un forte lavoro simbolico, questo si. Dove tuttavia il simbolo (dal greco symbolon che significa unione) non è una rappresentazione mentale, ma il diretto apparire dell’essere alla vita: visibile ed invisibile legati tra di loro.
Riscoprire dunque la terra, la madre di tutto il vivente, riscoprire il suo dinamismo, le sue sorgenti universali. Ristabilire l’alleanza dell’uomo con il creato e con il cosmo. Far tornare a girare i nostri meccanismi psichici secondo ingranaggi universali. E’ una poesia, quella di Flaminien, che sulle prime produce straniamento. Spiazza perché costringe a modificare angolazione. Ma dopo aver cambiato visuale, il lettore può scoprire di trovarsi in un’altra e nuova realtà: una realtà che lo trae in salvo, molto più concreta di quella in cui abitualmente vive e viviamo. Per Flaminien l’uomo può tornare ad essere il principe dei regni, signore e custode del creato intero: signore in quanto custode e non in quanto despota, come purtroppo è diventato.
Potremmo pertanto definire poesia edenica, questa di Flaminien, con l’avvertenza che qui si parla di un Eden ritrovato, di un Eden che si fa carico di tutta la devianza e che recupera innocenza al culmine di un sofferto processo coscienziale. Istruttivo potrebbe essere un confronto con la spiritualità e con la poetica francescana, purché questa non si confonda con il Panteismo, filosofia a senso unico che schiaccia il divino nel mondo. Qui parliamo di dualità, di capovolgimenti, di armonia di contrari. Utile potrebbe essere un confronto con le culture native (animistiche più che panteistiche), ma si deve tener conto che questa è una natività recuperata. Come tale è intrisa del veneficio storico e della maledizione culturale. Una catarsi, dunque, una purificazione: “All’insieme di tutti gli esseri / ogni mattino mostrati nuovo, / / gli occhi lassù rivolti; / e divieni per sempre / l’eterno innocente”.  

 
Franco Campegiani

 

 

      

 

 

sabato 27 aprile 2013

UMBERTO CERIO: "DIARIO DEL PRIMA"





Umberto Cerio: Diario del prima. TIPOLITO ELLEGRAFICA. Gaeta. 2011. Pp. 80



Un percorso, quello di Cerio, tutto vòlto alla ricerca di se stesso, ad una attualizzazione del passato, a una rivisitazione poetico-filosofica di quadri, di fatti, pur minuziosi, che possano vincere, in qualche maniera, il potere dell’assenza, del tempo sfuggito; una recherche: “Che cosa raccontava/ tuo padre e tuo nonno e ancora altri avi,/ che tu potevi dirmi/ pescatori o allevatori d’api/ come Aristeo,…” (pp. 13). Una ricostruzione articolata e complessa, in cui l’autore impiega tutta la sua architettura poetica, sorreggendola con figure di antico nerbo classico. Un tempio di colonne e di celle costruito su schemi di ingegneria ellenica, ma con pietre e pensieri di una modernità profonda, coinvolgente, e, perché no, assillante in questo assiduo tentativo di utilizzo del fatto. Si parte dal dialogo con la madre, per recuperare, dai suoi sogni, dalle sue illusioni o delusioni, il mondo che fu, il Diario del prima. Si continua nella seconda parte con le ventuno ballate. Ma, nel complesso, è la vita che emerge con tutte le sue problematiche esistenziali dell’esserci e dei perché: fughe, ritorni, sogni, incertezze. E c’è, qui, la coscienza di vivere in spazi ristretti e affollati da un mondo che trascura le esigenze di ognuno, in questa sottrazione omologante. In primo piano il filosofo, che, con il suo pensiero lineare e razionalmente finalizzato all’obiettivo, cerca il vero. Pensiero vòlto, appunto, a dare consistenza al passato, a riportarlo a galla con tutta la sua validità da nuova vita. Dall’altro il poeta, che, con la sua fantasia e la sua originalità etimo-affettiva, con il suo verbo fresco e incanalato a rivestire gli slanci emotivi, riesce ad amalgamare il tutto in un poema di grande soluzione umana; di una soluzione che pretende di innervare energia  spazio-temprale ad una linea che vada contro le leggi naturali; e che faccia del passato una realtà solida di supporto ad un presente pronto a slanciarsi nel futuro. Certamente con tutti quei dubbi che tormentano l’uomo cosciente di essere umano. Il tutto in una prospettiva di scoperta, dal risultato alquanto difficoltoso e problematico; e forse, proprio per questo, oggettivo e vicino al sentire di ognuno di noi. E d’altronde sono proprio tutti quei perché ad assillarci. E la cosa certa è che la vita è precaria e la memoria stessa in tutta la sua labilità ce lo conferma. Ci conferma proprio questa fugacità, questo implacabile scivolare e annullarsi delle cose: “Ora l’inquieta sera delle donne:/ non sanno più il telaio/ né col fuso il filare della lana…” (pp. 17). Ma si può recuperare questo patrimonio con la funzione organizzata dell’intelletto? Si può tradire il tempo che si rifiuta di prospettarci il presente? Lo si può fare ricercando storie, momenti, affetti, pensieri,  incontri o parole, ed  andando oltre fino ai riti e alle alchimie dei miti. Cercare là l’origine dei nostri credi e del nostro essere umani. Quei miti che perdono la loro storia nei pozzi reconditi dell’essenza dell’uomo. Ed è la seconda parte, quella delle ventuno ballate, ad affrontare questo aspetto speculativo e suggestivo; lo fa un poeta che sa utilizzare magistralmente pathos, vicissitudine umana, cultura classica, mito in un quadro poetico di estrema compattezza e organicità. Un poeta che sa trattare il verbo in maniera talmente duttile da renderlo ancella di un grande patrimonio emotivo. Cerio fa del memoriale e del prima la sostanza della questione che più ci conturba: essere mortali con l’occhio rivolto all’oltre.
 
Ballata della clessidra

   Segna la mia clessidra
l’estrema solitudine dei giorni,
doloroso silenzio
dell’amaro consumarsi del tempo.
E ancora più feroce
voce di vento inquieta e buia, a sera.
    
   C’erano albe serene
ed i poeti inventavano i miti,
riempivano il mondo
di muse di eroi e sacre leggende,
popolavano il cielo
di Dei lontani da nuvole scure.

   Gli aedi cantavano
dolce il sogno di Chimera e di Dafni,
la speranza dell’uomo,
L’assurda empietà di Teia e Iperione.
e sapevano amore:
ma un abbandono è sempre un abbandono.

          Segna la mia clessidra vuota
          vicine memorie di abissi,
l’inutile sangue dei sacrifici.

   E sono giorni vuoti
se nuovo filo di Arianna si spezza,
se sacertà s’infrange,
se la ragione cede alla violenza.
E muori come Clizia,
uomo, guardando il sole che ti brucia.

   Parola di universo,
negli occhi forza immane di bufera,
caduta degli Dei,
bruciare d’astronave nello spazio,
esplodere di stelle
e nel cuore che impazzisce, la notte.

Segna la mia clessidra vuota
vicine memorie di abissi
l’inutile sangue dei sacrifici.


Nazario Pardini                     27/04/2013


A PASQUALE BALESTRIERE IL PREMIO "STREGHETTA"

MILANO STREGHETTA
PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA 
XLII EDIZIONE - ANNO 2013


CLASSIFICAZIONE E PREMI

Gruppo A (3 poesie classificate con lode)

1° Premio TROFEO "STREGHETTA", scultura di R. Del Puppo e pergamena-diploma

a PASQUALE BALESTRIERE DI BARANO D'ISCHIA 

venerdì 26 aprile 2013

PAOLO BASSANI: IL MIO PRIMO GIORNO DI LAVORO


PRIMO MAGGIO:

FESTA DEL LAVORO

  

 

IL MIO PRIMO GIORNO DI LAVORO

ALLA TERMOMECCANICA

 



 

 
 

Pagina della memoria

di Paolo Bassani

 

 

In occasione di questo I Maggio 2013 , Festa del Lavoro, o meglio, dei  Lavoratori,  desidero ricordare su “Alla volta di Leucade”  il mio primo giorno di lavoro, che avrebbe cambiato la mia vita dando speranza e certezze al mio futuro.

