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giovedì 3 settembre 2015

M. GRAZIA FERRARIS SU: "SETTEMBRE, ANCORA SETTEMBRE!" INEDITO DI M. SOLDINI



Maria Grazia Ferraris collaboratrice di Lèucade


Maurizio Soldini collaboratore di Lèucade

Settembre, ancora settembre!

Settembre: un mese carico di simboli, significati metaforici, nostalgie, memorie… Si ripresenta ogni anno, anche emotivamente, sentimentalmente, secondo il ciclo naturale, e  riapre in noi il ricordo di esperienze, di speranze, delusioni, entusiasmi sopiti della adolescenza lontana.. Ci annuncia lo scontro dialettico tra uno spazio vitale ancora possibile da percorrere e un tempo passato –fiato perso- smemorato, quasi  impossibile da recuperare:
“settembre lascia dietro a sé l'estate/ di distrazioni come fiato perso/  in ombra a smemorata pioggia e vento/ i peccati tornano all'inferno e annuvola”
La poesia è sempre diacronica: i suoi tempi sono il passato e il futuro, quasi mai, eccezionalmente,  il presente. Mi sembra questo - recupero del recente passato - il cuore della lirica, in cui Soldini fonde in intreccio  sapiente immagini, tempi, figure retoriche e trasfigurazioni paesaggistiche di sapore e colore quasi espressionistico.
 La fruizione del testo poetico non si esaurisce con la comprensione, sappiamo, richiede immersione, condivisione,  perfino di una certa ritualità non banale o puramente emotiva  e l’autore ci parla certo del qui, del presente, ma sa proseguire, va anche all’oltre, con suggestioni e pensieri poetanti di  convincente efficacia .
Proietta il suo io lirico sull’immagine di  treni dai cui finestrini “scorre una filiera di muti/ che disperdono parole in vacanza/come chiacchiera da parrucchiere”-  in immagini dechirichiane calate nel quotidiano che traducono l’ipereale deludente e banale, inessenziale “fiato perso”, ambiguo, mutante, e in cui si affollano “visi da magazine in occhiali da sole”: sono i riti collettivi delle vacanze e dell’estate che confondono la bellezza con l’effimero e perdono gli spazi di libertà e di relazioni sentimentali significanti. E il ricordo malinconico  va inevitabilmente al passato:“era di maggio quando giovani e forti/ si preparava la battaglia per partire/ la tenda un sacco a pelo e la bisaccia…”
Poi, si torna al deluso presente: il momento del “il rilascio del bagaglio” tra  occhi spenti, fumo che si disperde, “quando i ricordi svendono il futuro”…
Il  tempo vissuto nella giovinezza si sostituisce e confonde col  tempo della nostalgia, ma anche col  tempo della poesia, il tempo del linguaggio nel quale il poeta vive consapevolmente la  valenza del riuscito ricongiungimento

 Maria Grazia Ferraris


SETTEMBRE, ANCORA SETTEMBRE

un affetto mutante in disambiguità
si sfodera di alberi e manutentori
tra sbrillio e cartapecora in sonagli
dove mulinano venti e sterpaglie

subito schiarisce un destino in treno
quando dagli antefatti si giunge infine
a termini di affettazione nel rilascio
di bagaglio e quote in sudditanza

dai finestrini scorre una filiera di muti
che disperdono parole in vacanza
come chiacchiera da parrucchiere
e visi da magazine in occhiali da sole

settembre lascia dietro a sé l'estate
di distrazioni come fiato perso 
in ombra a smemorata pioggia e vento
i peccati tornano all'inferno e annuvola

era di maggio quando giovani e forti
si preparava la battaglia per partire
la tenda un sacco a pelo e la bisaccia 
il fronte a conquistare la bellezza 

un mare era la fiocina si catturava
il segno della gioventù e il pesce
di là a poco aveva l'occhio spento
in quei ritorni sopra libri e cartigli 

a scrivere le nostalgie di muri 
sopra le breccole di persiche
e sfilacciati intenti di legare il fumo
che il tempo disperdeva già indolore 

la musica nell'ombra del cantiere
dove si arma la retrovia a discapito 
dei giorni nelle fiere di mercato
quando i ricordi svendono il futuro

Maurizio Soldini


8 commenti:

  1. Splendida la disamina con la quale Maria Grazia Ferraris introduce il testo di Maurizio Soldini. La si potrebbe definire l'habitus ideale per questo canto di altissimo spessore, che mostra di possedere l'ossatura di un poema. La storia delle stagioni, ma soprattutto della vita. Gli elementi della memoria danno origine a un repertorio di simboli, di quadri figurativi:
    "Era di maggio quando giovani e forti
    si preparava la battaglia per partire
    la tenda un sacco a pelo e la bisaccia
    il fronte a conquistare la bellezza".
    L'Autore torna indietro nel tempo, agli slanci brucianti di carità e furore, ai fervori ideologici, all'affresco storico d'un'epoca di coinvolgimento passionale e di entusiasmi senza riserve. L'inciso sembra sottendere il respiro onnicomprensivo dell'Artista, capace di dare vasto impianto strutturale a ogni Opera. Settembre é l'amarezza del presente. La presa di coscienza di chi non ha avuto il fiuto della profezia:
    "Subito schiarisce un destino in treno
    quando dagli antefatti si giunge infine
    a termini di affettazione nel rilascio
    di bagaglio e quote in sudditanza"
    E' rilevante soprattutto l'atteggiamento di acuta attenzione per gli oggetti e la potenza luminosa delle metafore- "un mare era la fiocina si catturava /
    il segno della gioventù"-, attraverso le quali Soldini mostra di sentire la vita entrando nei panni di ognuno, ovvero attraverso la pietas...
    Settembre é il ritorno ai giorni di sempre. Al tempo di lavoro, simile a un passante affaticato e distratto, perennemente minacciato da una specie di cecchino invisibile. Un tempo 'di fiere di mercato, in cui i ricordi svendono il futuro'. La chiusa, che potrebbe essere poesia in se stessa, trafigge come lama e scuote le fronde dell'anima.
    Lo stile che sostiene la lirica ha rara musicalità e porge dodecasillabi ed endecasillabi preziosi, che rendono l'opera travolgente.
    Settembre é il tappeto di foglie rosse, sul quale cammino in punta di piedi, avvicinandomi a un simile Autore.
    Maria Rizzi

