domenica 6 aprile 2014

LEOPOLDO ATTOLICO: "POESIE"


Nazario Pardini

Poesia intensa, morbida, ondulatoria; poesia nuova, efficace, e contaminante dove il verso con stratagemmi di impensata acribia emotivo-creativa abbraccia abbrivi volti in figurazioni di ampio respiro. Ed è con il sapiente gioco di metafore e d’impennate iperbolico-allusive che Attolico riesce a dare corpo a subbugli di polisemica significanza. Lo fa con invenzioni verbali, con potenzialità semantica, con nèssi di ermeneutica vis; lo fa azzardando sguardi oltre le parole, oltre il distendersi del verbo. E se il poeta chiede alla sera:  

“Da questa quotidianità che gela
salvami;...”,

è perché c’è in lui la forte spinta a superare le cose trite del presente e del circuito in cui siamo strinti, ed in cui è strinta la nostra vicenda umana. Sì, un desiderio di fuga, di fuga verso la luce, verso alcòve che racchiudano immagini mnemoniche, e che tengano letti di fresche e sane speranze con cui rinvigorire un presente atono; rinfoltirlo con immagini che vibrano nei villini fragili del cuore. E ci sono le assenze, le sottrazioni del vivere, e la coscienza di una precarietà che lima il verso e lo appoggia all’incerto cammino del procedere terreno. D’altronde la verità schietta e pura è irraggiungibile e anche l’amore fa parte di un gioco flessibile che può dare turbamento, ripensamento, melanconia, fino a: 

“nel ritornarmi un addio negli occhi
oltre l'impossibile ,
oltre un morire silenzioso e immane

ed io non so se piangerne”.
        
     C’è la vita tutta in questi versi di rara sonorità, di melodia endecasillaba, di versi che la sorreggono; una sonorità che fa da significante metrico agli impulsi meditativo-emotivi. Un’inquietudine che si distende come un tappeto di velluto ad accogliere l’incedere del canto. Ma forse sta proprio nella  simbiotica fusione fra Eros e Thanatos il nerbo determinante del vivere; nella coscienza del loro esserci; e in una possibile felicità tanto innocente quanto infantile; e quando:

“.… Quando la sua crosta scricchiola
con il suono più vicino all'amore ,
risillaba le parole che lo fanno esistere
e le traduce in sensi e luoghi
in gioia inestinguibile
effusiva come una scolaresca di bambini in gita”,

sì, lo fa rifiorire Achille Serrao, ma con i versi di un poeta, quelli di Attolico, che sa cogliere il patema di chi vive ed ha vissuto quel grande sentimento che rende sacra la vita.     




  
SERA


Portami con te.
Dalla quotidianità che gela
salvami;
e riconduci a crisalide di sole
questo intenerito grigio
di piazza che si sfolla,
muto cubicolo dolente
del bisogno di luce che lo svaria

Terse intriganti egemoni armonie
e spaesamento amore incantamento,
defatiganti ostaggi alla memoria.
Li ho qui sul viso;
come balconi saturi di fiori
nei villini fragili del cuore:
un emiciclo di assenza
che mi abbaglia

Da Piccolo spacciatore, 1964-1967, Editrice Il Ventaglio





Ti ricordi dell'amore appena in tempo.
Come una nube improvvisa
fa da schermo al sole,
così le tue parole ritornano sul viso
lo stupore di esistere,
la disabitata tristezza di conoscersi

Forse il tuo amore ora 
è in questo breve  margine:
nel ritornarmi un addio negli occhi
oltre l'impossibile,
oltre un morire silenzioso e immane

ed io non so se piangerne
o sorriderne

Da I colori dell'oro, Poesie d'amore 1975-1987, Caramanica Editore, 2004







LA  GIOIA  NEI  COLORI
(Ad Achille Serrao, in memoria)


Ora che ormai
soltanto una eco può sorprenderci
lasciandoci negli occhi i resti di un sorriso,
per contro
i tuoi colori sono il pane di una consuetudine,
di una relazione feconda e ineludibile

Quando la sua crosta scricchiola
con il suono più vicino all'amore,
risillaba le parole che lo fanno esistere
e le traduce in sensi e luoghi
in gioia inestinguibile
effusiva come una scolaresca di bambini in gita

Inedito 2013

  
Leopoldo Attolico (Roma, 5 Marzo 1946), ha pubblicato, a partire dal 1987, sei titoli di poesia e quattro plaquettes in edizioni d'arte . Ha collaborato e collabora alle principali riviste letterarie . Il suo ultimo libro, La realtà sofferta del comico, Aìsara, 2009, è prefata da Giorgio Patrizi, con postfazione di Gio Ferri .
www.attolico.it


2 commenti:

  1. Luminosa e ricca di Humanitas la poesia di Leopoldo Attolico che scandisce in un metro sereno e vibrante pensieri, incertezze, ricordi fusi in immagini nitide e senza tempo dove la metafora è realtà.

    Rosaria Di Donato

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  2. Sono versi di grande eleganza formale e carica espressiva. Il poeta ri-veste le parole di nuovi significanti per dire un sentire che non potrebbe essere detto altrimenti e con-preso dall'altro.
    Questa è poesia.

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