Nazario Pardini: Alla volta di Lèucade Viareggio. 1999 |
Saffo dalla rupe di Lèucade |
Di tarda estate
Di tarda
estate urlavano preghiere
i girasoli
dalle teste prone
alle sere
vitali e ancora vedo
la loro
fronte bruna sopra i tepali
dei
papaveri sghembi. Scendevamo
sopra i
letti rosati delle rene
tiepide di
bagliori, la cui aria
ancora mi
saluta con le vele
tremolanti
di un cielo biancicante
di
bonaccia. Uscivamo dalla schiuma
col mare
tra le braccia e salivamo
lo stretto
calle aperto all’orizzonte
che
chiamavamo la terrazza al mare
dei poveri
irrequieti. E le giornate
trascorse
alla deriva in mezzo ai colli
dei
paesetti dalle torri in pietra.
In quelle
bottegucce di campagna
(che più
non troverei) ad assaggiare
locali
sangiovesi sotto sguardi
curiosi di
paesani. Inutilmente
la notte
rincorreva il giorno in fuga
dai nostri
desideri abbarbicati
alla vita
preziosa di un settembre
che
sembrava tutt’altro che mortale
per gli
amori spavaldi. Rivedere
i naturali
toni da Manet
chiusi in
cornici degne dell’autore
equivarrà
ad udire quelle grida
smemorate
dall’ansia di un eterno
forse
troppo lontano. Ed io memoria
mi donerò
ai tuoi gessi color rame
per
ritrarre un’alcova. Guarderò
ritornare
un viale proprio eguale
a quello di
un settembre. Già si adorna
di sguardi
spersi in seno agli scolori.
Ti
donerò del vischio
Ti donerò
del vischio. Nel viale
del mio pineto
spruzza un bel profumo
di roveto.
Si arrampica con tale
snellezza
che non ha bisogno alcuno
di tenersi
per terra. Vive d’aria
di bosco
qui da me; è verdicante
nel gambo e
nelle foglie, da cui svaria
nel perleo
delle bacche. Svolazzante
su nel
cielo, non prende nutrimento
dal
terriccio del suolo e riesce in viso
- quale candida e diafana creatura
di celtica memoria - in
un concento
singolare
con te che nel sorriso
ilare di
speranza ti fai pura.
Di tra gli ulivi
Di tra gli
ulivi un canto ed un sorriso
si sparsero
nell’aria a primavera
ad
ingannare gli alberi di sogni.
Sei tu
ch’esisti ancora di profumo
di pelle di
limone. è là che regni
ov’io mi
reco a chiederti menzogne.
E primavera
piovigginando
sciami di fruscii
canta il
tuo nome
che porta a
me profumi di viola.
Un dono
Un grande
sogno vorrei fare, bello.
Che a
settembre scendessero le stelle
a regalarmi
un luccicante anello
con sopra
incastonata una di quelle.
E magari
per te la mia fortuna
mi portasse
la luna di settembre
a
inargentarsi sopra a un cerchio d’oro
di tenere
comete luccicante.
Insomma ti
vorrei donare un sogno,
mio amore,
donna, madre, dolce amante,
un sogno da
intonare al tuo settembre.
è qui
con noi settembre
è qui con noi settembre.
Chiude l’occhio
da prono
girasole ad occidente
in una
cattedrale immensamente
aperta e
dardeggiata dai rosoni.
Si spoglia
dei preziosi, li depone
nelle
segrete stanze e resta qui
soltanto
come un cielo che regala
lo stesso
filo d’oro dopo un’ora
o una vita
in cui
ci siamo amati
egualmente
in un angolo del mondo
che è la
terra.
Non c’è da
ricordare. Anche se
sembrerebbe
al buiore di gennaio
tanto
eguale stanotte, la memoria
è sepolta e
con noi vive la vita.
Il tempo
non ha tempo; si è fermata
per eterno
la sfida dello scoglio
munito
dello scudo contro il vento;
partorirà
la fronda eternamente
le stille
della ragia ed un presepio
eternamente
tremulo la notte.
Di certo
sperderà questo settembre
i nostri
corpi in seno alle conchiglie
insensibili
ai flutti. E noi saremo
profumo di
scogliera sulla baia
di flebili
frangenti di memoria.
Di notte a luna piena
Di notte a
luna piena
le tue
magliette bianche
traspariscono
diafane
sul filo.
Sembra quasi
che volino
come anime
sopra le
cose povere
del cortile
in penombra
all’aria di
settembre.
Un calice pieno di ambrosia la lettura di questi canti, estasi pura. Un regalo immenso che l’autore porge come fosse un fiore.
RispondiEliminaMolto, molto apprezzato, in questa selva piena di rovi.
Grazie Professore.
Serenella Men
Carissima Serenella, i suoi apprezzamenti, forieri di emozioni, mi giungono veramente graditi.
RispondiEliminaNazario
Con l'ammirazione di sempre perché la tua poesia, caro Nazario, nel leggerla mi riconcilia col mondo. Grazie
RispondiEliminaEmma Mazzuca
Grazie, carissima Emma; la tua è poesia su poesia.
EliminaNazario