 
Mi arrivò, inattesa, una cartolina postale con una comunicazione altrettanto inattesa: “La preghiamo di presentarsi per notizie che la riguardano”. Mi giungeva da un mittente per me, allora, quasi sconosciuto: Termomeccanica Italiana S.p.A. Cercai di sapere qualcosa di più. “E’ quel grande stabilimento metalmeccanico di Via del Molo, vicino al cimitero” mi dissero, aggiungendo: “Hai fatto qualche domanda di lavoro?” No, assolutamente.” risposi. “Ti conviene, in ogni caso, andare e sentire che cosa vogliono” mi fu consigliato. E così, il giorno dopo, mi presentai all’azienda. Non avevo faticato a trovarla, sia per la vastità del complesso, sia perché conoscevo la strada dei Boschetti: due mesi prima l’avevo percorsa accompagnando mia madre al cimitero, morta improvvisamente in giovane età.
Quando giunsi davanti all’entrata della Termomeccanica rimasi colpito dal grande portone bronzeo su cui campeggiava una grossa T scolpita e, dall’ampia elegante portineria che assomigliava al salone di ingresso  di un grande albergo. Fui fatto accomodare in una saletta attigua in attesa che il direttore amministrativo si liberasse. Mi ricordo che sulla porta del suo ufficio c’era una sorta di piccolo semaforo: la luce rossa significava che non si poteva entrare. Quando apparve il giallo il portiere, tenendo tra le mani la mia cartolina,  mi introdusse nell’ufficio. Dopo una breve presentazione il direttore spiegò le ragioni della convocazione: “La nostra società ha deciso di ringiovanire il proprio ufficio paghe. Abbiamo preso contatti con il vostro istituto scolastico e, poiché lei risulta tra i diplomati meglio classificati, le facciamo la seguente proposta: Sarebbe interessato ad iniziare un rapporto di lavoro con la nostra società? Inizialmente sarebbe collocato all’ufficio paghe, come tirocinante… in seguito, in base alle sue qualità,  potrebbe anche migliorare il suo percorso professionale all’interno dell’azienda.” Non mi aspettavo quella richiesta e, quindi, non seppi dare una risposta immediata. Invero, ero ancora immerso in quella incerta atmosfera subentrata alla morte di mia madre. Non avevo ancora deciso che fare. Mi sarebbe piaciuto continuare gli studi, ma non avevo ancora valutato le impreviste difficoltà che si affacciavano. Al direttore non sfuggì la mia incertezza e, quindi, mi disse (ho qui stampate nella mente le sue parole): “Comprendiamo che dobbiamo chiederle di prendere una decisione importante per la sua vita”. Dopo un attimo di pausa aggiunse: “Le diamo una settimana per rifletterci. Se, poi, la proposta non le interessa,  non è necessario che torni di persona a riferirlo: ci dia una telefonata e noi contatteremo altri…” E, così dicendo, mi allungò il suo biglietto da visita.
Tornato a casa, pensai tutto il giorno a quella proposta senza approdare ad alcuna decisione. La mattina seguente, però, mi fu tutto più chiaro. Fu sufficiente un semplice ragionamento a farmi decidere. La Termomeccanica era una grossa azienda che contava oltre mille dipendenti. Pertanto, disponeva di una mensa aziendale. Evviva! Avrei risolto metà del mio problema: a mezzogiorno avevo un pasto assicurato; soltanto la sera, quindi,  sarei andato alla mensa dei ferrovieri. Già, non ho detto che con la morte di mia madre la nostra famiglia si era  ridotta a mio padre ed io. Mio padre era ferroviere e, quindi, faceva spesso i turni del giorno e della notte. Ecco perché anch’io spesso, per stare insieme con lui, andavo a mangiare alla mensa dei ferrovieri. Mi tornano alla mente le parole dello scrittore Giovanni Petronilli: “La sofferenza maggiore non è tanto vivere soli, quanto mangiare in solitudine”.
La vita è fatta di momenti vissuti. Alcuni di essi restano a segnare per sempre il percorso. Uno di questi è per me il 9 dicembre 1957: il primo giorno di lavoro. Alle 8 ero già in attesa in portineria. Con mio stupore e piacere trovai Renzo, un mio amico di scuola, anch’egli in attesa di entrare all’ufficio paghe. Aspettammo quasi un’ora, poi finalmente il direttore ci chiamò e, personalmente, ci accompagnò all’ufficio paghe. Mi ricordo che, aperta la porta,  tutti gli impiegati scattarono in piedi: “Vi presento i vostri due nuovi colleghi” disse con voce solenne. Incominciava così il mio primo giorno di lavoro. Ero talmente felice che mi pareva di vivere un sogno. Ritrovo vivi come allora i nomi dei colleghi: Figari, Filattiera Zignani, Garetto, Monti, Baldi, Tanzi e, naturalmente Michi, l’amico entrato con me; poi, qualche tempo dopo,  Calamai (nuovo capoufficio) e successivamente Sommovigo e Barcellone.
 L’ufficio paghe si era davvero ringiovanito: eravamo in sei “ragazzi”, tutti provenienti dalla stessa scuola. E’ bello, dopo i tempi dello studio, ritrovarsi insieme in uno stesso ufficio! Per me, poi, lo era ancor più, perché il lavoro e gli amici colmavano il grande vuoto di solitudine che la morte di mia madre aveva aperto (come ho detto, ero figlio unico e mio padre era spesso impegnato nel lavoro). Ero così contento di lavorare, d’essere in un ambiente amico, che l’impegno non mi pesava, anche quando mi fermavo, oltre l’orario, per imparare ad usare (senza guardare i tasti)  la calcolatrice meccanica. Pensate! La felicità di quel lavoro mi faceva trovare perfino in disaccordo con il buon Leopardi. Vi ricordate?  Egli, pensando alla domenica,  aveva scritto: “Diman tristezza e noia/ Recheran l’ore, ed al travaglio usato/ Ciascun in suo pensier farà ritorno”.  No! Non era così per me. In quei tempi, invero, io mi sentivo quasi contento la domenica. Pensavo che l’indomani sarei tornato in ufficio, tra gli amici, in “famiglia”.

 

 

Oggi, ricordando il mio lavoro,
a distanza di tanti anni,
io, non più giovane,
dei giovani sento
e interpreto le attese
nella sofferta ricerca di un lavoro
che possa dare dignità e speranza
alla loro vita.
 
 
 

      FORTUNATO…
 
Fortunato chi ha un lavoro
che dà speranza al suo futuro:
   un lavoro stabile
      sicuro.
Fortunato chi non deve
lasciare la sua terra,
andare lontano
pellegrino come profugo
   in cerca del domani.
Fortunato chi vede
dischiudere il germoglio
del seme gettato
   e fiorire  
      il sogno dell’attesa;
chi nel lavoro sente realizzata
la sua dignità di uomo
   e finalmente libero
può farsi una famiglia,
avere una casa,
giungere all’autunno
con la giovinezza in cuore.
 
     Paolo Bassani
 

ANTONIO SPAGNUOLO: "IN MEMORIA DI ELENA"

