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sabato 12 aprile 2014

RENZIA D'INCA': "POESIE"

Poesia viva, audace, arrivante in cui la vita con tutti i suoi ingredienti la fa da padrone in questo succedersi metaforico di grande impatto umano. Dove “il tuo occhio sulla soglia” o “la penna del disamore” o “delle carni tue/ mai sazia” denotano una tendenza a rendere corporeità il sentimento dei sentimenti, anima della vita e del canto. E qui la vita c’è tutta: l’amore, il risentimento, l’illusione, la delusione, il memoriale. Sì, il memoriale colle sue rievocazioni-alcova in cui potersi rifugiare per sottrarsi alle aporie della vita, ma anche segnale indicativo della fugacità del tempo. Della fragilità del vivere: “E’ la memoria delle cose/ che  sovrasta il loro sordo rumore/ il dispiegarsi assiduo degli anni”. Un esser-ci fatto di incertezze in cui è arduo elevarci al di sopra del contingente, allungare sguardi oltre gli orizzonti, data la nostra dicotomica pascaliana natura di terrena in-consistenza: “pagato il conto sei in ristrettezze/ il fiato già corto è dimezzato/ il futuro ossessione tuo nuovo ritrovato”. Un polemos fra gli opposti di plurivocità emotiva ex abundantuia cordis; un labor limae che cerca di avvolgere gli abbrivi esistenziali. Ed è un sentimento di malinconia a strisciare sotterraneo sotto questo spartito di sonorità eufonica; un sentimento di malinconia che contribuisce a rendere più viva e reale una vicissitudine concretizzata in immagini di grande resa poematica.




 Il  Basilisco

Ho incontrato il tuo occhio
sulla soglia e sono morta
morta di paura morta di voglia

da quel momento in poi
cessato ho mai d’amarti
tu di perseguitarmi

a stanarti tento
con la penna del disamore
straziarti vorrei che delle carni
tue mai sazia mi sento
T’offro in dono materia pulsante
‘per tua  grazia ricevuta’
parola distillata grondante
a te consegno i resti
del pasto in consumato
ed agli amori
incorporei surrogati devastanti

(Da Il Basilisco-Edizioni del Leone,  Venezia 2006)




Luci d’inverno

E’ la memoria delle cose
che  sovrasta il loro sordo rumore
il dispiegarsi assiduo degli anni
ripiegati nella rubrica dei nomi
quella patina esausta immemore
che non sa vaticinare miserie ed orrori
gioie improvvise svoli

(Inedito)







*
e come deve sette anni dopo
torna lo tsunami onda del cuore
screpacciato fondale in tempesta
e come deve essere curva dislivella
risale monta spumeggia l'onda
con sé tutto travolge primeggia
e non è cigolio d'alberi di navi al porto
non è coppo e tegole spioventi
a raggio dai tetti a terra per scirocco
 onda anomala richiama terra caos
ordalia morte di pensieri imprigionanti
liberazione asfissia autopsia
e tu lo sai che già un'onda
travolse le tue certezze le mancate carezze
e fu fuoco inferno- per noi piaga infetta
pagato il conto sei in ristrettezze
il fiato già corto è dimezzato
il futuro ossessione tuo nuovo ritrovato

(da : Bambina con draghi,  Biblioteca dei leoni, Venezia 2013)





Renzia D’Incà è veneta. Si è formata presso l’Università di Pisa, città dove risiede. Giornalista dal 1985, ha collaborato con Hystrio, Sipario, Rocca, Il Grandevetro, Il Gazzettino di Venezia, Il Tirreno, La Nazione, Il Giorno, Sant’Anna News. Lavora come consulente in teatro e comunicazione. Ha condotto ricerche universitarie per le riviste Ariel e Drammaturgia e svolto tutoraggio di master universitario di Teatro e comunicazione teatrale  per l’Università di Pisa.
Ha pubblicato in poesia Anabasi (Shakespeare & Company, Bologna 1995), L'altro sguardo (Baroni, Viareggio 1998), Camera ottica (ivi, 2002), Il Basilisco (Edizioni del Leone, Venezia 2006) con postfazione di Luigi Blasucci, L'Assenza (Manni-Lecce 2010) con prefazione di Concetta D'Angeli, Bambina con draghi ( Edizioni del leone, Venezia 2013) con prefazione di Paolo Ruffilli. È  inserita nella rivista Italian Poetry della Columbia University.Come saggista  teatrale il volume Il teatro del cielo (Premio Fabbri 1997),  Il gioco del sintomo (Pacini-Fazzi, Lucca 2002) su un’esperienza  di teatro e disagio mentale, La città del teatro e dell'immaginario contemporaneo (Titivillus, Corrazzano 2009), Il Teatro del dolore (Titivillus 2012), su una esperienza ventennale di teatro e disagio mentale presso La Città del teatro. Per Garzanti uscirà un saggio sul Metodo mimico di Orazio Costa.
Come autrice di teatro sono stati rappresentati Ars amandi-ingannate chi vi inganna  ed  uno studio per Passio Mariae con video di Giacomo Verde.
Collabora come performer con musicisti, tra i quali il maestro Claudio Valenti, che hanno composto brani inediti sui suoi testi ispirati al Il Basilisco e L'Assenza.




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