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  2. Il rapporto che Maurizio Soldini ha con "settembre" mi riporta al rapporto che l'uomo ha con la Cosa (Das Ding, secondo la lezione lacaniana), termine ripreso da Freud, un vuoto che mette in azione il pescaggio nella barra del significante, l'oggetto perduto che si è perduto fin dal primo soddisfacimento originario. La Cosa (settembre) rappresenta dunque quell'oggetto perduto, fonte di felicità e di soddisfacimento...

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  3. Ringrazio Maria Grazia Ferraris, Maria Rizzi e l'amico Giorgio Linguaglossa per il lavorio ermeneutico puntuale e arricchente del loro fare critico. Un caro saluto
    Maurizio Soldini

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  4. Su settembre, ancora Settembre
    di Maurizio Soldini
    Un linguaggio poetico che pacatamente ed efficacemente commenta cambiamenti in atto nel quotidiano manifestarsi della vita e un pregevole tratteggio di situazioni e paesaggi in transito sono gli iniziali connotati che emergono da questa poesia di Maurizio Soldini.
    Un avvio che è lettura in profondità dell'anima di una società contemporanea in mutazione, attraverso la ripresa di scenari e ritualità che danno l'idea del movimento e della fuggevolezza da una stagione all'altra e per esteso dell'intera esistenza.
    Amare considerazioni le sue che passano al setaccio atteggiamenti dove si risalta la caducità e l'effimero stato della vacanza e della lieta fase vitale.
    Passaggio di decadenza dunque, cammino verso maturazioni esistenziali che egli sa cogliere, con il filtro della acuta e meditata osservazione, nel commento di un “Settembre” che è ancora inesorabilmente “Settembre” avviato verso mature introspezioni.
    E quale migliore fotogramma poteva proiettare se non quello di un un treno dai cui finestrini sfilano “ muti che disperdono parole in vacanza/ come chiacchera da parrucchiere/ e visi da magazine in occhiali da sole/”? E ancora: /“settembre lascia dietro a sé l'estate/di distrazioni come fiato perso/in ombra a smemorata pioggia e vento/i peccati tornano all'inferno e annuvola/...”
    All'iniziale prima parte della lirica animata da persone e territori, a cui Soldini da un taglio fotografico, egli fa seguire, quasi fosse una valvola di sfogo ad una amara consapevolezza del presente, una fuga verso idilliaci trascorsi lidi e ameni paesaggi frutto di una giovanile appartenenza, costellati di ideali di bellezza .
    Un vero e proprio abbandono lirico dall'andamento musicale variato, rispetto alla fase di apertura, che sottolinea la tensione emotiva creata dal ricongiungimento con un passato impreziosito da flash memoriali fitti di immagini e particolari.
    Mi pare di poter concludere segnalando come Soldini, da vero poeta, abbia saputo cogliere da un “Settembre”, che chiude naturalmente la solarità di una stagione in ogni sua sfaccettatura e ne apre un'altra di maggiore rigore ed ombrosità , una preziosa occasione per pungenti riflessioni esistenziali, attraverso versi accuratamente scelti, ottenendo così un distillato prezioso di significati e musicalità.

    Carmelo Consoli


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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Grazie a Carmelo Consoli. La sua lettura penetra all'interno del tessuto esistenziale che connota questi versi e la sua critica puntuale ne mette in luce alcuni punti significativi sbrigliando abilmente con la sua perizia poetica alcuni nodi significanti. Grazie davvero!
    Maurizio Soldini

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  7. Poesia scritta con la vivacità del sentirsi vortice di presenze. Anche se la scelta dei vocaboli , nelle prime strofe ( a mio modesto e ingenuo avviso ) può sembrare arida , dura all'orecchio , l'impegno culturale sovrasta e accenna a monotone sintonie. Il ritmo incalza anche per la malinconia che aleggia tra memorie e illusioni, nel divenire figure presenti e palpabili.

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  8. All'amico Spagnuolo dico grazie per la sua attenzione.
    Rilevo però che sulla scorta del pensiero che la poesia debba avere una dimensione cognitivista che necessita di uno scavo nella parola, sia nel momento poetico sia nel momento critico, non mi pare di rilevare a differenza di altri commenti la volontà di entrare tra le righe a sbrigliare il significato dal significante o quantomeno a intravedere l'intentio auctoris o quantomeno ancora a dire la sua intenzione di lettore. La scelta dei vocaboli rientra in questa congerie.
    Maurizio Soldini

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