In memoria di Elena  (I)
*
Inutile urlare il tuo nome contro le pareti.
Inutile urlare ed attendere:
non sei per me altro che l’eco
della mia voce, diventata roca,
delle mie lacrime sempre più cocenti,
del mio sguardo errabondo.
Anche la luce aveva un suono per noi,
ora è silenzio ove impazzisce il  ricordo,
e il tempo ricompone memorie
roventi
mentre l’ombra si allontana.
*
Antonio  Spagnuolo -

martedì 23 aprile 2013

POESIE DI EDDA GHILARDI VINCENTI

IL RESPIRO DEL MARE
”…tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.”
(Giacomo Leopardi, “L’infinito”)
Il respiro profondo del mare
in un mattino inondato di luce
accompagna i miei pensieri
oltre il promontorio di smeraldo,
oltre l’azzurro arco dell’infinito…
Solenne e misterioso è il mare,
culla sconfinata di una vita multiforme
che popola di colori i fondali viventi,
che accende la fantasia di timorosi incanti
e di ancestrali, inconsce paure…
Quasi più non percepisco ora il confine
tra reale ed irreale, verità e fantasia:
e vaga la mia mente, e si perde
in quell’azzurro, affascinante movimento
di onde inquiete, scintillanti…
E quasi una profanazione mi appare
il rumore di una barca a motore
in quella quiete, in quella intensa bellezza
di un paesaggio ove solo vorrei immoti silenzi
e gli alati voli del pensiero…
LE STELLE D’AGOSTO
Il cielo inondato di stelle
tremule di luce e d’infinito
nel silenzio immoto
di una notte d’agosto
e un lieve stormir di foglie
che riporta allo scorrere della vita;
un suono dolce e leggero
che accompagna i pensieri
sulla via della meditazione,
lungo i sentieri affascinanti
della nostra mente
ove la consapevolezza
si fa percezione, sensazione,
emozione intensa…
Un senso di eternità
trattenuta, sospesa
come se il tempo si fermasse,
come se non esistesse nulla
più di quella immensa bellezza,
che fa più lieve il respiro,
più forte il battito del cuore:
e l’uomo si scopre
infinitamente piccolo, fragile
al cospetto di quelle luci lontane,
alla sconfinata energia
di quei fuochi accesi sopra di lui
nell’universo infinito…
NEL BUIO
Nel buio della notte d’inverno
quando la natura è muta
di voli e di canti e solo ghiaccio
rotto da solitari passi si ode,
un ricordo è come un sasso
gettato nello stagno della memoria
e una lacrima è rugiada sulla pelle
arsa dalla febbre della sofferenza…
Come vorrei avere pensieri di sole
e sogni di cristallo trasparente di luce
e non questo buio che mi spegne gli occhi
e mi sgomenta, mi fa battere il cuore
questa notte… Sì, vorrei pensieri di sole
e non questa luna di ghiaccio così fredda
di attese, così lontana dai sogni eterei
di una primavera in fiore…



EDDA GHILARDI VINCENTI  -

Scheda biografica:

-         Laureata in Lingue e Letterature Straniere, con specializzazione in Inglese e Francese, e doppia cattedra ottenuta con il massimo dei voti.
-         Insegnante di Inglese a tutti i livelli, è stata anche insegnante universitaria presso il CENTRO EUROPEO DI PREPARAZIONE UNIVERSITARIA di Bergamo, preparando agli esami studenti di diverse facoltà  (prevalentemente Lingua e Letterature Straniere e Scienze Politiche)
-         È stata Presidente della Sezione di Bergamo dell’A.N.I.L.S. (Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere) e Coordinatrice per la Lombardia dei Presidenti della stessa Associazione. Durante questo periodo ha tenuto diverse conferenze di aggiornamento agli insegnanti  (in modo particolare sulla metodologia di insegnamento delle lingue straniere);
-         Attualmente è Presidente di un Circolo Culturale Bergamasco;
-         Scrive poesie sin dall’infanzia, ma ha intensificato questa attività negli ultimi 10 anni, durante i quali ha scritto quindici libri di poesie; scrive inoltre racconti e saggi letterari che stanno ottenendo crescenti consensi di critica. Ha anche scritto un libro di poesie in lingua francese (con traduzione italiana a fronte). Sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, spagnolo e tedesco;
-         Ha partecipato a vari recitals sia a Bergamo che in provincia ed al Festival della Poesia – a livello nazionale – che si è svolto a Bergamo nel Gennaio 2004. Ha preso parte a dibattiti sulla poesia contemporanea, presentato autori, e fatto conferenze sulla poesia (tra le ultime, una presentazione di Victor Hugo come poeta – aspetto meno conosciuto dello scrittore –  una conferenza su Mario Luzi
e la presentazione del saggio “Il mito del Mediterraneo in Camus” presso il Centro  
     Lunigianese di Studi Danteschi di Ameglia);
-         POETESSA UFFICIALE della “DANTE ALIGHIERI”, Comitato di Bergamo;
-    CENACOLISTA del  “CENACOLO OROBICO DI POESIA” di Bergamo;
-    È stata MEMBRO DI GIURIA  in un Concorso  Nazionale di Poesia, organizzato                                       
      dal Gruppo “Stabile di Poesia”  di Bergamo;
-         È  “ACCADEMICO DI CLASSE” dell’Accademia Internazionale dei Micenei (dal 30/8/2002), SENATORE della stessa Accademia  (dal Maggio 2005)
-         PROCURATORE (dal Gennaio  2007); fa anche parte della ACCADEMIA  INTERNAZIONALE VESUVIANA (“International Vesuvian Academy”)  di Napoli ed è Accademico Associato dell’ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI LETTERE, SCIENZE ED ARTI “CONTEA DI MODICA” (dall’1/9/2009).
Ha ricevuto la nomina a PROCURATORE ACCADEMICO LEOPARDIANO  e  il PREMIO ALLA CARRIERA “ LEOPARDI D’ORO 2010” per le Arti e per le Lettere  dall’Accademia Internazionale “G.LEOPARDI” , e, recentemente, il Premio per la Ricerca “UNIVERSAL VICTORY” per le Arti e le Lettere con nomina a “COMMENDATORE ACCADEMICO LEOPARDIANO” da parte della stessa ACCADEMIA LEOPARDI.
E’ anche Accademica dell’ACCADEMIA CULTURALE S.GIORGIO, recentemente istituita dal Dott. Marco Delpino a  Santa Margherita  Ligure (Ge),
ed è ACCADEMICO ONORARIO della UNIVERSITÀ DELLA PACE DELLA
SVIZZERA ITALIANA  dal 4 Gennaio 2013. 
-         Fa parte dell’A.N.P.A.I. (Associazione Nazionale Poeti, Autori a Artisti d’Italia)
di S.Margherita Ligure, del CIRCOLO POETI E SCRITTORI di Empoli,  dell’Associazione Culturale “IL PORTICCIOLO” di La Spezia, del CENTRO LUNIGIANESE DI STUDI DANTESCHI di Ameglia. E’ membro della COMPAGNIA DEL VELTRO (istituita dallo stesso Centro Lunigianese degli Studi Danteschi) e della F.E.B.A.C. (Federazione Europea Beni Artistici e Culturali).
In  10 anni  anni di attività effettiva, ha scritto più di mille poesie, ha vinto circa 400 premi e riconoscimenti tra nazionali ed internazionali, ottenendo in molte occasioni il primo premio (tra i quali il 1° Premio Poesia Inedita a “Il Molinello” – (Marzo 2010), il 1° Premio Poesia Inedita – Sezione Cultura e Salute al “S.Domenichino Città di Massa” ( 2007), il 1° Premio Poesia Edita al Premio Internazionale “Firenze Capitale d’Europa” – (2008 e 2010), e Poesia Inedita (2007), 1° Premio Poesia Edita al Premio Internazionale “Europa” di Lugano (2009), il  1° Premio Poesia Edita al Premio Letterario Internazionale di Siracusa (2009 e 2010), il 1° premio Poesia Edita al Premio Letterario Internazionale Città di Aosta (2010 e 2011). Ha ricevuto recentemente due prestigiosi premi alla carriera:  dal CENTRO LUNIGIANESE DI STUDI DANTESCHI di Ameglia (Sp) in data 25/11/2012 e  dal PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “FIRENZE CAPITALE D’EUROPA” in data 15 Dicembre 2012.
Di lei hanno scritto molti critici importanti, tra i quali MANRICO TESTI (che ha curato le prefazioni di otto dei suoi ultimi libri di poesia, SIRIO GUERRIERI , che le ha dedicato un profilo critico in “Diritto d’Asilo”, RODOLFO TOMMASI , che ha scritto più di un commento critico sull’autrice in pubblicazioni riguardanti i Poeti e Scrittori Contemporanei, MICHELE ALEMANNO , Presidente e Rettore dell’Accademia Internazionale dei Micenei (che Le ha conferito molti premi e dedicato diverse note critiche sulla rivista “Oggifuturo”), RINA GAMBINI , Organizzatrice di importanti  premi letterari e critico, NICLA MORLETTI, scrittrice, critico, ideatrice del Premio Letterario Internazionale “Il Molinello”,
che fu presieduto da Mario Luzi (dopo la morte, Presidente Onorario), che ha definito la poetessa “sicuramente una delle voci più  affermate e rappresentative del panorama della letteratura contemporanea”, NINNJ DI STEFANO BUSA’ , che  ha curato la prefazione a “Più delle parole, i silenzi” e FULVIO CASTELLANI , che Le ha dedicato una monografia.
La poetessa è inoltre presente in riviste letterarie di rilievo, tra le quali “Oggifuturo”, “La Nuova Tribuna Letteraria”, “Poeti e Poesia”, “Bacherontius”, “La Ballata”, “l’Areopago Letterario”;Il più importante giornale cittadino, “L’Eco di Bergamo” Le ha più volte dedicato articoli, illustrando la sua attività letteraria ed i numerosi premi vinti.
      Curriculum sintetico                                                                                                                                                   
EDDA GHILARDI VINCENTI, poetessa,narratrice e saggista,vive a Bergamo. Già insegnante di Lingue Straniere anche in un istituto Universitario, scrive poesie sin dall’infanzia e ha vinto numerosi importanti premi letterari sia nazionali che internazionali, ottenendo in diverse occasioni il 1° premio. Sue poesie sono state tradotte anche in inglese,francese,tedesco e spagnolo. Ha pubblicato le raccolte di poesie “Emozioni”(2002),  “Sognando” (2003),  “Vele nell’anima” (2004),  “Tra terra e cielo” (2005), “Lungo il fiume dei pensieri” (2006),  “Sui sentieri della vita” ( 2006) ,  “Paris, Paris…” (2006) – poesie in francese con traduzione italiana a fronte,”Scorrono i giorni” (2006), “Più delle parole i silenzi” (2007), “Tra sentimenti ed incanti” (2007), “ Come la bellezza l’amore” (2008) , “Nel sole e nel vento” (2009), “Il respiro del silenzio” (2010), “Sulle orme del tempo” (2011), ed il 15.mo libro “Lungo le vie della poesia” (2011). Inoltre è stato pubblicato il saggio “Il mito del mediterraneo in Camus” ( casa editrice Ibiskos di A.Ulivieri, Empoli, Luglio 2010). Altri 2 saggi critici, uno su Andrè Gide e l’altro su Virginia Woolf saranno di prossima pubblicazione. E’ inserita  in oltre centosessanta antologie ed in venti pubblicazioni di Storia della Letteratura Italiana Contemporanea. Di lei hanno scritto importanti critici, tra i quali MANRICO TESTI, SIRIO GUERRIERI, RODOLFO TOMMASI, MICHELE ALEMANNO, FULVIO CASTELLANI  ( che le ha dedicato una monografia), NEURO BONIFAZI
E’ presente in riviste letterarie di rilievo, tra le quali “OGGIFUTURO” , “LA NUOVA TRIBUNA LETTERARIA”, “POETI E POESIA”, “BACHERONTIUS” ,” LA BALLATA”, “ L’AREOPAGO LETTERARIO”.  È   Senatrice e procuratrice  dell’Accademia Internazionale dei Micenei, senatore e procuratore Accademico Leopardiano  dell’Accademia internazionale G. Leopardi, accademica dell’Accademia Culturale S.Giorgio di S.Margherita Ligure, dell’Accademia Internazionale Vesuviana di Napoli, dell’ Accademia internazionale della Contea di Modica, ed ACCADEMICO ONORARIO DELL’UNIVERSITA’ DELLA PACE DELLA SVIZZERA ITALIANA.  Fa inoltre parte  dell’A.N.P.A.I. (Associazione Nazionale Poeti, Autori e Artisti d’Italia)  di S.Margherita Ligure, del centro culturale “IL PORTICCIOLO” di La Spezia, del Circolo Poeti e Scrittori di Empoli, del Centro Lunigianese di Studi Danteschi di Ameglia e della F.E.B.A.C. ( Federazione Europea Beni artistici e Culturali).
Da quando ha incominciato a partecipare a concorsi letterari ( fine 2002) ha vinto più di 400 tra premi nazionali ed internazionali ed ha scritto oltre 1000 poesie.
  Bergamo, 22 Aprile 2013        Edda Ghilardi Vincenti



