Poesia
viva, audace, arrivante in cui la vita con tutti i suoi ingredienti la fa da
padrone in questo succedersi metaforico di grande impatto umano. Dove “il tuo
occhio sulla soglia” o “la penna del disamore” o “delle carni tue/ mai sazia”
denotano una tendenza a rendere corporeità il sentimento dei sentimenti, anima
della vita e del canto. E qui la vita c’è tutta: l’amore, il risentimento,
l’illusione, la delusione, il memoriale. Sì, il memoriale colle sue rievocazioni-alcova
in cui potersi rifugiare per sottrarsi alle aporie della vita, ma anche segnale indicativo
della fugacità del tempo. Della fragilità del vivere: “E’ la memoria delle cose/
che sovrasta il loro sordo rumore/ il
dispiegarsi assiduo degli anni”. Un esser-ci fatto di incertezze in cui è arduo
elevarci al di sopra del contingente, allungare sguardi oltre gli orizzonti,
data la nostra dicotomica pascaliana natura di terrena in-consistenza: “pagato il conto sei in ristrettezze/ il
fiato già corto è dimezzato/ il futuro ossessione tuo nuovo ritrovato”. Un polemos fra gli opposti di plurivocità
emotiva ex abundantuia cordis; un labor limae che cerca di avvolgere gli
abbrivi esistenziali. Ed è un sentimento di malinconia a strisciare sotterraneo
sotto questo spartito di sonorità eufonica; un sentimento di malinconia che
contribuisce a rendere più viva e reale una vicissitudine concretizzata in
immagini di grande resa poematica.
Il Basilisco
Ho
incontrato il tuo occhio
sulla
soglia e sono morta
morta
di paura morta di voglia
da
quel momento in poi
cessato
ho mai d’amarti
tu di
perseguitarmi
a
stanarti tento
con la
penna del disamore
straziarti
vorrei che delle carni
tue
mai sazia mi sento
T’offro
in dono materia pulsante
‘per
tua grazia ricevuta’
parola
distillata grondante
a te
consegno i resti
del
pasto in consumato
ed
agli amori
incorporei
surrogati devastanti
(Da Il Basilisco-Edizioni del Leone, Venezia 2006)
E’ la
memoria delle cose
che sovrasta il loro sordo rumore
il
dispiegarsi assiduo degli anni
ripiegati
nella rubrica dei nomi
quella
patina esausta immemore
che
non sa vaticinare miserie ed orrori
gioie
improvvise svoli
(Inedito)
*
e come
deve sette anni dopo
torna lo
tsunami onda del cuore
screpacciato
fondale in tempesta
e come
deve essere curva dislivella
risale
monta spumeggia l'onda
con sé
tutto travolge primeggia
e non è
cigolio d'alberi di navi al porto
non è
coppo e tegole spioventi
a raggio
dai tetti a terra per scirocco
onda
anomala richiama terra caos
ordalia morte
di pensieri imprigionanti
liberazione
asfissia autopsia
e tu lo
sai che già un'onda
travolse
le tue certezze le mancate carezze
e fu
fuoco inferno- per noi piaga infetta
pagato
il conto sei in ristrettezze
il fiato
già corto è dimezzato
il
futuro ossessione tuo nuovo ritrovato
(da : Bambina con
draghi, Biblioteca dei leoni, Venezia 2013)
Renzia
D’Incà è veneta. Si è formata presso l’Università di Pisa, città dove risiede.
Giornalista dal 1985, ha collaborato con Hystrio,
Sipario, Rocca, Il Grandevetro, Il Gazzettino di Venezia, Il Tirreno, La
Nazione, Il Giorno, Sant’Anna News. Lavora come consulente in teatro e
comunicazione. Ha condotto ricerche universitarie per le riviste Ariel e Drammaturgia e svolto tutoraggio di master universitario di Teatro
e comunicazione teatrale per
l’Università di Pisa.
Ha
pubblicato in poesia Anabasi (Shakespeare
& Company, Bologna 1995), L'altro
sguardo (Baroni, Viareggio 1998), Camera
ottica (ivi, 2002), Il Basilisco
(Edizioni del Leone, Venezia 2006) con postfazione di Luigi Blasucci, L'Assenza
(Manni-Lecce 2010) con prefazione di Concetta D'Angeli, Bambina con draghi ( Edizioni del leone, Venezia 2013) con
prefazione di Paolo Ruffilli. È inserita
nella rivista Italian Poetry della Columbia University.Come saggista teatrale il volume Il teatro del cielo
(Premio Fabbri 1997), Il gioco del sintomo (Pacini-Fazzi,
Lucca 2002) su un’esperienza di teatro e
disagio mentale, La città del teatro e
dell'immaginario contemporaneo (Titivillus, Corrazzano 2009), Il Teatro
del dolore (Titivillus 2012), su una esperienza ventennale di teatro e
disagio mentale presso La Città del teatro. Per Garzanti uscirà un saggio sul Metodo mimico di Orazio Costa.
Come
autrice di teatro sono stati rappresentati Ars
amandi-ingannate chi vi inganna ed uno
studio per Passio Mariae con video di
Giacomo Verde.
Collabora
come performer con musicisti, tra i quali il maestro Claudio Valenti, che hanno
composto brani inediti sui suoi testi ispirati al Il Basilisco e L'Assenza.
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