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domenica 20 luglio 2014

N. DI STEFANO BUSA': "I GIRASOLI DI VAN GOGH"

Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade

Van Gogh ispira l’anima ad atmosfere irreali, il suo tratto di pennello è pari ad un magistero fecondo di colori. La bellezza della sua arte riconosce il Bello come contributo di una storia, di una parabola che si elevano al buono al bello, quasi in religioso stupore e in silenzio. I suoi girasoli mi hanno ispirato questo testo:
  

I girasoli di Van Gogh
Annegano nel giallo oro
i girasoli di Van Gogh,
contribuiscono al tempo d’anima,
ascoltano la musica divina
da una soglia d’aria.
Hanno un profilo umano
di rada bellezza,
un canto votato alla celebrazione
dei papaveri tra il grano.
Così la poesia è grazia di assoluto,
brivido d’attesa mistica e divina
che incontrano la forma
del suo tempo - il tempo
dei nostri desideri -,
fiamma che arde sul volto della rosa.
Di un mondo più umano,
si cerca la città celeste.
Una città al crocevia del nulla:
l’uomo,
ma che sappia ascoltare
dal rumore della vita
la pienezza del cuore.
  
Ninnj Di Stefano Busà


5 commenti:

  1. Ecfrasi di intensa umanizzazione; rappresentazione verbale - di opulenta vivacità lirica - di un'infinita opera d'arte visiva . Un profilo umano di rara bellezza che tende a concretizzare la verticalità del nostro esistere: la meditazione, la scalata dalla quotidianità minuscola alla città celeste, la cospirazione dell'atto poetico in una metamorfosi di spiritualità, la ricerca etico-metafisica di un'anima che sappia ascoltare/ dal rumore della vita/ la pienezza del cuore.

    Nazario

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    1. Ornella Ferrari

      L'intensità dei versi sfocia in un canto alla vita che è saturo di meditazione e di straordinaria bellezza. Con pochi tratti salienti la poetessa ha saputo trarre la metafisicità della metamorfosi spirituale che è verticalità e somma pienezza sia in poesia che in pittura. L'arte sa commuovere in ogni versante del suo porsi in essere, in ogni più minuscola particella cosmica. Pura e intensa questa poesia si pone ai vertici per il suo stile e il suo linguismo.

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  2. Van Gogh ha dato vita, nella sua arte, ad un'esplosione di solarità inusitata, ad un abbagliamento dei sensi e dell'anima ottenuto con impasti cromatici festosi e al tempo stesso tragici, legati all'Eros e al Thanatos, alla legge distruttrice e rigeneratrice della vita. Lo stordimento sensoriale che se ne riceve ha valenze indubbiamente mistiche, di quel misticismo vitalistico che è tipico delle religioni cosmiche, tanto che in quell'esultanza e in quell'estasi potremmo addirittura vedere la danza di Siva, il dio distruttore e rigeneratore dell'induismo. La Busà, con la sua poesia di estraniazione, ci dice che "i girasoli di Van Gogh / ... / ascoltano la musica divina" ed hanno "grazia di assoluto". Inoltre hanno "un profilo umano / di rada bellezza", alludente a quel "mondo più umano" che coincide con la "città celeste", formata da uomini rinnovati "al crocevia del nulla" e finalmente capaci di "ascoltare / dal rumore della vita / la pienezza del cuore". Un auspicio che facciamo nostro.
    Franco Campegiani

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    1. Luciano Previtera

      E' esattamente l'impressione che ne ho avuto leggendo i versi magnifici di questa poetessa, ma non avendo una preparazione filosofica pienamente compiuta come il ns. Campegiani, mi astengo. Affermo solamente che il testo presenta una rara magia tra la musica divina che vi si proietta, e la bellezza umana e senz'anima dell'uomo moderno coincidente con l'homo sapiens cui l'autrice fa cenno, conciliandolo con la "città celeste"...

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  3. Con una capacità davvero rara, Ninnj Di Stefano Busà è riuscita, con questo testo, a riunire le Muse. Già, perché - leggendo - mi hanno sedotto le diverse sensazioni suscitate in me dalla poesia: figurative, sonore, introspettive. E tutto è amalgamato così bene che, alla fine, non si sa più se si è davanti ad un nuovo quadro, ad un canto, ad una spirituale riflessione. Ma cosa importa: l'arte (quando è vera) non conosce barriere e la "città celeste" è indicata in modo inequivocabile a quel "crocevia".

    Sandro Angelucci

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