Aggiungiamo al curriculum una parte dei premi relativi al 2013









Aggiungiamo al curriculum un secondo gruppo di premi relativi al 2013”.

1)     Premio Speciale Saggistica al CONCORSO DI LETTERATURA A CARATTERE INTERNAZIONALE “CITTÀ DI PONTREMOLI” per il Saggio Critico  inedito “Note sul rapporto uomo/donna in ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf” – Premiazione a Pontremoli, il 7 Aprile 2013.

2)     1° Premio alla RASSEGNA D’ARTE E LETTERATURA “OMAGGIO A
CORTONA”, Edizione 2013 per la lirica “Cara Cortona” – Premiazione a Cortona il 28 Aprile 2013.

3)     1° Premio alla RASSEGNA D’ARTE E LETTERATURA 2013 “OMAGGIO
a G. PUCCINI” per la lirica “A Papa Francesco” Premiazione il 7 Luglio 2013.
    
4)     Premio Speciale UNIVERSUM MARCHE  per la lirica “Una sera d’estate”.
Premiazione a Martinsicuro, il 27 Luglio 2013.
    
5)     Finalista al PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “IL PORTONE”,
per il libro edito “Lungo le vie della poesia” – Premiazione a Pisa il 28/9/2013.
    
6)     2° Premio ex aequo per la lirica “A Gino Bartali” al PREMIO LETTERARIO
INTERNAZIONALE “FIRENZE CAPITALE D’EUROPA” – Premiazione
a Firenze, Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, il 14 /12/ 2013.

7)     1° Premio Speciale Poesia al PREMIO NAZIONALE  “I MAESTRI
DELL’ARTE E DELLA LETTERATURA 2013” per la lirica “Pensieri di Natale”. Premiazione al Lido di Camaiore, il 15/12/2013.

       

                                                     


EDDA GHILARDI VINCENTI

APPARATO CRITICO SINTETICO                                                          

Prof. MANRICO TESTI, Critico e Storico della Letteratura:

 

“E’ una grande soddisfazione per me (…) notare quanta sintonia vi sia tra la poetessa e grandi autori contemporanei, frutto della sua approfondita conoscenza delle letterature e delle lingue straniere insegnate in Istituti Superiori ed Universitari, ma anche di una nativa consonanza di sentire e di poetare volta alla diretta comunicabilità  di valori e sentimenti, nella singeriana convinzione della valenza della parola scritta di “essere portatrice di nuove prospettive e nuovi orizzonti”.

  È questa una via che la connota e la pone tra le maggiori voci poetiche contemporanee (come testimoniato dal continuo e crescente apprezzamento di critica, di lettori e da numerosissimi attestati anche internazionali, riconoscimenti, monografie, inserimenti in importanti antologie) (…)  

   Alla ricerca parossistica dell’ “effetto” fine a se stesso, Edda Ghilardi Vincenti, infatti, contrappone da sempre il suo linguaggio dallo stile inconfondibile: seducente, morbido, luminoso, evocativo, musicale, atto a porsi in immediata comunicazione con il lettore alfine di farlo partecipe di sentimenti, memorie, ferme convinzioni morali, di condurlo a scavare dentro se stesso, a meditare, di elevarlo moralmente anche.”

(Dalla Prefazione a “Il Respiro del Silenzio”, Bastogi Editrice Italiana. Foggia, Novembre 2010).

 

“…ora possediamo tutti gli elementi per risalire, dalle opere poetiche alla biografia di Edda Ghilardi Vincenti: siamo di fronte dunque ad un’autrice appassionata, signorile e preparata che, grazie al suo viscerale amore per la poesia, sostanziato e arricchito culturalmente dalla laurea in lingue e letterature straniere (…) ha conseguito una conoscenza della storia e degli sviluppi della poesia internazionale tali da consentire alla sua poetica di nutrirsi di più vasti e articolati orizzonti, in quanto, come sostiene giustamente José Martì nella sua opera “Oscar Wilde”: “la conoscenza di diverse letterature è il modo migliore per liberarsi della schiavitù di una sola”.

