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giovedì 27 marzo 2014

PASQUALE BALESTRIERE SU "VERSI D'OTTOBRE", DI CARLA BARONI

CARLA BARONI
VERSI D’OTTOBRE
di Pasquale Balestriere


C’è il sapido languore dell’autunno, reale e metaforico, con tutto il suo carico semantico e allusivo in questi “Versi d’ottobre” della nota poetessa ferrarese Carla Baroni; e c’è l’assorta  ma disincantata atmosfera in cui si muove chi per la vita è passato, cogliendo e cospicuamente registrando sensazioni e affetti  che rendono l’esperienza umana degna di essere vissuta.
Questa pubblicazione, impreziosita da splendide incisioni di  Vito Tumiati  che rappresentano le costellazioni dello zodiaco,  è  frutto di un premio editoriale: la silloge ha vinto infatti il concorso nazionale di poesia “Libero de Libero” del 2011, XXVII edizione. 
Io non so se il senso di misura e di equilibrio, che gradevolmente si coglie  nel progressivo snodarsi dei versi e delle liriche, sia il pregio più notevole di quest’opera e di tutta la poesia di Carla Baroni. So però con certezza che questi due elementi danno dignità al suo modo di esprimersi poeticamente: i toni non sono mai smodati;  i sentimenti, mai urlati,  appaiono smussati da ogni retorica e ridotti  all’essenzialità; persino i versi hanno cadenza endecasillaba pressoché fissa, con ritmi quasi sempre piani e riposati.
Centrale è, sotto il profilo dei contenuti, l’elemento biografico (senza il quale  - a mio parere- non può esistere in alcun modo la poesia, visto che questa ha nella vita dell’uomo l’unica possibilità di uscire dalla virtualità), il quale è spesso letteralmente sommerso da una fibrillazione creativa che genera versi di grande intensità e bellezza con qualche venatura gnomica. In questo contesto, con il supporto della memoria, il presente  fa i conti con il passato:  o forse è il contrario, senza che cambi il risultato.  Perché è proprio da questo cozzo di tempi o di epoche, di realtà diverse  e dalla percezione di esse, che prorompe la forza poetica della poetessa ferrarese: da un lato il passato della possibile felicità, dall’altro il presente, spoglio di piaceri e segnato dalla solitudine  (“Ora il dopo è venuto senza odori ,/ senza una voce a vellicare l’aria / la fiamma che ci ardeva un’onda spenta / disperse le sue ceneri nel vento.”), che precipita all’occidente della vita. Un presente dolorosamente percorso dai postumi di una sottrazione, di un furto di felicità operato dalla natura malvagia  nei confronti di “una come me / segnata (...) da maligna stella”.
Eppure una soffusa dolcezza  spesso trama il mondo artistico di Carla Baroni, animandolo con presagi e risorgenti speranze: “E i sentieri usati rinverdiscono, / scoprono muschi nuovi a fecondare / i sassi lastricati del deserto / dove la sabbia luccica alla luna / la luna nuova, luce che ritorna / per impervi tracciati a riattizzare / l’ostinato stoppino alla speranza.”  Una dolcezza che arriva alle orecchie e al cuore del lettore con la musicalità di un  endecasillabo armoniosamente fluido e rotondo. Accattivante.
La poesia della Baroni procede per intuizioni e svelamenti, per stupori e rapimenti, per ricordi e dolorosi rimpianti. E sempre attinge a piene mani dalla vita.
“Versi d’ottobre” è un percorso poetico di ventitré liriche che, in modo carezzevole e suadente, ci offrono  una splendida realizzazione artistica, frutto di una passione creativa profonda e durevole, intensa e partecipata.
Il lettore accorto vi sentirà pulsare un cuore. Che indomito passa attraverso la vita, cogliendone i fiori della gioia e del dolore. In estenuati  autunni, in versi d’ottobre.

                                       Pasquale Balestriere


Carla Baroni, Versi d’ottobre, Edizioni Confronto, Fondi  (LT) 2012

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