Paolo Bassani collaboratore di Lèucade |
UN
LEGAME SINCERO
Testimonianza
di Paolo Bassani
E’
noto che gli animali si legano affettivamente all’uomo; e l’uomo agli animali. Spesso (vedi cane, gatto, ecc.) sono eccellenti
compagni per le persone sole, in particolare per gli anziani. Numerosissime
storie sono state scritte in proposito. Vorrei portare anch’io una breve testimonianza.
“Menciua”: mi pare questo il
nome di una donna di mezza età che, quasi ogni giorno, veniva sulla collina
caprigliolese che si apre sulla incantevole visione della valle ove scorre la
Magra, il fiume che nasce dai monti della Cisa. Qui suo fratello aveva un
piccolo appezzamento di terra con qualche olivo e filare di vite. Menciua,
nubile, viveva con il fratello anch’egli non sposato, nell’antica casa ereditata
dai genitori nell’agglomerato urbano del comune distante parecchi chilometri. Ebbene,
quasi tutti i giorni, d’estate o d’inverno,
la donna veniva a trovare i suoi gatti portando loro da mangiare. Non
veniva in auto, che non aveva, ma utilizzava il bus del servizio pubblico che
la lasciava a fondo valle. A piedi, in salita, doveva percorrere più di due chilometri
per giungere ai suoi campi. Quel costante ritorno era diventato per lei forse una ragione di vita; i gatti un legame
affettivo che le dava forza e speranza. Chissà, forse anche gli animali
sentivano per lei vivo attaccamento, tanto
che parevano sempre in attesa della sua venuta. Un giorno, purtroppo, Menciua non
tornò; né sarebbe più tornata: aveva terminato per sempre il suo cammino. A Lei volli dedicare alcuni
versi.
ALLA
REGINA DEI GATTI
Forse
non conoscevano
il tuo nome,
eppure
con miagolii festosi
puntuali
ti
chiamavano ogni giorno,
e
quando apparivi
di
corsa ti venivano incontro
intorno
come a una regina.
Per te
era
quell'esprimersi d'affetti
un
raggio tiepido di sole
che
dissolve silenzi di brina
caduti
nella notte
sopra il cuore.
Nessun
uomo mostrò mai
tanta
gioia di vederti,
nessuno
il dolore di non vederti più.
Niuno
s'accorge
quando
muore un fiore
o una farfalla.
Chissà...forse
soltanto il fiore
rimpiange
la
farfalla che più non viene
e, la
farfalla,
il
fiore che non ritrova più.
Con la
scomparsa della moglie, Filippo era rimasto solo. I figli, da molto tempo, avevano
lasciato l’Italia per motivi di lavoro: Maria Rosa viveva a Zurigo e Franco in Australia. Filippo non aveva voluto
abbandonare l’antica casa, neppure quando il peso degli anni si faceva sentire.
Oggi, grazie alla nuove tecnologie, si può mantenere un contatto costante con
tutte le persone care, anche se sono sparse nel mondo. Ma allora non era così.
Sicuramente, Filippo provò l’amarezza della solitudine. Forse, anche per
questo, a modo suo, cercò di lenirla. A lui ho voluto dedicare questi versi:
BRICIOLE
Seminava di briciole
il balcone
e il passero, puntuale,
tornava nel mattino
saltando qua e là
guardingo.
Poi col tempo
non ebbe più timore:
giungeva perfino al davanzale
sbirciando
all'interno della stanza.
Quel vecchio
non gli faceva più paura.
Così tra i due s'era creata
una segreta intesa,
uno scambiarsi di doni
e
d'attenzioni:
briciole di pane
con briciole di vita.
Paolo Bassani
Nessun commento:
Posta un commento