     Così, accanto alla soavità dell’elegia d’amore di timbro petrarchesco e a quella penniana di un’estrema levità, alla pascoliana dolcezza del verso e fedeltà alle memorie domestiche, al sofficiano tono gentile di parlare a se stesso, alla luziana sacralità della parola, alla meriniana immersione nell’anima per vedere l’infinito, alla campaniana ansia per il segreto delle stelle, alla canzone e all’idillio leopardiano, ecco comparire il sonetto shakespeariano, l’incantata meraviglia di Jiménez, lo stupore di fronte all’infinito del cielo stellato di Pascal, la dolce malinconia musicale di Verlaine, l’idea rimbaudiana della poesia come forma quasi di veggenza e quella di Isaac B. Singer come sicura “portatrice di nuove prospettive e nuovi orizzonti”, il bisogno di poesia e d’amore di Keats, la fantasia razionale di Baudelaire, l’ineffabile magia poetica di Dylan Thomas e così via. Tutti questi echi, si badi bene, non posticci e “orecchiati”, ma congeniali e perfettamente assimilati, sono resi in modo fresco, personale e suggestivo, tale da conferire ulteriore, sottile fascino al canto di Edda Ghilardi Vincenti, fermamente ancorato alle sue ferme convinzioni etiche, religiose e alle sue “consolazioni” che, come abbiamo già evidenziato, le illuminano l’esistenza: dalla dolcezza delle leopardiane rimembranze, al suo amore per la poesia, la vita, il creato e le sue creature, l’umanità, Dio.

(Dalla Prefazione a “Lungo le vie della poesia”, Bastogi – Editrice Italiana – Foggia, Dicembre 2011)                                        

   
NICLA MORLETTI, scrittrice, critico, ideatrice del Premio Letterario Internazionale “IL MOLINELLO” di Rapolano Terme (Si):

Edda Ghilardi Vincenti è sicuramente una delle voci più affermate e  rappresentative del panorama della letteratura contemporanea. In lei tutto è purezza, bellezza, armonia. Sia attraverso le sue opere di poesia, sia di narrativa, il suo cuore canta con personalissimo discorso tutta la bellezza e la grandezza dell’amore e delle cose della vita. Vi è in ogni verso, in ogni suo scritto, come in questo libro dal titolo “Lungo le vie della poesia”, il richiamo dei valori immortali della fede, della speranza dello spirito umano. E tutto è rivestito di luce e colori. E tutto è luminoso come il cielo, il mare, le albe parigine. Ariose immagini che danno respiro al lettore. Così la vita è un fiore che sboccia…Il segno dell’amore infinito di Dio per noi.
(Recensione a “Lungo le vie della poesia” in data  21 Aprile 2012)

PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “TROPEA: ONDE MEDITERRANEE”:  (Premiazione del 30/4/2012)

Poesia ricca di un radioso mondo interiore, di incantevoli sensazioni e di immagini inusitate, che fluiscono con equilibrio e pregevole tecnica lessicale in un canto d’amore per il creato nella sua divina epifania.
(Motivazione del Premio al libro di poesia “Sulle Orme del Tempo” – Edizioni Helicon – Arezzo – Nov. 2011)

M.RAFFAELLA SAPONARO MONTI BRAGADIN, Scrittrice, Studiosa di Storia, Critico:

“La  produzione di Edda Ghilardi Vincenti è molto ampia e articolata: dalla poesia
alla saggistica ai racconti, la sua esperienza è straordinaria e profonda.
L’Autrice ha dato alle stampe ben sedici libri in circa un decennio; ha composto oltre novecento liriche, ha vinto più di 300 premi, fra i quali per ben sette volte si è classificata ai primi quattro posti (1° Premio nel 2009) al Premio Letterario Internazionale “EUROPA” di LUGANO. Si è dedicata alla saggistica con tre testi critici; Il mito del Mediterraneo in Camus,pubblicato nel 2010, André Gide e la sua infanzia, pronto per la pubblicazione, e Rileggendo “To the Lighthouse”di Virginia Woolf  in corso di preparazione. Ne hanno commentato entusiasticamente le creazioni critici della levatura di Elio Andruoli, Sirio Guerrieri, Rodolfo Tommasi, Manrico Testi, Neuro Bonifazi, Rina Gambini, Paola Olivieri Alfinito, Fulvio Castellani, che le ha dedicato una monografia. La Laurea in Lingue e Letterature Straniere, l’insegnamento anche a studenti universitari, hanno contribuito a completare una personalità d’intellettuale a tutto tondo in ambito culturale. Sia per contenuto sia per lessico sempre scelto, nonché per la metrica, le sue rime possono far parte di un contesto internazionale, tanto più che una parte di queste sono state tradotte in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola. La Poetessa si cimenta nel sonetto petrarchesco, nel sonetto shakespeariano, negli endecasillabi sciolti, nei versi liberi, secondo gli argomenti.
La poesia, cui l’Autrice ha dedicato pagine di cristallina bellezza, è un genere che tratta con passione, con forte sensibilità, con eleganza. Lungo le vie della poesia,
una summa di parecchie sue opere, presentata presso la Sala Galmozzi dal Cenacolo Orobico di Poesia, di cui fa parte, raccoglie liriche di piacevole lettura, oltre a rivestire un articolato significato. Ne rappresenta l’iter interiore, modulato sullo scandire delle stagioni e del tempo. Vi regna sovrana l’armonia: armonia del verso, ma anche spirituale, che la tiene in equilibrio fra Cielo e Terra, fra Realtà  e Trascendenza.
Pensando alla sua figura di donna e di poetessa, pacata come poche persone però ferma nei propri intendimenti, perseverante nell’operare con tenacia e fiducia per il Bene (…), fedele al Credo in Dio, Cui si rivolge con gratitudine consapevole, si direbbe tornare alla mente il Dolce Stil Novo: la Donna Angelicata cantata da Dante, un tramite fra l’Uomo e il Cielo in un atto d’amore totale, cosmico.
I riferimenti letterari, esaminando i suoi scritti, sono infiniti. L’Amore è il leit-motiv

che ne guida la riflessione e i contenuti; è fonte di ispirazione poiché lo sente intimamente come sentimento verso una o più persone in particolare, come aiuto solidale al prossimo, come accoglienza a chi soffre o ha bisogno psicologicamente e materialmente. (…)

Le liriche composte in lingua francese assumono, nella stesura e nel contenuto, un tono più frizzante, decisamente … parigino, assai piacevole. Paris, Paris è il titolo di un libro dedicato alla magia della mitica capitale, laddove la struggente bellezza dell’alba va di pari passo con l’indifferenza della folla verso un vecchio clochard.

Innumerevoli sono le tematiche affrontate dalla Poetessa. Ogni volta in cui se ne leggono i versi, che si dipanano in una scansione musicale, ci si immedesima nelle emozioni, nelle impressioni, negli stati d’animo più disparati; si fanno nostri, perché ella ne esprime l’essenza, toccando gli angoli più reconditi del cuore. Per questo e per altre motivazioni, la poetica di Edda Ghilardi Vincenti si può definire particolarmente ampia e pregnante, e se ne comprende appieno la fortuna critica.”        

(Dall’articolo tratto dal testo di presentazione del libro “Lungo le vie della poesia”
 a cura della Prof.ssa Saponaro Monti Bragadin. Manifestazione del 10/5/2012 a Bergamo.)

Prof. FERDINANDO SALVONI, Studioso di Letteratura, Conferenziere, Critico:

Poesia di singolare livello stilistico, degna d’essere inserita, date le caratteristiche peculiari, in una  dilatata visione della letteratura accanto alle opere insigni dei grandi poeti del passato e del presente. Il riverbero delle numerose liriche, simboli stupefacenti d’una realtà universale, esplorata secondo un progresso continuo di spazio e di tempo, induce a scoprire il loro segreto, vale a dire la testimonianza letteraria e umana della poesia in quanto gusto estetico di ispirazione suggestiva e varia. Mi pare di immaginare, durante la lettura che passa dalla piacevolezza alla riflessione, un velo che copre una serie di sensazioni e che, squarciandosi, lascia uscire un’ampia prospettiva di fantasia creativa. Ecco pertanto le parole che si accendono, i versi che si formano in una poesia di bellezza, che rivela la proprietà dell’ispirazione e manifesta la perfetta sete di composizione. E non è tutto.  Per intensificare le forme espressive della bellezza di una situazione lirica, voglio considerare  lo stato emotivo del paesaggio incantevole, della rimembranza affettuosa, della tenera consolazione, della serenità, dell’amore, dell’anelito di infinito, che guarda a Dio autore del mondo. Sono questi i motivi dell’anima, nati da una coscienza spirituale e disseminata di vibrazioni musicali dolci e perenni, che  si illuminano in un’oasi di solitudine e di silenzio. Per vero dire la poesia della Ghilardi assume una limpidezza autentica, che  scarta le contraddizioni, per indossare una veste di naturalezza e di armonia, affiorante per eccezione da un mondo segreto di perfezione e di grande respiro.
    Anche le poche note di tristezza lasciano trasparire un profondo desiderio di riscatto, anelando alla perfezione stessa della poesia. Cosicché la poetessa sviluppa tutte le sue forze di maturazione, costruendo il suo mondo ideale anche attraverso l’uso del bilinguismo, che è fonte di meditazione d’una concezione poetica europeistica, visibile  in ulteriori rapporti armonici e inventivi. Il movimento europeistico offre infatti un’interpretazione più estesa della poesia con una sensibilità linguistica di partecipazione alla vita europea. Ne deriva un bilancio di ampliamento spirituale in un sistema culturale, che postula una crescita dei mezzi espressivi, una teoria più fertile della bellezza e dei riflessi di rinnovamento della realtà.
    Sono quindi da leggere e da rileggere le meravigliose poesie della poetessa Ghilardi, per coglierne il messaggio di raffinatezza e di cultura, di contemplazione e di amore.
(Nota critica su “Lungo le vie della poesia” in data 16 Maggio 2012)

PREMIO “I MISTERIOSI VOLTI DELL’ESSERE” di Stradella (Pavia): motivazione dell’assegnazione del TROFEO PROFESSIONALITÁ da parte della Presidente del  premio, Prof.sa RITA GAFFÈ (comunicazione del mese di Novembre 2012):
“Per lo straordinario e poliedrico curriculum artistico”

Prof. MANRICO TESTI, Critico e Storico della Letteratura, Giornalista e Saggista
(in qualità di PRESIDENTE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA “FIRENZE CAPITALE D’EUROPA” in occasione del PREMIO ALLA CARRIERA):

“Questo ambito riconoscimento va ad una poetessa, ispirata autrice di un’intensa,
articolata silloge antologica che raccoglie liriche composte nell’ultimo decennio, tutte animate, nella loro evoluzione artistico - espressiva, da una coerente vena memoriale, elegiaca ed etica.
Il tutto acuito ed esaltato da un linguaggio ben cadenzato, efficace, limpido, armonioso e coinvolgente, capace di creare di volta in volta immagini vivide, plastiche, evocative, che denotano l’alto spessore artistico conseguito da questa autrice sempre più apprezzata dalla critica e da un crescente pubblico di estimatori e lettori.”
(Motivazione del Premio alla Carriera con riferimento al libro antologico “Lungo le Vie della Poesia” – Firenze, Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, 15/12/2012)

MIRCO MANUGUERRA, Presidente del CENTRO LUNIGIANESE DI STUDI DANTESCHI di AMEGLIA in occasione del “Premio Internazionale di Letteratura per la Pace Universale “FRATE ILARO DEL CORVO” (Motivazione del PREMIO ALLA CARRIERA):

“Per la notevole produzione lirica sempre condotta all’affermazione dei Valori non Negoziabili della Cultura Universale.”
(Monastero di Santa Croce del Corvo – Ameglia, 25 Novembre 2012 

PROF. MANRICO TESTI, Critico e Storico della Letteratura. Giornalista e
Saggista, nella Motivazione per il primo premio SAGGISTICA INEDITA alla  XXVIIa RASSEGNA D’ARTE E LETTERATURA “CITTÀ DI VIAREGGIO” per il Saggio inedito “Rileggendo ‘To the Lighthouse’  di Virginia Woolf”:

“ Edda Ghilardi Vincenti in questo suo Saggio inedito di prossima pubblicazione, mostra tutto il suo spessore culturale e le sue capacità divulgative ed espressive già palesate a piene mani nel suo precedente lavoro critico su Albert Camus.
Così, condotti per mano dall’Autrice in un percorso a ritroso negli anni, entriamo nel mondo artistico, culturale e umano dell’epoca, e del contesto territoriale in cui visse e operò Virginia Woolf, grazie al’analisi  e alle “reazioni” soggettive, dinnanzi alla realtà, da parte di persone diverse in stadi successivi delle loro esistenze.”
(Premiazione a Viareggio, Hotel Esplanade, il 17 Febbraio 2013)

RECENSIONE del Prof. MICHELE FILIPPONIO alla lirica “Le stelle d’agosto”,     vincitrice del primo premio ex aequo al PREMIO INTERNAZIONALE PERMANENTE “OGGIFUTURO” istituito dall’ACCADEMIA INTERNAZIONA- LE DEI MICENEI (Comunicazione del 24 Aprile 2013):

“Una poesia che tocca il cielo, non solo quello astronomico, ma il cielo nel senso
di massima altezza dello spirito, dell’ispirazione, che si posa e riposa sulle stelle “tremule di luce” in una notte d’agosto. La poesia è ricca di immagini e di espressività. Ha un taglio umano psicologico, intimistico. Quando l’oggetto si identifica col soggetto, la poesia conquista tutti gi spazi, sotto la spinta della meditazione. Così la poetessa Edda Ghilardi Vincenti pensa, medita e raggiunge i livelli dell’eternità. Scompare, perciò, il tempo, il finito, il definito nel mare magnum
dell’infinito, che non ha orizzonti, non ha i termini della percezione, oltre la finitudine sempre afferrabile.
La poetessa è estasiata, sorpresa, consumata dallo spettacolo meraviglioso del cielo stellato. Le sensazioni e il sentimento si traducono in sogno. L’uomo si sente piccolo di fronte a quelle luci ispiratrici, sì, lontanissime, sì, ma potenti immagini dell’universo infinito.
La poesia in parola attinge un profondo significato umano e didascalico: la ricchezza della nostra anima si riflette e si riconosce nella bellezza del creato.”

MOTIVAZIONE per l’attribuzione del secondo premio Poesia Edita al PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “TROPEA – ONDE MEDITERRANEE”
per il libro “Lungo le vie della poesia” (Bastogi, Editrice Italiana, Dic. 2011):

“L’autrice, con signorile conoscenza dell’ars poetica, ha racchiuso nella silloge la summa del suo pensiero, mettendo a nudo la sua anima e invitando il lettore a liberare le energie positive (su tutte l’amore) assegnando alla poesia un valore taumaturgico e catartico, lungo la cui via si può ascendere all’immortalità.Un monumentum arere perennius di classica bellezza dove la parola assume purezza e nobiltà e ingentilisce il cuore.”   (premiazione a Tropea, il 30 Aprile 2013)

Motivazione del PREMIO AL MERITO CULTURALE  ricevuto dalla “UNIVERSUM ACADEMY” SWITZERLAND in data 26 Maggio 2013:

“Per i servigi resi alla Cultura, e per i meriti derivanti dal suo curriculum personale dal quale emerge evidente l’attività protesa al raggiungimento ed alla affermazione dei più alti ideali di vita”.

Motivazione del 1° Premio Saggistica inedita con pubblicazione dell’opera alla XXXVIII Edizione del Premio CASENTINO per il Saggio “RILEGGENDO ‘TO THE LIGHTHOUSE’ DI VIRGINIA WOOLF”:
“ (…) “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf”: un saggio che cela abilmente l’informazione di fondo all’interno di un’esposizione vibrante e persuasiva,
specialmente laddove esalta la capacità dell’Autrice di indagare lo spirito con un’angolatura nuova di quella poesia della memoria che gioca a scomporre e ricomporre il puzzle del tempo, con l’acquisito patrimonio della bergsoniana durée réelle e dello stream of consciousness di Joyce.
La Ghilardi sottolinea le alternative di pena, di gioia, di sollievo, di reciproco odio e di reciproca attenzione che si innescano nel rapportarsi dei personaggi fra di loro e si sofferma sulla figura di Mrs. Ramsay, lumeggiandone la capacità di porsi come il lare domestico che, ancora vivente, misteriosamente intuisce l’intimità più profonda dei suoi familiari.
Di particolare interesse, infine, è l’analisi del femminismo della Woolf, volto non già a contrapporre Mr. e Mrs. Ramsay come archetipi di uno scontro dove il maschio sia destinato a soccombere, ma come interpreti di un gioco nel quale maschio e femmina sono strettamente complementari.

Commento di CRISTIANA VETTORI, critico delle “Edizioni Helicon” di Arezzo,
al saggio “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf”, autrice Edda Ghilardi Vincenti :

“L’Autrice realizza una rilettura dell’opera “To the Lighthouse” di Virginia Woolf
in un saggio critico di ampio respiro in cui viene condotta un’analisi della storia, dei personaggi, del milieu letterario, socio-filosofico e artistico della prima metà del XX secolo, così da offrire al lettore una guida quanto mai accurata dell’opera stessa. Il saggio mette inoltre in luce alcuni caratteri peculiari della scrittura della Woolf, come il sottile e ironico femminismo che rivela in realtà un aspetto interessante del pensiero della scrittrice inglese: il concetto di androginia  con il quale ella risolve il conflitto uomo/donna, sostenendo che la mente superiore è al tempo stesso razionale e intuitiva, e pertanto androgina”.
(Dall’antologia “Poeti e Scrittori Contemporanei allo specchio”, delle Edizioni Helicon di Arezzo (pagg. 35/37), stampata nel giugno 2013)

Prof. FERDINANDO SALVONI, Studioso di Letteratura, Conferenziere, Critico:

“Personalità poetica di altissimo valore artistico, consegue esiti espressivi intensi, che vengono riconosciuti da una critica attenta e perspicace. Mi domando perciò quale significato racchiuda l’opera lirica e prosastica della poetessa Edda Ghilardi Vincenti. Di certo il bisogno di conciliare i modelli del passato e quelli del presente. Del primo accoglie infatti l’esperienza magistrale della perfezione classica, mentre del secondo tende a far prevalere il ritmo vario dell’inventività. (…) Spesso le forme artistiche della Ghilardi Vincenti fanno valere una dolce castità di accento. (…) È quanto la poetessa accoglie nel suo cuore, animato da una fonte di pensieri e di affetti. (…)
Da non dimenticare che il ritmo compositivo scavalca perfino i nostri confini, perché rivela una sollecitazione suggestiva di poesia europea. È quindi importante comprendere la passione autentica della poetessa, che si riflette in un linguaggio originale atto a congiungere i motivi ispiratori e gli elementi esemplari dell’armonia.
Vera poesia dunque e vincente in numerosissimi concorsi quella composta dalla poetessa Ghilardi Vincenti.

(in una nota di presentazione della produzione poetica della poetessa,  in data
26 Ottobre 2013)



NICLA MORLETTI – Scrittrice, critico, ideatrice del Premio Letterario Internazionale “IL MOLINELLO” di Rapolano Terme:

“Le poesie hanno l’anima di chi pensa, ama, soffre e cerca nei versi la proiezione dello spirito (…)  L’anima di Edda Ghilardi Vincenti è pura, bella, chiara e insegue la luce, proprio come è scritto nel titolo di questo suadente e armonioso volume. Con il suo dire raffinato, delicato eppur forte, che arriva diritto al cuore, l’autrice risale dalle origini al tramonto della vita dell’uomo, cogliendo la parte più importante di esso per imprimerla mirabilmente nei suoi versi in una ricerca spirituale intensa e profonda. Le ombre vengono così debellate dalla luce. Non a caso Dante Alighieri, Padre della lingua Italiana, vedeva appunto nella luce la vetta più alta da raggiungere: la salvezza dell’anima, Dio e l’amore. Poesia varia, dunque, sensibile, calda e suadente, questa di Edda Ghilardi Vincenti, che per espressione ritmica e profondo significato, si riversa nell’anima per scioglierla dai nodi del male di vivere e indurla verso i sentieri della luce e dell’armonia. (…) Nelle liriche regna sovrano l’Amore, poesie che nascono dallo scavo interiore dell’io più profondo che ha bisogno di esprimersi per donare agli altri questo puro contributo umano. Versi che sono una preghiera, alla ricerca degli affetti e degli ideali, da cui traspare una carica umana e religiosa che si fonde in un lirismo autentico intriso di bellezza e armonia”.
(Recensione del 14/11/2013 a “Inseguendo la luce”)

Ancora di NICLA MORLETTI,  la  recensione in data 20/11//2013 al Saggio critico “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf”:

“Virginia Woolf, dotata di grande creatività e sensibilità estrema è sicuramente un personaggio affascinante e seducente, così com’è persuasivo e avvincente questo mirabile saggio scritto in maniera magistrale da Edda Ghilardi Vincenti (…) Edda Ghilardi Vincenti, con intuito tutto femminile, autrice dalle eccellenti capacità nell’indagine interiore, ci narra con simpatia della protagonista di “To the Lighthouse’ , Mrs. Ramsay, donna di estrema bellezza e grande fascino. (…)
Un saggio questo di Edda, felice nella forma, nella scrittura così persuadente e persuasiva, sempre tesa ad ottimi spunti e riflessioni. Un saggio di grande impegno, intelletto, capacità di introspezione e analisi di un testo di una grande esponente della
Letteratura inglese,Virginia Woolf, cogliendone ogni aspetto ed ogni sfumatura più recondita. Del resto la Vincenti, oltre che eccellente poetessa e narratrice, ha già rivelato grandi doti nel rivelarsi esperta ed abile saggista come per il saggio critico “Il mito del Mediterraneo in Camus”. (…)
     Edda Ghilardi Vincenti, con questo saggio, ha vinto il primo premio con pubblicazione alla XXXVIII Edizione del Premio Letterario Internazionale “Casentino”. 
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Bergamo, 28 Febbraio 2014                                                                                    
                                                                         Edda Ghilardi Vincenti         




AGGIORNAMENTO PREMI

E DELLA LETTERATURA 2013” per la lirica “Pensieri di Natale” – Premiazione al Lido di Camaiore, Hotel Dune, il 15 Dicembre 2013.

-         1° Premio Poesia alla RASSEGNA D’ARTE E LETTERATURA “OMAGGIO
AL CARNEVALE DI VIAREGGIO” XXVIII Edizione – per la lirica “Ave Carnevale” – Premiazione al Lido di Camaiore, Hotel Dune, 23/2/2014.

-         Menzione Speciale al PREMIO LETTERARIO NICCOLÓ JOMMELLI – 7a
Edizione – per le poesie a tema religioso “A Papa Francesco” e “Al Papa Emerito
Benedetto XVI” – Premiazione l’1 Marzo 2014.

-         Premio Speciale al CONCORSO “PAROLE D’AMORE 2014” indetto dal
Dott. MARCO DELPINO per LA TIGULLIANA, alle liriche “Felicità” e “L’Amore”. Premiazione a S. Margherita Ligure, l’8 Marzo 2014.      
   
-         Premio della  PRESIDENZA al PREMIO INTERNAZIONALE “DUE SICILIE” IV Ediz.  per il racconto inedito “La bicicletta” – Premiazione a Palermo, Sala delle Lapidi del Comune il, 29 Marzo 2014, con la seguente motivazione: “Per aver contribuito a mantenere alti i valori artistici e culturali, atti a rafforzare il tessuto teologico della fede e il progresso della civiltà cristiana, in virtù della propria conoscenza proiettata nelle discipline umanistiche.

-         1° Premio per il primo posto con “Una sera d’estate” nella Sezione “LE  
MIGLIORI POESIE D’AUTORE” al PREMIO NAZIONALE DI POESIA “ROSARIO PICCOLO” 25a Edizione – anno 2014 – indetto dalla ASSOCIAZIONE TEATRO – CULTURA “BENIAMINO JOPPOLO” – PATTI
(ME) – Premiazione a Milano, il 12 Aprile 2014.

-         1° Premio per il primo posto ex aequo con “Una vela lontana” al Concorso “I
POETI DELLE AURORE MENEGHINE” AL PREMIO NAZIONALE DI POESIA “ROSARIO PICCOLO”, 25a Edizione – Anno 2014 – indetto dalla
ASSOCIAZIONE TEATRO-CULTURA “BENIAMINO JOPPOLO” – PATTI (ME) – Premiazione a Milano, il 12 Aprile 2014.

-         Gran Premio Speciale “per tutta l’opera poetica” nella sezione I MIGLIORI
POETI ITALIANI  al  PREMIO NAZIONALE DI POESIA “ROSARIO  PICCOLO” – 25a Edizione – Anno 2014 – indetto dall’ASSOCIAZIONE TEATRO – CULTURA “BENIAMINO PICCOLO” – PATTI  (ME) –
Premiazione a Milano, il 12 Aprile 2014.

-         DIPLOMA DI BENEMERENZA a me rilasciato come componente della Giuria dall’ACCADEMIA UNIVERSALE  “GIOSUÈ CARDUCCI”  di  Ischia (Napoli) con la seguente motivazione: “Per aver contribuito a rafforzare, attraverso la propria meritoria opera, le discipline sociali ed umanistiche nella ribalta artistica e letteraria del nostro secolo”  (data rilascio documento: 26 Aprile 2014)

-         1° Premio Poesia per la poesia singola  “Una fotografia” ALLA RASSEGNA   
D’ARTE E LETTERATURA “OMAGGIO A CORTONA” STORICA CITTÀ D’ARTE 2014”  - Premiazione a Cortona il 4 Maggio 2014.             

-         Premio Speciale Saggistica al PREMIO “CITTA’ di PONTREMOLI” per il saggio critico “Rileggendo  ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf”  - Premiazione al Teatro della Rosa di Pontremoli, l’11 Maggio 2014.  

-         Premio Speciale  al PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE “EUROPA”
di LUGANO per il Saggio critico “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf” – Premiazione a Porlezza, l’11 Maggio 2014.

-         1° Premio nella Sezione “POESIA  PER LA PACE” per la lirica “La pace” al  9° Trittico Accademico indetto dall’ ACCADEMIA INTERNAZIONALE “CONTEA DI MODICA” – Premiazione  presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca del Comune di Messina, il 18 Maggio 2014.

-    e  2° Premio nella Sezione  “AMORE e AMICIZIA” per il libro edito
     “INSEGUENDO LA LUCE” allo stesso “Trittico Accademico” indetto dalla
     stessa ACCADEMIA  INTERNAZIONALE “CONTEA DI MODICA” –
     Premiazione nello stesso luogo, il 18 Maggio 2014

-         Segnalazione d’Onore (4° premio) alla VII Edizione del  CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “UGO FOSCOLO”  indetto DALL’ACCADEMIA
UNIVERSITARIA DI LETTERE, ARTI E SCIENZE “RUGGERO II di SICILIA” di Palermo, per la poesia singola “Una sera di Dicembre” – Premiazione a Palermo, il 25 Maggio 2014.

-         Segnalazione d’Onore (4° premio) al PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA,
NARRATIVA, SAGGISTICA “S. MARIA IN CASTELLO” di Vecchiano (Pisa)
Per il Saggio Critico “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf”; premiazione a Vecchiano (Pisa) il 31 Maggio 2014.

-         Menzione d’Onore (4° premio) alla XXXIX Edizione del PREMIO 
LETTERARIO CASENTINO per la sezione Silloge Inedita. Premiazione a Poppi (Arezzo) il  7 Giugno 2014.

-         Menzione d’onore (4° premio) alla XXXIX Edizione del PREMIO LETTERARIO CASENTINO per il libro edito “Inseguendo la luce” – Premiazione a Poppi (Arezzo) il 7/6/2014.

-         Trofeo Professionalità (1° Premio) alla XXa  Edizione del PREMIO LETTERARIO “IL BOSCO DEGLI GNOMI, per il libro “Inseguendo la luce”
-         e per il Saggio Critico “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf” – Premiazione a Stradella (Pavia) il 7/6/2014.

-         Menzione d’onore (4° premio) al PREMIO INTERNAZIONALE DI LETTE-
RATURA “TOSCANA IN POESIA” per il Saggio Critico “Rileggendo ‘To the
Lighthouse’ di Virginia Woolf” – Premiazione a La Spezia il 22/6/2014.

-         Finalista al PREMIO DI POESIA E NARRATIVA “LA PANIA”, Edizione 2014 
per il Saggio Critico “Rileggendo ‘To the Lighthouse’ di Virginia Woolf” –
Premiazione a Molazzana (Lucca) il 29 Giugno 2014. 

-         1° Premio Poesia per la lirica “Il lago ‘di  Puccini’ ” alla RASSEGNA D’ARTE E
LETTERATURA “OMAGGIO A GIACOMO PUCCINI 2014” – Premiazione a Torre del Lago, il 6 Luglio 2014.

-         Alto Riconoscimento conferito dal Premio Letterario Internazionale “IL CARRO DELLE MUSE” di Cavalese (Trento) alla lirica “Sulle alte vette” con la motivazione :“per la qualità dell’opera”. Premiazione a Cavalese il 6 Settembre 2014.

-    Premio del Presidente al PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA
     MEMORIAL “PADRE VINCENZO BONDI”  per il libro “Il Ruscello dei
     Pensieri”. Premiazione  il 26 Ottobre  nel Castello di “Bauso” del comune di
     Villafranca Tirrena (ME)

-         3° Premio al PREMIO EUROPEO TINDARI  Terzomillennio, Memorial   
GAETANO SALVEMINI, per il libro “Inseguendo la Luce”. Premiazione
nel salone delle Bandiere del comune di  Messina il 28 Settembre 2014.     
    
-         1° Premio al XV CONCORSO INTERNAZIONALE LETTERARIO
SEVERINO CASPANELLO” per le liriche “Sulle alte vette” e “Il fascino del    mare”. Premiazione a  Forza D’Agrò (ME) il 24 Agosto 2014.

-   1° Premio al XV CONCORSO INTERNAZIONALE  LETTERARIO “OSCAR                                                                
     LEMBO” per la lirica “Sulle alte vette” – Premiazione a  FORZA d’AGRO’ (ME)
     il  24 Agosto 2014.

-         1° Premio alla RASSEGNA D’ARTE E LETTERATURA “LA VELA E IL
MARE per la lirica “Guardando il mare” . Premiazione a Torre del lago, il 19 Ottobre  2014.  

-         2° Premio poesia edita al “Premio Internazionale FIRENZE CAPITALE D’EUROPA”, per il libro “Un ruscello di pensieri”. Premiazione a Firenze, Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, il 28 Novembre 1914.

-         1° Premio al Premio Internazionale  “Omaggio ad AMEDEO MODIGLIANI”
per il libro “Un ruscello di pensieri”. Premiazione a Torre del Lago, il
14/12/2014.

-         Riconoscimento Speciale dall’Accademia Internazionale dei Micenei per la lirica
“Natale 2014” con la motivazione  : “Per il qualificante messaggio umano contenuto nella Sua opera.” – Reggio Calabria, 31 Dicembre 2014.



 HANNO SCRITTO DI LEI:
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-         Prof. MANRICO TESTI – Critico e  Storico della Letteratura, Scrittore, Giornalista;
-         Prof. NEURO BONIFAZI – Docente Universitario e Critico;
-         Prof. RODOLFO TOMMASI, Giornalista, Critico, Poeta e Scrittore;
-         Cav. FULVIO CASTELLANI, Giornalista, Scrittore e Critico, autore di una monografia dal titolo “Breve viaggio nella poesia di Edda Ghilardi Vincenti”;                                               
-         TINA PICCOLO, scrittrice e critico letterario;
-         Prof.ssa NINNJ DI STEFANO BUSA’ – Critico e Presidente del Centro Iniziative Letterarie di Segrate (Milano);
-         Prof.ssa RINA GAMBINI – Presidente dell’Associazione Culturale “IL PORTICCIOLO” di La Spezia, Organizzatrice di premi letterari e Critico;
-         Prof. FERDINANDO SALVONI, Studioso di Letteratura, Conferenziere e Critico;
-         N.H. CAV. MICHELE ALEMANNO – Presidente dell’Accademia Internazionale dei Micenei;
-         Prof. FRANCESCO PISELLI, docente di estetica all’Università di Parma e Critico Letterario, Scrittore e Critico;
-         GUIDO MIANO, Editore e Critico;
-         Prof.ssa RAFFAELLA SAPONARO MONTI-BRAGADIN, Scrittrice,                Saggista, Conferenziera e Critico;